Capitolo IX - Dentro

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Erano trascorsi dieci giorni dal suo trentesimo compleanno. Belli, speciali, come tutti quelli che avevano passato insieme, nell'ultimo anno. Nulla lasciava presagire che un periodo così felice potesse aprire il varco a un risvolto tanto drammatico. Non era possibile. Non era neppure lontanamente immaginabile. Doveva esserci stato un errore.

Ilenia aveva il cancro. E il bastardo era pure a uno stadio avanzato, incurabile, letale. Francesco continuava a pensare e ripensare a quella mattina. Quando lo schema dei suoi sogni era andato in frantumi. Perduto. Evaporato per sempre. Come poteva farsene una ragione? Non poteva.

Un dio arrogante e scorretto stava per portargli via un pezzo di anima. Il suo tutto. La creatura più straordinaria che fosse mai esistita. Stava massacrando la persona che meno di ogni altra avrebbe meritato una simile sorte, così meschina e ingrata. Stava uccidendo colei che amava. Ilenia.

Francesco era un'altalena di sensazioni. Alternava lampi di rabbia incontenibile ad altri di resa incondizionata. Era furibondo e a pezzi. La collera gli serviva da legante per tenere unite tutte le cellule del corpo nei momenti di totale smarrimento, quando sembrava potersi sciogliere come un panetto di burro sul fuoco.

Doveva sforzarsi di reagire. Doveva trovare il modo di credere comunque, anche nell'impossibile. Non poteva gettare la spugna. Da qualche parte c'era una piccolissima, minuscola luce ancora accesa. Ed era questa che doveva riuscire a vedere. Doveva acchiapparla e stringerla fra le mani. Senza mollarla mai.

Perché anche se nessuno credeva nei miracoli, chiunque in caso di necessità ne avrebbe invocato uno. A dimostrazione che ogni tanto accadevano, a qualche fortunato di turno. Quindi perché non sarebbe potuto toccare a Ilenia? Perché non poteva essere la sua volta? Avrebbe potuto essere lei l'eccezione a conferma della regola. Doveva, esserlo.

Aveva bisogno di lui, ora più che mai. Francesco lo sapeva. Sapeva che non poteva lasciare trasparire alcuna emozione all'infuori di un convinto atteggiamento positivo. Un atteggiamento che sembrasse naturale, per nulla costruito. Era il suo compito, adesso. Da lui poteva dipendere la capacità di lottare e non abbattersi di Ilenia.

* * *

«Ciao.»

Un saluto appena sussurrato, accompagnato da un sorriso caldo, restituiva Ilenia a una dimensione di relativa lucidità. Era in sé, finalmente. La pesante stanchezza post crisi epilettica unita al torpore indotto dai medicinali l'avevano infatti allontanata per diverse ore dalla normalità che era solita respirare. Al pari di tutti, come fosse dovuta.

«Dove siamo?»

«All'ospedale» rispose Francesco, specificando poi anche la città: «A Cesena.»

Era stato il dottore di Riccione a imporre loro quello spostamento, spiegando che si trattava di una struttura in cui i medici avrebbero potuto occuparsi del caso di Ilenia nella maniera più appropriata. Perché l'ospedale di Cesena disponeva di chirurghi esperti, tecnologie all'avanguardia e strumenti adeguati per trattare proprio quella tipologia di tumore. Nell'ambito, era un punto di riferimento. Quello più vicino e facile da raggiungere.

Nonostante la rivelazione della trasferta, Ilenia non sembrava affatto stupita delle parole di Francesco. Il suo era uno spaesamento parziale. Aveva dovuto chiedere in quale luogo di preciso si trovasse, però aveva intuito già da sola d'essere in un ambiente sconosciuto e distante. Era come se durante la sua forzata assenza, seguita al malore che l'aveva colpita, avesse comunque captato con l'istinto che dietro c'era qualcosa di serio. E la domanda successiva era la certificazione del suo fine percepire.

«Sono qui perché ho un brutto male?»

A Francesco scoppiava il cuore. Sì, era proprio così, ma non poteva dirlo. Non nei termini in cui la questione era stata presentata a lui. Con quella modalità assolutistica che escludeva qualsiasi possibilità diversa dall'unica presa in considerazione. Perché la diagnosi non poteva essere opinabile? Non sarebbe stato saggio da parte sua esporsi troppo. Si rifiutava di scartare la rimanente gamma di alternative, specie dinanzi a Ilenia.

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