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"Perfetto ragazzi, la lezione di oggi è finita"

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"Perfetto ragazzi, la lezione di oggi è finita"

Mi alzai per dirigermi verso il lavello. Lavai con cura tutti i miei pennelli per poi riporli nella mia valigetta marrone.
Lasciammo tutti quanti le tele sui propri piedistalli. Solo quando si saranno asciugate saremmo potute andarle a prenderle.
Guardai il dipinto di quel giorno soddisfatta.
Solo un occhio critico avrebbe capito che si trattava di Gojo. E solo chi guardava all'arte con un forte sentimento ne avrebbe compreso la personalità.
Dopo essermi tolta il grembiule e sistemata per uscire, mi avviai verso la porta.
Il vento autunnale muoveva i miei capelli. Il freddo pervase la mia pelle scoperta. La sera iniziavano a scendere le temperature, ma l'odore della pioggia e delle foglie caduto mi rilassava.
Con il sole che ci stava lasciando mi avviai per andare a casa.

"Dove scappi?"

Ormai avevo imparato a riconoscere la sua voce. Sentì il rumore dei suoi passi farsi sempre più vicino.

"Scappo a casa"

Non lo aspettai. Continuai per la mia strada. Andai avanti e non lo degnai di uno sguardo.

"E casa dove sta?"

Non risposi, il silenzio lo fece per me. Strinsi nel pugno il manico della valigetta per il freddo. La pioggia che era caduta poco fa aveva alzato molta umidità, che insieme al venticello che si muoveva, creavano una brezza fresca, forse un po' troppo.
Mi fermai subito appena si mise davanti a me.
Era così alto. Dovevo alzare lo sguardo per guardarlo. I suoi capelli erano inumiditi dal tempo. E il suo solito sorriso da sbruffone era stampato sul suo viso.

"Dai ti accompagno, è tardi non puoi tornare da sola..il sole sta calando"

Aveva ragione. In men che non si dica sarebbe diventato buio. Lo guardai di sottecchi. Poteva avere un secondo fine? Forse voleva solo far arrabbiare suo cugino, sapeva che si sarebbe innervosito.

"Va bene"

Da galantuomo prese sia lo zaino e poi la valigetta, per poi adagiarmi con cura la sua giacca blu.
Il suo calore riscaldò il mio coro infreddolito. Fu un piacere accettare la sua giacca, e farmi riscaldare. Aveva sicuramente vinto qualche punto con questo segno di galanteria.
Gli sorrisi per ringraziarlo.

"Allora come conosci mio cugino?"

"Stiamo in classe insieme"

Ci conoscevamo dall'inizio del liceo. Mi ero trasferita qua da Kyoto quando avevo quattordici anni. Il primo giorno di scuola non conoscevo nessuno. Lui era stato così socievole da farmi sedere al suo fianco.
Da quel momento andammo sempre d'accordo. Io gli passavo i compiti e lui mi portava alle feste e mi faceva conoscere tutti.

L'amore su telaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora