22- don't talk

704 52 31
                                    

"Quindi, ecco il piano" la signorina Paige disse, facendo uscire dei fogli dalla sua cartella. Paige era, a quanto pare, l'avvocato d'ufficio che avevano dato a Louis dopo che la polizia lo portò in centrale sotto sequestro "dovrai-"

"Mi dichiaro colpevole e mi pento delle mie azioni" la precedette Louis, sospirando "so già come andrà, non è la mia prima volta, mi dica solo quanto sarà la cauzione"

"Beh..." Paige lesse qualcosa su uno dei foglie ed emise un sospiro "Hai già la fedina penale sporca. Se ti dichiari colpevole, eviterai di aprire un processo, e probabilmente ti daranno possibilità di cauzione, ma... per duecento grammi di droga, la cauzione sarà-"

"Erano molto più di duecento grammi"

Lei sbuffò "si, ma questo i poliziotti non lo sanno, e noi vogliamo che resti così, non è vero?" Louis annuì, concordando, e Paige sorrise "Hai fatto solo una bravata per potere avere dei soldi in più per l'università, ti sei pentito di averlo fatto, mi hai capito?" Louis annuì di nuovo "ora, rimarrà tra di noi, quanta droga hai venduto a quel tizio?" Louis la guardò esistente, così "non lo dirò a nessuno, c'è il segreto professionale tra avvocato e cliente"

"Va bene..." fece schioccare la lingua "settecento" sussurrò.

Lei alzò le sopracciglia "cazzo, è veramente tanta, come te la sei trovata?"

"Un coglione all'università mi ha ricattato"

"Come si chiama? Potrei fare qualcosa"

"No, io- non faccia niente, ha delle cose..."

"Compromettenti?"

Louis alzò le spalle ed annuì "più o meno"

"Allora non farò niente, ma dimmi comunque il nome"

Louis si morse l'interno della guancia, poi sospirò "Andrew Smith"

"Oh, grandioso" grugnì Paige "ci sta sempre lui in mezzo, è incredibile!"

Louis la guardò con le sopracciglia corrucciate "cosa intende?"

"Smith è uno stronzo, non è la prima volta che ricatta qualche ragazzo così che facciano il lavoro sporco per lui, e poi, non appena è sicuro di avere i soldi, chiama la polizia anonimamente"

"Aspetti-" Louis alzò le sopracciglia "È stato Smith ha chiamare la polizia?" Paige annuì "io lo uccido"

"Un crimine alla volta, ok?" La signorina fece vedere a Louis un foglio. Quando Louis lo lesse, vide un copione "imparati queste battute, sono quelle che dirai nella tua confessione" spiegò indicando il foglio "secondo la tua fedina penale e il carico di droga... direi che metteranno la tua cauzione sui diecimila, forse quindici"

Louis fece un sospiro, portandosi le mani ai capelli "dove me li trovo tutti questi soldi?"

"Qualche amico che potrebbe farti un prestito?"

"Potrei chiamare Harry..." grugnì "na se gli dico quello che è successo si incazzerà sicuramente"

"Lo chiamo io, se vuoi, parlo a nome tuo in quanto tuo legale"

"No, io- posso chiamare Zayn? È un mio amico"

"Ti ricordi il suo numero?" Louis annuì, così Paige gli passò il proprio telefono, già aperto sull'applicazione delle chiamate "fai in fretta, però"

"Grazie"

Quindi Louis chiamò Zayn e gli raccontò tutto quello che era successo. Gli raccontò del ricatto, del video, della droga e finì con il suo arresto. "Amico, mi dispiace ma io non ho tutti quei soldi" disse Zayn al telefono, il tono apologetico.

Louis sospirò e si portò una mano tra i capelli, portandoseli all'indietro "Va bene, ehm... troverò un modo, devo solo..." sbuffò "merda, sono nei casini più totali"

Sentì Zayn tirare un forte sospiro dall'altra parte del telefono "senti, ci penso io, ok? Tu aspetta"

"In che senso ci pensi tu? Cosa farai?"

"Io- ho un'idea, ma se te la dicessi ti incazzeresti, quindi non te la dirò" rispose Zayn "tranquillo, entro domani, massimo dopodomani starai fuori" detto questo, Zayn chiuse la chiamata e Louis rimase per qualche secondo immobile col telefono ancora al suo orecchio.

Dormire in una cella era abbastanza scomodo. Sopratutto se avevi come compagno di cella un ragazzo che non la smetteva mai di parlare. Davvero, non si stancava dopo un po' a sentire la propria voce?

Per i giorni che passò nella cella, non sentì Harry. Disse a Tommy di dirgli che era dovuto tornare dalle sorelle per un'emergenza, anche se non era vero, ma doveva pur dire qualcosa per giustificare la sua assenza.

Voleva chiamarlo, ma aveva paura. Non gli aveva ancora detto niente di tutta quella faccenda, e non sapeva come iniziare quella conversazione. Quindi, Louis decise di fare la persona matura e di nascondere ad Harry il suo arresto. Si, sembrava un buon piano.

Come Zayn aveva promesso, quel lunedì, alle sei di mattina, le luci si accesero e un poliziotto si avvicinò alle sbarre della piccola cella dove era rinchiuso Louis "Tomlinson?" Louis si alzò dalla brandina dove era sdraiato ed annuì, portandosi i palmi delle mani sugli occhi, così da poterli coprire dalla luce "la tua cauzione è stata pagata, sei libero di andare, dobbiamo solo fare dei controlli e farti firmare una cosa. Ora seguimi"

Louis seguì il poliziotto, arrivando alla hall della centrale di polizia. Si guardò attorno confuso. Come diavolo aveva fatto Zayn a farlo uscire? Dove aveva preso i soldi?

Continuò a guardarsi attorno, quando i suoi occhi catturarono la sagoma dell'ultima persone che sperava di vedere in quel momento. Harry era in piedi, di fronte a una poliziotta, stava firmando qualcosa. Louis si avvicinò spaventato, Harry lo guardò lateralmente, senza dire niente, ma Louis riusciva bene a vedere la rabbia nei suoi occhi "signor Tomlinson, il suo ragazzo ha pagato la cauzione, deve solamente lasciare una firma qui e poi è libero di andare" disse quella poliziotta.

Louis chiuse gli occhi e si maledisse. Poi riaprì gli occhi e firmò il rilasciamento. "Ti aspetto in macchina" Sentì la voce di Harry borbottare, prima che uscisse dalla centrale.

Louis posò la penna che gli era stata data e guardò, perso, il muro, non sapendo cosa fare. Harry sembrava veramente veramente incazzato.

Prese un bel respiro e anche lui uscì dalla centrale, dopo aver ripreso i suoi oggetti personali. Vide la macchina di Harry parcheggiata alla fine della strada, così si avvicinò, aprì lo sportello e vi entrò. Dentro c'era già Harry, seduto sul sedile del guidatore, non dengandolo nemmeno di uno sguardo, le mani strette attorno il volante.

Louis guardò il volto di Harry "Harry-"

"Non parlare Louis" lo interruppe il maggiore, mettendo in moto la macchina "non voglio sentire nemmeno una fottuta parola, devo passare per casa e poi andare all'università. La giornata è appena iniziata e l'hai già rovinata" così Louis rimase in silenzio mentre Harry guidava verso casa, un senso di colpa enorme dentro di lui, e la voglia di dirgli la verità, ma sapeva che non poteva. Andrew era stato chiaro, se Harry fosse venuto a conoscenza del video o del ricatto, allora quel fottuto video sarebbe stato pubblicato.

Quindi non disse niente, rimase in silenzio, mentre si sentiva come se volesse solamente piangere e urlare, perché sapeva di aver mandato tutto a puttane.

Reckless || LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora