Da quando Ilenia aveva avuto la prima crisi epilettica, era sempre stato il tempo dell'azione. Non c'era più stato modo di fermarsi a riflettere, di analizzare gli eventi ed effettuare considerazioni sugli umori, di pensare. La filosofia era venuta meno, travolta e inghiottita dall'urgente gravità di fatti fuori dall'ordinario. Perché occorreva essere pronti, scattanti, stare sulla corda. Per non farsi sorprendere, impreparati.
Ogni tanto però tirare le somme poteva servire, per verificare che i conti tornassero. Francesco ne avvertiva il bisogno. Doveva porre a sé stesso alcune domande, interrogarsi. E valutare le risposte, ove le conoscesse. Per esempio, com'era il bilancio della sua vita giunto al punto in cui si trovava? Era dove avrebbe voluto essere o gli mancava qualcosa?
Senza dubbio le traversie occorse a Ilenia, volente o nolente, avevano ridisegnato da principio il quadro della sua esistenza e le prospettive cui sarebbe andato incontro a partire dalla diagnosi della malattia. I suoi piani erano stati azzerati più e più volte da una serie di vicissitudini, che avevano colpito lei prima che diventasse sua moglie e dopo, costringendo entrambi ad aggiornare costantemente i taccuini dei progetti futuri. Sia quelli personali che quello comune.
E forse era questo il passaggio fondamentale in tutta la vicenda. La condivisione, che legittimava e giustificava la sopportazione di ogni sventura, persino la più atroce. Che lui per altro avrebbe desiderato attirare a sé, liberando Ilenia dalla propria prigione, senza che servisse misurarne la convenienza preventivamente. Era utile allora appurare se i traguardi fissati in un clima di perenne mutamento fossero stati raggiunti? E per quale motivo? Con chi era la gara? Col proprio io, con nessuno. Perché c'era una vena egoistica nel ragionare in termini di mio anziché di nostro. Il segreto giaceva infatti nell'uso del plurale. Francesco non avrebbe dovuto dimenticarlo mai, prendendo atto che la decisione di legarsi a Ilenia faceva di lui un fortunato vincitore, sia che fosse più avanti sia che fosse più indietro rispetto alla tabella di marcia adoperata per segmentare il proprio cammino. Era la scelta giusta e basta, e lo aveva sempre saputo, a prescindere dal resoconto sulle proprie aspettative e ambizioni come individuo. Individuo che oltretutto aveva cessato di arrancare come singolo respiro allorché aveva completato la propria realizzazione nell'afflato del matrimonio.
* * *
Aveva la tensione nel cuore e nelle mani un insolito nervosismo, quella mattina. E non riusciva a spiegarsi il perché. Il controllo precedente, avvenuto non molto addietro a causa dell'attacco epilettico inesploso fuori dal cinema, era stato più che confortante. Quello odierno, finito in agenda già da prima e mai cancellato, non avrebbe dovuto generare in lui quell'agitazione. L'ultimo referto, sul quale era stampato un inconfutabile esito negativo, era vecchio nemmeno due mesi. Non sarebbe dovuto cambiare granché all'interno di un lasso temporale così striminzito.
Eppure Francesco non riusciva a ricavare per sé un'oasi di serenità. Erano gli scricchiolii ravvisati nella parlata e nelle movenze di Ilenia a impedirgli di restare tranquillo. Suonavano come avvisaglie di qualcosa che non era a posto, come segni di cedimento. Ecco perché insieme avevano deciso di non disdire quell'esame, nonostante lei ne avesse sostenuto uno identico da poco, affinché potesse ripeterlo. E siccome dopo aver fatto e ritirato le lastre, avevano subito preso appuntamento con la dottoressa Manes, erano d'accordo sul consegnarle direttamente a questa in busta chiusa, senza averle osservate. Quasi per scaramanzia.
Non era indispensabile che si recassero entrambi a Bologna. Ilenia non doveva superare una visita, ma soltanto ricevere un consulto. Perciò dopo averla accompagnata in ospedale per far sì che si sottoponesse alla risonanza magnetica, Francesco l'aveva riportata a casa e si era messo in viaggio da solo. Così da risparmiarle uno sforzo non necessario.
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Senza paura
RomanceSenza paura è la storia di un amore potente e profondo, che di colpo viene ostacolato dall'imprevedibilità della vita. Francesco è un ragazzo con aspirazioni semplici. Nella sua giovane età sono racchiusi pregi e difetti della generazione a cui appa...