Evelyn
-Richards?- Oh no, anche qui?!
-Johnson!-
-Scusami ma tu non eri di New York? Perché sei in un Hotel?- gli chiesi mentre appendevo i vestiti appena lavati il quel lurido stendino.
-Aspetta- Ah pure? Odio aspettare.
-Ma che fai entri?!- non mi da neanche conto, sono disperata.-Eccomi- Finalmente direi.
-Alleluja- esclamai appoggiandomi alla ringhiera del balconcino.
-Io sono dello stato di New York, sono nato ad Albany. Per lavoro sto qui.- Perfetto, devo sopportarlo per tutti i due mesi.
-Arrivò subito allora- dissi entrando in camera, presi un foglio di carta ed iniziai a scrivere. -Se non le rispetta, giuro che gli finisce male.- sussurrai iniziando a scrivere.
-Johnson che stai facendo?- Urlò Richards dal balcone.
Ma deve sempre urlare quando parla?
-Fai silenzio Richards! Sto arrivando- dissi o meglio urlai.
Uscì dalla mia camera è bussai a quella di Richards.
-Ma che stai facendo?-
-Sto mettendo delle regole-
Fece una faccia sconvolgente -Stupito?-
-Scioccato-
Appesi le regole sul frigorifero -Allora, iniziamo-
Fece un sospiro sconsolato e prese una sigaretta, -Oh ti prego, siamo al chiuso, qui dentro c'è una puzza disgustosa di Nicotina e tu mi fumi in faccia? Ti prego-
-Leggi queste regole e non rompere- ma è sempre così? Boh.
-Prima regola: Dopo la mezzanotte Musica, rumori disturbanti ed altro devo CESSARE di esistere.-
-Impossibile- sono disperata. Lo fulminai con lo sguardo -Continua-
-Seconda regola: Se ti svegli prima di me non venirmi a chiamare al balcone per dirmi qualcosa perché è una cosa che mi irrita- allora sorrise mordendosi il labbro, wow. Ok basta guardarlo Evelyn!
-Mi sveglio di pomeriggio, tranquilla- ah e non ci va a lavoro?
-Regola tre: Non devi urlare- allora alzò gli occhi al cielo.
-Ma non posso fare nulla!- Esatto
-Ma fammi finire!-
-Vai forza- disse lui sconsolato.
-Quarta regola: devi mantenere almeno un metro di distanza da me-
-Eh, chi ti tocca- ok mi ha offesa.
-Quinta regola-
-Senti sai cosa? Lasciale lì sul frigo me le leggo da solo- Mamma mia che arrogante!
-Va bene, fai come vuoi- Mi voltai ed andai nella mia camera.Presi il mio tappetino da yoga e me ne andai in terrazzo, a rilassarmi un po', -Johnson ma tu il giorno non stai un pò davanti alla Tv? Non ti rilassi mai?- Oh mamma, ma questo quando se ne sta un pò rintanato dentro invece di disturbare me?!
-Per tua informazione mi stavo rilassando-
-Con una gamba per terra e l'altra appoggiata sulla coscia?-
-Si, si chiama Y-O-G-A mai sentito?-
-Si ma non ti si addice- ma è serio?
-Perchè?-
-Perché sei: molto magra, stra ricca e sei in un fottuto Hotel- ok sta esagerando
-Prima cosa non sono stra ricca e yoga mi aiuta, non vuol dire niente la mia corporatura e la mia situazione economica!- ecco ho perso la concentrazione.
-Secondo me dice tutto.-
-Smettila, non ti sopporto più e sono appena arrivata-
-Oh, anche io non ti sopporto, vedi abbiamo una cosa in comune- Piuttosto che avere qualcosa in comune con lui mi ammazzerei.
-Fatti il tuo yoga,io entro- come se io glielo avessi mai chiesto.
-Meglio, ciao ciao- Finalmente un pò di pace... o almeno lo credevo.
Una musica rock proveniente della stanza di Richards a tutto volume invade la mia facendomi sussultare, lo odio.
Ormai erano le 19:30 ed io con quel frastuono ed il temporale che si era creato fuori, beh sono stata costretta a rientrare.
Sciolsi i capelli che fino a quel momento erano chiusi in una stretta coda di cavallo ed entrai in bagno per farmi una doccia, non appena entrata però... successe una cosa che non volevo accadesse.
-Ahhh! Un ragno!- era un ragno enorme, attaccato alle pareti della doccia che mi fissava con quei suoi occhi malvagi.
Che schifo.
-Johnson? Che hai fatto?!- Urlò Richards dal balcone.
-Non sono affari tuoi!- mi misi una tovaglia addosso ed andai a prendere un mio profumo -Non ti muovere, non ti muovere... Gli spruzzai il profumo sopra e... il ragno mi finì addosso.
-Ahh! Levati!! Che schifo! Ahhh!- Tirai via l'asciugamano e ne misi un'altra.
Approfittando che quel perfido "coso" fosse sotto l'asciugamano, gli tirai una mia ciabatta sopra con tutte le mie forze e sbirciai fuori dalla porta d'ingresso.
Ditemi se non si chiama fortuna questa! La donna con il carrello delle pulizie era lí.
Aprì di poco la porta, ma questo bastò per tirare l'asciugamano con il ragno all'interno dentro il bidone.
-Si!- adesso posso farmi una doccia.
Domani avevo una sfilata e ancora mi mancavano da realizzare due abiti, sta sera devo rimanere in hotel.
Uscì dalla doccia e mi legai i capelli con un mollettone di quelli di mia madre, poi mi misi il pigiama e andai dritta nella scrivania con :carta e penna.
Ideai due abiti pazzeschi ascoltando musica, fino a che non suonò il servizio in camera.
-Grazie molte- Prima di chiudere guardai la porta di Richards, le avrá buttate le mie regole? Glielo chiederò domattina, sono le due di mattina, starà dormendo.Ok no, Richards non stava dormendo. Come lo so? C'è una ragazza in camera sua e, voi... davvero non volete sentire quello che sto sentendo io in questo momento.
Misi il cuscino sopra la testa per cercare di non sentire, ma niente da fare.
Dopo un po' di tempo quei rumori cessarono, e menomale.
Sentì la porta di Richards chiudersi è una voce femminile: -Chiamami- si, che adesso lui ti chiama, a lui non frega niente di nessuno. Poi, di quante ragazze ha dietro a te pensa.
-Certo bella- si, si. Richards ci crediamo tutti.
Finalmente quella sera mi addormentai, alle tre di mattina.Driin* inizió a suonare la sveglia con la canzone Dance the night di Dua Lipa, poteva essere un bel risveglio, se solo non fosse che mi sono addormentata tre ore prima!
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Un appuntamento a Central Park
RomanceEvelyn ha ventidue anni ed è la persona più sbadata di tutta Los Angeles. Kyle ne ha trentaquattro ed è il più menefreghista di tutta Albany. Evelyn è ordinata, ha i suoi schemi ed è una stilista di successo. Kyle è un fashion designer e se va due...