Capitolo 2

58 2 0
                                    

                                                                                                        Kyle

-Richards!- di prima mattina sentire il capo che mi urla nelle orecchie non è il massimo.
-Si, dica-
-Devi andare a prendere la signorina Evelyn Johnson all'aeroporto.- aspetta, quella Evelyn Johnson? La stilista di cui tutti parlano quì dentro? E poi io?
-Scusi, io faccio il Fashion designer perchè dovrei andare a...- neanche ebbi il tempo di finire la frase che in capo mi aggredì verbalmente, come sempre.
-Richards, sono il tuo capo o no? Valla a prendere e portala fino a qui. Ok?-
Rischiavo di essere licenziato.
-Ok, a che ora?- speriamo tra un po' di tempo, ho un sonno tremendo -tra cinque minuti- ma vaffanculo va.
Presi i miei jeans dolce e gabbana che almeno non mettevo da tre mesi e li misi poi le scarpe e la mia camicia nera.
Andai a tutta velocitá per l'autostrada, "non ci arriverò mai"
Posteggiai la mia auto e scesi velocemente dall'auto salendo di corsa le scale "Capo: sei arrivato" "Kyle: Si"  Andai vicino al bagno, dove si dovrebbero posare i bagagli ed aspettai.
Chi sá come sará "Evelyn Johnson" non l'ho mai vista, potrebbe essere simpatica, potrebbe essere una bella donna... con dei lunghi capelli biondi e degli occhi azzurri, ma...sono già le 8:46 dov'è?!
Mi squillò il telefono "Robert: Oh, Kyle oggi sei libero?" ma che vuole mio fratello a quest'ora? "Kyle:No" spensi il telefono ed aspettai.

Una donna bassa con almeno tre borsoni Louis Vuitton e quattro valigie Gucci, dei capelli lunghi e rossi, degli occhiali da sole alzai sulla testa e vestita di tutto punto si avvicinò a me -Evelyn Johnson?- chiesi guardandola stupito -Si, tu sei?- rispose lei ammaliata (si vedeva da un miglio come mi guardava) -Kyle Richards-.
Dire che il volo fu straziante è poco. Lei, in un posto non suo, con il suo frullato al kiwi che emanava un odore orrendo  e che lavorava anche sull'aereo, o mamma mia.
Scendemmo dall'aereo e mi diressi verso la macchina noleggiata, misi in moto e partì verso l'ufficio Newyorkese.
-Johnson, da quando sei diventata così silenziosa?- allora guardai dallo specchietto -Johnson?- Oh merda! L'ho dimenticata lí!  Mi ucciderá, il capo mi ucciderá , sono fottuto.
Ormai ero arrivato e non valeva la pena tornare indietro quindi mi misi seduto ad aspettare che arrivasse fumando una sigaretta. Ad un certo punto sentí il bip dall'ascensore e le porte si aprirono -Johnson!- Lei alzò lo sguardo verso di me e mi fulminò con lo sguardo -Richards...- disse  portando le sue valigie davanti a me -Mi hai dimenticato nell'aeroporto, non sei neanche tornato a prendermi e sono stata costretta a tornare con un cazzo di uber!- Urló puntandomi il dito contro.
Mi alzai facendo un tiro con la sigaretta -Senti, non l'ho fatto apposta, può capitare- dissi guardandola negli occhi -Ti odio- disse lei spostandosi  una ciocca di capelli dal viso.
Io scossi la testa e me ne andai nel mio ufficio -Richards! Dove vai?!- urlò lei dall'altro lato della stanza con le sue valigie ultra piene di vestiti.
"Mi fa troppa pena"
Ci tornai -Vieni, ti faccio vedere qual'è il tuo ufficio- lei tirò un sospiro di sollievo -Mi aiuti a portare le valigie?- disse prendendo i borsoni -No, lasciali lì a meno che tu non dorma in ufficio- allora le poso leggermente per terra -ecco, vieni-
-Ma è così grande?- domandò levandosi gli occhiali dalla testa -Si- risposi sistemandomi le maniche della camicia -Richards ma qualche volta sei un po' gentile verbalmente?- mamma mia ma questa deve parlare per forza? -Sono gentile-
-Ok ma ti vedo un po'...-
-Scazzato?-
-Si esatto- rispose lei con quel tono di superioritá
-Non volevo venirti a prendere, tutto qui-
-Oh ma che galantuomo- Sarò stato troppo schietto? E va be.
-Questo è il tuo ufficio-
-È attaccato al tuo...- disse lei con un accento di disperazione
-Eh si, non è stata una scelta mia, per qualsiasi cosa non chiamarmi.- conclusi e mi chiusi nel mio ufficio.
Iniziai a disegnare un abito che sicuramente Evelyn non riuscirá mai a creare, ha degli occhi bellissimi, verdi, ti scavano dentro, va be, cambiamo argomento.
Iniziai a sentire delle canzoni di Ed sheeran provenire dall'ufficio della Johnson, misi delle cuffie per cercare di non sentirla ma, era insopportabile.
-Johnson!- ok ci vado.
Bussai gentilmente ma non aprì, -Johnson! Apri!- Ok giuro che adesso entro.
-Richards? Cosa c'è- disse lei fermando la musica.
-C'è che mi stai facendo venire una depressione inimmaginabile con questa musica di Ed Sheeran, ok è bravo
ma alle tre di pomeriggio mi taglio un po' le vene, non credi?-
Lei allora mi guardò e si alzò gli occhiali da vista -Non mi interessa, lavora- disse facendola ripartire -Ciao ciao- concluse poi facendo un gesto con la mano.
Mi sta portando ad odiarla.
Finalmente due ore dopo si fermò quella tortura e tolse la musica, ma credo sia uscita anche lei.
Devo credere che ha già finito un abito? Vado a controllare.
Andai nel suo ufficio e guardai i tre manichini che c'erano lì dentro; uno era vuoto, altri due avevano indosso un vestito, o meglio un vero e proprio abito da sera.
Wow.
Rimasi lì a fissarlo per un po' di tempo fino a che non fui interrotto, -Johnson- disse una voce femminile, la voce di Vanessa, una mia collega che... mi odiava.
-Richards?-
-Vanessa?-
-Cosa ci fai qui? Adesso stalkeri la Johnson?- oh mamma mia
-Ma ti ha dato di volta il cervello?!- dissi difendendomi -Stavo solo cercando una cosa che mi ha preso durante il volo- Finirò all'inferno
-E cosa sentiamo?- disse lei alzando un sopracciglio -Non-Sono-Cazzi-Tuoi-
-Parla bene Kyle- Ma questa non cede eh -Si ok ma ora te ne vai? Tanto sto andando via-
-Dimmi davvero perché sei qua dentro-
-Te l'ho detto- L'ho già detto che finirò all'inferno?
-Va bene, ma vattene-
-Lo stavo facendo- uscì dalla stanza ed andai nel mio ufficio, presi le mie cose e andai verso il mio hotel.
-Finalmente- varcai la soglia della mia camera -Casa dolce casa-
Una sinfonia depressiva mi arrivò all'orecchio ed una voce familiare arrivò dal balcone.
-Oh no- mi affacciai e vidi Evelyn appendere la sua biancheria intima nello stendino -Johnson?!-
-Richards!?-
Oh no.

Un appuntamento a Central ParkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora