Evelyn
Zack... come potevo non aspettarmelo?
La cena andò bene, mangiai come se non lo facessi da un anno e con Kyle, beh non aggiungo altro.
Mi squillò il telefono e dovetti alzarmi da quel letto caldo, che palle.
Era Vanessa che stranamente chiamava me invece che Kyle, un miracolo.
-Si?-
-Kyle è con te?- Come non detto.
-No, dimmi tutto-
-Niente, non risponde al cellulare dopo ieri volevo chiarire una cosa- Mh, immagino.
-Non posso aiutarti, mi spiace- Andai a prendere delle gallette ed un succo e finalmente ripresi i miei ritmi.
-Carotina, oggi non ti affacci?-
-Stavo facendo Yoga se può interessarti-
-No grazie, non prendo lezioni di yoga-
-Come non detto-
-Ancora non ci credo che non parti-
-Neanche io ci credo- Risposi perdendo la concentrazione e sganciando il piede dalla mia coscia.
-Ma non credo neanche che tu voglia una pedata in testa-
-Perchè?-
-Mi deconcentri-
-Sono qui apposta amore- Aspetta, amore? Non credo di sentirmi bene.
-Non credo che ci starai ancora per molto qui fuori.- Gli risposi stiracchiandomi.
-E cosa te lo fa pensare?-
- Il fatto che io stia entrando.- Presi le mie cose ed entrai nella mia camera. Amavo provocarlo.
-Carotina, aspetta!- Suonò in camera mia.
-Oggi non abbiamo lavoro e tu sembra che voglia solo fare yoga, corriamo a Central Park e la facciamo finita?-
-Perfetto- presi le mie cose e iniziai ad uscire dalla porta con la mia tuta rosa aderente. Mi osservava tutto il tempo.
-Vuoi una foto?-
-Si grazie- rispose lui raggiungendomi correndo. Devo dire che con il codino, gli occhiali da sole e la tuta non stava per niente male.
-Ti ha chiamato Vanessa?- Aspettavo proprio questo.
-Si Kylino, che è successo "Ieri sera"?- Mi guardò levandosi gli occhiali.
-Nulla-
-Non sai mentire-
-Ok, mi è piombata addosso- Presi d'istinto il telefono.
-Che fai?- mi chiese rimettendosi gli occhiali nervoso.
-Ora vedrai-
"Vanessa la stronza" Sta squillando.
-Evelyn! Ciao, dimmi tutto-
-Stai alla larga da Kyle-
-Cosa?-
-Hai sentito bene tesoro mio, se non gli stai alla larga tu, ti faccio stare alla larga io-
-L'hai uccisa- commentò Kyle non appena posai nervosa il telefono.
-Se lo merita-
Si morse il labbro inferiore ridendo soddisfatto.
-Sentì Kyle, domani viene davvero mio padre e non sa di noi due. Non fare scenate, lui ama e sempre amerá l'inglesissimo Zack, non sará felice di sapere che sto con un NewYorkese.-
-Tu vuoi che io non ti parli per un giorno?-
-Esatto-
-Finalmente!-
-Ehi!- Gli urlai tirandogli una pacca sul collo.
-Scherzo, scherzo-
Cosa c'è di meglio di correre e superare il tuo ragazzo a Central Park? Assolutamente nulla.
-Ehi-
-Ehi! Ferma, sono stanco...- Mi chiamò facendomi levare una cuffia.
-Riposati, passo a prenderti dopo- Risposi rimettendomi la cuffiette che lui prese e si mise in tasca.
-Ci fermiamo?-
Che palle.
-Ok, bevi-
-Che ore sono Carotina?-
-Sono le... 12:10- Aspetta, correvamo da... due ore? Evelyn, hai superato ogni singolo record!
-Le dodici? Tu sei pazza, non correrò mai più con te!- Raccolsi i miei capelli rossi che lui ammirò a bocca aperta.
Scoprì il mio collo e lì lui notò il mio secondo e ultimo tatuaggio, mi chiedo perché non l'avesse notato prima.
-Un'altro?- Mi chiese staccandosi dalla borraccia in metallo che portava nello zaino.
-Cosa?-
-Tatuaggio- Come dicevo...
-Si, qualche problema Richards?-
-No, mi piaci ancora di più- Sorrisi sotto i baffi.
-Niente smancerie, solo corse, devo smaltire le calorie!- La sua espressione cambiò in quella di "sconto scioccato"
-Smaltire! Sei magrissima!- Magrissima? Bah.
-Magrissima? Non direi proprio-
-Si Evelyn, sei perfetta, non devi fare palestra, corsa solo perché devi smaltire i chili che non hai. Devi farlo perché ti piace.-
-Mi piace infatti- Staccai il contatto visivo, non mi piaceva correre. Ma dovevo farlo se no, sarei diventata come Tully, e sarei finita in ospedale...
-Evelyn, guardami. Non è vero, non ci metti passione, ti sei seduta, avresti continuato a correre se ti fosse piaciuto davvero- Mi prese un giramento di testa e diventai pallida in un istante.
-Non credo di sentirmi bene, Kyle- Mi poggiai una mano sopra la testa per vedere la mia temperatura.
Ero normale.
Un'altro giramento di testa mi stordì più di prima e la pelle d'oca si fece nota sul mio corpo.
Non so cosa mi stesse succedendo.
Ero spaventata lo ammetto.
Cosa potevo fare? Sperare di non star male?
Svenni tra le sue braccia e lo sentì per un istante urlare il mio nome spaventato.
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Un appuntamento a Central Park
RomanceEvelyn ha ventidue anni ed è la persona più sbadata di tutta Los Angeles. Kyle ne ha trentaquattro ed è il più menefreghista di tutta Albany. Evelyn è ordinata, ha i suoi schemi ed è una stilista di successo. Kyle è un fashion designer e se va due...