Evelyn
Mi svegliai nel letto di Kyle, ancora vestita come la sera prima. Mi sentivo stordita, molto stordita.
Mi girava la testa e sentivo un gusto amaro in bocca. Mi alzai andando in bagno per sciacquarmi la bocca quando sentii l'acqua accendersi. Sobbalzai e mi voltai verso la doccia.
-Kyle? Sei tu?- Chiesi aprendo la tendina.
-Enrique?!-
-Evelyn?!- Urlai di testa e chiusi violentemente la tendina.
-Dov'è Kyle?- Non mi ricordavo nulla della sera prima, solo di aver bevuto così tanto da aver dormito a casa di Kyle.
-È fuori-
-Fuori dove?- Uscì dalla doccia con un'asciugamano in vita. Non so cosa ci vedesse di bello Celine in quest'uomo.
-Semplicemente fuori, non so dove. Possibilmente a comprarsi un pacchetto di sigarette-
-E tu? Tu perché sei a casa di Kyle, nella doccia di Kyle e...- Mi bloccai al pensiero che quella che aveva in vita Enrique era l'asciugamano di Kyle...
-Potrei farti la stessa domanda Evelyn- Sempre in mezzo ai piedi.
-Quando te ne vai?-
-Non me ne vado per ora- Sentimmo la porta aprirsi e Kyle spuntò da essa.
-Ragazzi?- Mi voltai a guardarlo e rischiai lo svenimento immediato.
-Che cosa ci fa Enrique qui e... E perché non se ne vuole andare?! - Lui Sorrise e si passò la lingua tra i denti.
-Non ti arrabbiare, è qui perché Celine lo ha mollato davanti l'hotel dicendo "È finita! Vai a vivere con Kyle e rompigli i coglioni invece che farlo con me!"-
-Non ha fatto proprio così ma... il succo è quello- Kyle allora si avvicinò a me.
-Carotina e tu? Non hai memoria di ieri?- Mi disse sotto voce prendendomi per i fianchi.
Enrique scoppiò a ridere.
-Carotina? Ok, non me l'aspettavo- Kyle si avvicinò a lui serio e gli disse -Fatti i cazzi tuoi Enrique-
-Ok, ok non ti incazzare- Continuò Enrique colpevole. Kyle abbassò lo sguardo.
-Cazzo Enrique! Hai la mia tovaglia?!-
-Si?- Rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Vado nella mia camera- Li interruppi per levarmi di mezzo. Hanno sempre da ridire.
-Non esiste- Mi trattenne Kyle prendendomi per il braccio.
-Se ne sta andando, vero Enrique?-
-Ma vaffanculo!- Si tolse la tovaglia dalla vita che cadde in terra e Kyle mi coprì gli occhi in tempo record.
-Enrique!- Oh, santo, cielo.
-Esci subito!- il profumo della mano di Kyle mi attraversò le narici e non volle più uscire.
Enrique si vestì ed uscì.
-No, non ricordo nulla di ieri sera, che è successo-
-Oh, Mi sono preso a pugni con un uomo, tu stavi per pianger, ti sei ubriacata e hai vomitato pure l'anima. Poi, hai insistito di voler dormire con te ed eccoci qui- Quella risposta mi spiazzò completamente.
-Tutto qui?-
-Si, cosa volevi succedesse?-
-No, no nulla-
-Mh, capisco. Eri ubriaca. Non potevo- Si avvicinò a me.
-No, devo andare a lavoro-
-Eddai!-
-Più tardi- Mi staccai da lui anche se controvoglia ed andai in camera mia.
Andai a piedi nel mio ufficio "Style" Entrai in ascensore e digitai "15".
-Eccomi!- Affermai appena entrata felice di aver finito tutti gli abiti per la sfilata più importante.
Tutti però, mi guardavano un po' tristi. Vanessa no, vanessa mi odiava e basta.
Entrai nel mio ufficio Andai verso i manichini.
-Cazzo!- Chi me li aveva rubati?!
-Adesso venute qui, e mi spiegate chi cazzo mi ha rubato gli abiti! La sfilata è domani!- Kyle arrivò poco dopo del mio sfogo.
-Che succede?-
-Mi hanno rubato gli abiti-
-chi?-
-Non ne ho idea!- Allora si diresse verso l'ufficio di Zack.
-Si può sapere che cazzo hai fatto?-
-Nulla, che dovrei fare?-
-Vestiti, sfilata, domani...non lo sai? -
-Si?-
-Torna i vestiti a Evelyn, immediatamente!- Sembrava mio padre. Zack si alzò e si avvicinò a Kyle con fare autoritario.
-Non ho toccato nulla alla tua ragazza- Merda! Nessuno lo sapeva che stessimo insieme.
-Ragazza?- Chiese Vanessa insospettita.
-Beh no...- Iniziai io.
-Si Vanessa, qualche problema? Torna nella tua scrivania e non rompere i coglioni- Colpita e affondata.
-Invece l'hai toccata fin troppo Hart- lo
presi per il braccio.
-Non vi toccate, Hart, so fare un abito in trenta secondi, cinque non saranno troppi-
Andai in ufficio e iniziai a cucire, ricucire, cucire, ricucire.
Alle cinque e un quarto di notte uscì per una pausa, ne avevo fatti più di cinque.
-Evelyn, sono in camera tua, ti aspetto.- Kyle, mi stupisci sempre.Fu il cinguettio degli uccelli a svegliarmi. La mano gigante di Kyle era appoggiata sul mio ventre ed io ero completamente gelata dal suo corpo.
Oggi era la vigilia del grande giorno, dovevo solo incartare i vestiti e riposarmi, dopo tutto quel lavoro di ieri non riuscivo nemmeno a stare all'impiedi.
Senza svegliare Kyle gli spostai la mano ma questo non bastó per non farlo sobbalzare.
-Dove vai?- Ha proprio il sonno leggero.
-A lavoro- gli risposi piano, aveva gli occhi semichiusi ed i capelli scompigliati.
-Vengo anch'io allora- Non gli potei dire di no.
Andammo verso la sua macchina e ci incamminammo verso "Style".
-Andiamo-
Salimmo le scale ed arrivammo all'ascensore che sembrava un vecchio montacarichi.
-Sono ansioso per te-
-Io no, ho fiducia- risposi senza nessuna paura.
Arrivati salutai ed entrai nel mio ufficio.
Mi voltai verso i vestiti e mi scappò un urlo.
-Evelyn, che succede?- indicai i miei dodici vestiti tagliuzzati e bruciati.
-Chi cazzo è stato?-
-Non lo so, c'è solo questo biglietto...- Risposi irrequita.
"Ti farò passare l'inferno Evelyn Johnson."
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Un appuntamento a Central Park
RomanceEvelyn ha ventidue anni ed è la persona più sbadata di tutta Los Angeles. Kyle ne ha trentaquattro ed è il più menefreghista di tutta Albany. Evelyn è ordinata, ha i suoi schemi ed è una stilista di successo. Kyle è un fashion designer e se va due...