Capitolo 5

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Evelyn

Tornata dalla sfilata mi buttai sul letto, tirai un sospiro di sollievo.
Però uno squillo insistente proveniente dal mio telefono continuava a disturbarmi.
"Mamma: Evelyn, devo dirti una cosa, so che magari non è il momento giusto o il modo giusto ma è corretto che tu lo sappia."
-Che è successo?-
"Evelyn:Dimmi"
"Mamma: Syria, ci ha lasciati e"
Mi cadde il telefono dalle mani.
-Syria ?- Mormorai tra me e me.
Una lacrima scese sul mio viso macchiandolo di mascara, uscì in balcone per prendere un pò d'aria ma appena uscì fuori scoppiai in lacrime.
-Evelyn?- Sentiamo cos'ha da dire anche adesso il mio "amatissimo" Richards.

Quando bussò in camera mia lo vidi, i capelli raccolti in un piccolo codino, i jeans e una camicia aperta -Posso?- come potevo dirgli di no?
-Che è successo?-
-È... è mo, morta- Lui allora si girò verso di me -Chi?-
-Mia sorella.- Allora si rigirò ai fornelli portandomi una tazza di tisana.
-Ti piace no?- Annuì, avrei bevuto qualsiasi cosa, non pensavo ad altro che non sia Syria.
-Com'è successo?- Non lo sapevo, non avevo letto tutto il messaggio e non avevo voglia di farlo.
-Non lo so- 
-Dovresti saperlo, ti farebbe sentire meglio- Oh, io non credo proprio.
-Non voglio, non l'ho neanche potuta salutare. Eravamo arrabbiate l'una con l'altra e non le ho potuto neanche chiedere scusa...- La sua mano si mise dietro il mio collo.
-Se stai cercando di persuadermi per andare a letto con me non ci riuscirai.-
-Non sto cercando di fare nulla Evelyn, voglio solo comportarmi da buon amico-
-Ma se tu mi odi!-
-Oh tu hai iniziato ad odiarmi, io ho favorito-
-Non ho voglio di odiare nessuno per ora- .
Prese una sigaretta e la mise tra le labbra.
-Un'altra?-
-Si-
Sono felice di aver smesso di fumare. -Adesso bevi la tisana, ti guardi un bel film e vai a dormire che sono le quattro del mattino e domani devi andare a correre-.
-Ma quale film, quale corsa-
-Devi andare avanti Evelyn, sicuramente Syria non tornerà indietro a dirti "sono arrabbiata con te per non avermi chiesto scusa neanche da morta"-  Non mi stava facendo sentire meglio.
-Allora che vorresti fare, andare a fare shopping?-
-Si- ok, forse sono pazza, ma lo shopping è terapeutico.
-Stai scherzando-
-No-
-Ma sono le quattro del mattino-
-Shopping online e domani in negozio?-
-Va bene-.
Lui prese il pacchetto di sigarette ed uscì dalla mia camera senza neanche salutarmi, maleducato.
Quella notte non chiusi occhio, sia per Syria e sia per il pensiero che Richards aveva provato a rimorchiarmi. Che spreco di tempo.

-Richards, alzati. Dobbiamo andare a lavoro.- Non si sveglia neanche se gli suoni una tromba nelle orecchie.
-Richards!- nessuna risposta.
Presi un completo rosa dall'armadio e lo indossai, i miei tacchi bianchi stavano appoggiati al comò in attesa che li mettessi.
-Sono pronta- Suonai al campanello di Richards che non rispose allora chiamai una signora delle pulizie che passava lì vicino a me.
-Scusi?- lei si voltò a guardarmi con ammirazione.
-Sei, sei davvero Evelyn Johnson?- un'altra fan opprimente.
-Si, vuole un autografo in cambio di un favore?-
-Si, grazie infinite signorina johnson, io non so come ringraziarla, davvero!- Oh mamma, voglio solo le chiavi di un appartamento! Ogni volta la stessa storia.
-Ecco la foto signora- feci un finto sorriso a centoventicinque denti e andai dritta al punto.
-Senta, mi potrebbe dare le chiavi di questa camera?- La signora cercò nel secchiello estremamente lurido che aveva affianco.
-Tenga- Ah, di già? Credevo ci volesse di più.
-Oh, grazie mille signora, la saluto, saluti anche tutta la sua famiglia.-
Oh finalmente se n'è andata. Una sanguisuga.
Aprì la porta della camera di Richards e lo vidi sdraiato sul letto con un bicchiere di Bloody Mary nel comodino.
-Richards- Niente.
-Richards!- alzai un po' il tono di voce.
Allora gliandai vicino e i avvicinai al suo orecchio.
-Richards!!- ok, ho svegliato mezzo hotel.
-Cazzo Evelyn!- Le promesse le deve mantenere, lo shopping è shopping!
-Alzati, cambiati, sistemati, prendi la cartella del lavoro. Ma soprattutto, prendi la tua carta di credito illimitata- Lui mi guardò stranito.
Ma che vuole?
-Evelyn, come cazzo fai a sapere che la mia carta di credito è illimitata?- Istinto.
-Lo so e basta, ora cambiati. Te lo devo dire in Russo?-
-Si- Oh rimarrà stupito, altrochè.
-Переоденься-
-Oh cazzo- Eh, lo sapevo.
-Stupito?-
-Un tantino-
-Cambiati!-
Ma è sordo?
-Ora, un'attimo- Ma un'attimo un corno!
-Scordatelo-
-Devo riprendermi-
-E da cosa!?-
-Dal fatto che la pazza donna dai capelli rossi come il fuoco, nonchè mia vicina, mi è entrata in camera urlandomi di alzarmi!-
Capelli rossi come il fuoco? Bella questa.
-Stai male Richards-
-Sto benissimo-
Non sembra proprio.
-Mi hai promesso ieri sera alle tre del mattino, che mi avresti portato a fare shopping!-
Allora mi guardò spaventato.
-Shopping? Avevo bevuto-
-Poi hai provato a rimorchiarmi per poi uscirne con "Sto solo facendo il buon amico" Ma vaffanculo Richards-
-Si, avevo decisamente bevuto-
Allora guardai sulla sua scrivania e vidi il "New York Times" che mi fissava, implorando di leggerlo.
Allora lo presi e guardai in prima pagina.
"La famosa stilista Evelyn Johnson è stata la migliore di tutte le stiliste di questa stagione! Afferma il presidente."
Ok credo siano cazzate.
-Sei sul New York Times, hai visto?- c'era delusione nel suo tono.
-Si, ci sono arrivata-
-Ed io non lo farò mai- ma com'è che deve sempre parlar di lui!?
-Si, infatti-

Settecentocinquanta euro e cinquanta sono troppi? Non per Evelyn Johnson.
-Non portarmi mai più-
-Dovevo, te l'ho detto è terapeutico-
-Cazzo Evelyn, non per me che ho sganciato settecentocinquanta euro!-
-Richards! Siamo in ritardo per lavoro!- addio reputazione.
-Chi se ne frega- Ma questo è proprio strano!
-Andiamo, forza!-
Dire che ho fatto tanti abiti quando sono arrivata è poco.
Ne ho fatti esattamente sette, wow.

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