Capitolo 7.

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Evelyn.

Trovarsi un vicino appeso al balcone, è piuttosto inquietante.
Tra esattamente un'ora viene mio padre e non so che fare. Sará sicuramente molto, ma molto incazzato.
Non gli è mai passata la rabbia nei miei confronti, soprattutto quando, in autostrada mi andò un'auto addosso facendomi finire all'ospedale.
"Evelyn! Dovevi stare attenta!" Cazzo! più attenta di così!
Sono senza speranze ed adesso che mia sorella se n'era andata, avrá perso molto più interesse verso di me.
Lei, gli faceva capire o meglio, vedere il mio potenziale.
Senza di lei non so come fare.
-Evelyn!- Richards? Ma cosa vuole!? Non solo mi ha preso l'intimo, adesso mi chiama pure?
Io almeno i boxer glieli avevo restituiti.
-Che cosa vuoi?-
-Mi ha chiamato il capo, ci vuole al lavoro immediatamente.-
Ma chi ci va al lavoro con mio padre alla porta.
-Ma non esiste proprio, sta venendo mio padre, lo sai- lui allora prese il mio reggiseno e il suo accendino.
-Potrei bruciare questo, bellissimo pezzo unico rosa di pizzo di Victoria's Secret- Ma è fuori di testa? Mi sarà costato almeno, cento dollari!
-Non, lo toccare Richards-
-E tu vieni- Oh mamma.
-Va bene- non avevo scelta.
-Sbrigati, e trentasette dobbiamo essere lì.- Ma perché non e quaranta? Mah.
"Papá: Evelyn, dov'è che abiti?" Oh merda!
-Richards, mi ha messaggiato mio padre. Adesso cosa faccio? Mi ucciderá!-
-Evelyn, lascialo perdere-
-Non posso!-
-Fa come vuoi allora. Digli che non ci siamo- Non CI siamo?
-Che non ci sono, io Richards.-
-Ah, si.-
"Evelyn: Papá, scusami. Non ci sono, sono fuori per lavoro" "Papá: Cazzo Evelyn! Prima te ne vai dalla nostra agenzia ed ora sei fuori per il tuo stupido lavoro? Ti voglio a casa entro dieci minuti"
"Evelyn: Papà ti ho detto che non ci sono." Lo sapevo.
-Richards! Lo sapevo, c'è l'ha con me!- Kyle allora alzò gli occhi al cielo,
-Entra in macchina, lasciagli il visualizzato.- Ma è pazzo o cosa?
-Mi farebbe fuori in un istante-
-Non, mi ,interessa- Ma è sempre così? Poveri genitori.
Salimmo in macchina.
-Ma i tuoi genitori?- Lui non mi guardò neanche.
-Non ne voglio parlare, grazie comunque- Sono più curiosa di prima adesso!
-Eddai-
-Evelyn! Ho detto no!- modera il tono Richards.
-Scusa- disse lui poi guardandomi dispiaciuto.
-Sono abituata-
-Che vuoi dire?-
-Nulla, nulla. Semplicemente sono abituata- Non ho voglia di parlare degli anni peggiori della mia vita.
-Stiamo per arrivare- Non ho mai provato così tanto imbarazzo, nello stare in macchina con un uomo.
-Ok-

-Ciao a tutti. Scusatemi per tutta questa fretta, ma è molto importante.- Disse il capo in videocall su Skype.
-Richards, Johnson, Lowise e per l'occasione, il famoso, o meglio famosissimo stilista Zack Hart!-
Sono nella merda.
-Ciao a tutti, è un vero ono... Evelyn?- Tirai un lungo respiro.
-Zack! Che piacere rivederti!- Non è vero.
-Da quanto tempo eh!- ma è serio?
-Si infatti, sette giorni eh, tantissimi- Mi voltai verso Richards e la sua espressione diceva tutto.
-Richards! Sei sempre come prima!-
-Di certo non cambiavo per vederti, Hart.-
-Ci speravo-
-Evelyn bellissima come sempre, Richards odioso come non mai e tu capo amato, sempre il migliore!-
A Serena Lowise non la calcolava proprio.
-Hart, chiama anche Evelyn per cognome, porta rispetto anche a lei no?-
Cazzo! Deve stare solo zitto!
-Il rispetto che non gli hai mai portato, o sbaglio?- Richards! Zitto!
Gli diedi un calcio sotto la sedia.
-Quindi capo, perché ci ha convocati?- Tagliai corto io.
-Si, vi ho convocati perché, a breve ci sará una sfilata di moda a Parigi, Milano, Londra e Istanbul. E dovete disegnare e creare degli abiti, che verranno poi selezionati. I più belli ovviamente, verranno selezionati, quelli fatti con più passione e credo che sará, molto ma molto difficile scegliere con tutti questi talenti che ho davanti. Buona fortuna, domani inizierete.
Hart, c'è una scrivania libera nell'ufficio di Johnson, puoi stare con lei-
-Certo, andiamo d'amore e d'accordo io e lei, vero Evelyn?-
-Chiamami Johnson, comunque ok-
Ho appena firmato la mia morte.
Richards si girò a guardarmi con gli occhi spalancati -Hai le palle signorina- mi bisbiglio in macchina.
-Siamo soli, puoi dirlo forte-
-Evelyn Johnson ha le palle!- Ok magari non così forte.
-Ho davvero accettato di stare in ufficio con il mio ex? Ok sto male-
-Si, stai proprio male- Era concentrato sulla strada, non distoglieva lo sguardo.
Ero sicura.

Sentivo bussare alla porta del mio ufficio -Ci siamo Evelyn, fredda come il ghiaccio-
-Evelyn!- Zack aveva due bottiglie di spumante in mano.
-Scordatelo, lavoriamo, soprattutto nel mio ufficio, quindi non rompere le palle e fai il bravo-
Presi le bottiglie e una la buttai, l'altra la misi nella buca di Richards.
-Sei bellissima Evelyn-
-Tu no, lavora e non ti distrarre- Troppo fredda? Nah.
Non potti stare neanche due minuti che Zack si alzò e si diresse verso di me girandomi la mia sedia.
-Vuoi davvero Lavorare?-
-Eccome, se tu non vuoi farlo non è un mio problema-
-Ma tecnicamente sei Single, le single non lavorano a lungo- Che cazzo significa?!
-Non sono single-
-Ah no? E con chi stai?-
-Con Kyle Richards-
Evelyn! Impara a non dire cavolate! Sono nella merda!

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