Capitolo X - Credere

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Ormai era diventata una piacevole abitudine. Una prassi che si ripeteva con la costanza degli appuntamenti imperdibili, aprendo ogni volta a un nuovo momento di totale abbandono. Dopo una buona mezz'ora di macchina. Una distanza non proibitiva, anzi, colmarla faceva parte integrante dell'esperienza. Era l'incipit di un viaggio, il loro viaggio, che conduceva in un posto magico.

Montefiore Conca. Un piccolo paese situato sulle colline dell'entroterra romagnolo, a circa venti chilometri dalla costa. Era lì che sorgeva il santuario della Madonna di Bonora, famoso luogo di culto e storica meta di pellegrinaggi, capace di raccogliere ogni anno decine di migliaia di fedeli. I quali subivano il fascino e la potente spiritualità radicata nella terra stessa del sito, ascoltandone il richiamo.

Fra costoro era venuto a trovarsi anche Francesco. La visione che aveva avuto, a metà fra il mistico e l'onirico, possedeva tutte le caratteristiche della vocazione. Un invito dunque a partecipare attivamente a qualcosa di indefinito e misterioso, che lui non aveva affatto intenzione di respingere. Non per ipocrita e opportunistica accondiscendenza, bensì poiché realmente coinvolto e toccato nel profondo, benché ancora non avesse precisamente colto il senso del messaggio che gli era stato inviato.

Sentiva che doveva seguire quella voce, che da fuori gli era entrata dentro proprio per guidarlo. Che era più importante lasciarla parlare piuttosto che comprendere quello che gli stava dicendo. Che forse non c'era qualcosa da capire, ma solamente tanto da fare. E iniziare ad agire.

Condividere con Ilenia questa sua inedita spinta interiore era la cosa che prima di tutte Francesco aveva avvertito di dover fare. Oltre a una consuetudine nella complicità del loro rapporto, di mezzo c'era la suggestione che quella contingenza potesse in qualche modo essere in relazione con quanto stava accadendo a lei. Con la sua malattia. E la necessità di interpretarla come un benevolo sguardo dall'Alto invogliava entrambi a rispondere a quella presunta offerta di soccorso con tutte le loro forze. A credere, con ardore.

E se lo slancio religioso di Francesco era alimentato da un sacro fuoco che nasceva dal suo intimo, Ilenia dal canto proprio aveva accettato di buon grado di farsi avvolgere dal calore che il suo impeto produceva. Ne aveva bisogno, fisico e mentale. Le serviva tutto quel doppio abbraccio ideale, tanto nel suo aspetto più umano quanto in quello divino.

Era la terza volta in cinque mesi che tornavano al santuario. La prima era avvenuta immediatamente dopo l'intervento subito da Ilenia. Un'operazione che era riuscita perfettamente, andando persino oltre le più rosee aspettative. Perché il tumore era stato asportato completamente, senza che fosse lasciata alcuna traccia di cellule maligne nel suo cervello.

Compiuto il primo passo verso la guarigione, l'esultanza di Francesco era stata contenuta. Nella sua testa aveva infatti continuato ad aleggiare la terribile scadenza dei tre mesi pronosticata dal dottore di Riccione. E fino a che non fossero scivolati via lisci quei fatidici novanta giorni, che pur rappresentando una data puramente indicativa avevano un significato molto più tangibile, non avrebbe dormito sonni tranquilli.

Dopo, cominciò a essere un minimo più rilassato. Perché comunque vedeva coi propri occhi i progressi di Ilenia. Insieme potevano toccare con mano che, lentamente, le sue condizioni cambiavano in meglio. Il suo corpo, seppure segnato dal violento impatto delle cure alle quali era stata costretta a sottoporsi, sopportava i trattamenti con somma resistenza. Reagiva alla grande, fornendo risposte più che incoraggianti. Così ogni giorno che passava, all'interno del mosaico che delineava la situazione nel complesso, un tassello d'incertezza faceva posto nell'animo a uno di ottimismo.

Già il decorso postoperatorio era stato positivo. Era filato tutto secondo i piani, senza intoppi. Non c'erano state sgradite sorprese, insomma. Poi era partita la chemioterapia. Che, per iniziare, era stata impostata su quattro cicli distinti. Dinanzi ai quali Ilenia non si era per nulla tirata indietro.

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