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Avevo appena finito di ripetere storia a Jiro

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Avevo appena finito di ripetere storia a Jiro. Eravamo seduti sul tavolo in giardino. Sarebbe stata una delle ultime giornate calde prima che l'autunno prendesse il sopravvento. Il sole mi scaldava le gambe scoperte dai jeans. Sopra indossavo il pezzo di un bikini bianco.
Non ero solita indossare costumi di quel colore, perché ogni volta che mi facevo il bagno e poi uscivo dall'acqua diventava tutto trasparente. Ero nuda agli occhi degli altri.
Quel giorno non mi sarei fatta il bagno, perciò decisi di usarlo visto che lo avevo comprato quella estate.

"Ora tocca a te"

Mi alzai dalla sedia per avvicinarmi al bordo della piscina. Immersi di poco il piede per sentire l'acqua tiepida. Intanto Jiro iniziò a ripetere, proprio come avevo fatto io, il capitolo di storia sulla prima guerra mondiale.
La prossima settimana avremmo avuto un compito, quindi volevamo avvantaggiarci. O meglio, io volevo, lui mi seguiva annoiato. Avrebbe preferito allenarsi a basket con i suoi amici, però aveva assecondato le mie richieste.

"Attenzione"

Un urlo maschile provenne alle mie spalle. Fu tutto così veloce che non realizzai nulla. Una chioma bianca e due occhi brillanti mi stavano venendo incontro a grandi falcate. Le sue braccia si avvitarono al mio bacino. Il suo corpo mi spinse all'indietro, proprio dove ci avrebbe accolto la piscina.
Il contatto con l'acqua mi fece rabbrividire, non era così tiepida come avevo sentito con il piede. Tornai in superficie per riprendere il fiato che mi aveva tolto.
Mi portai i capelli bagnati indietro. Davo le spalle al colpevole di quel disastro, e per fortuna che ero sommersa non di fronte a lui. Il mio costume bianco era diventato trasparente. Se l'idiota di Gojo fosse stato davanti a me, mi avrebbe vista come se fossi stata senza veli.
Mi coprì il seno con entrambe le braccia e poi mi voltai per guardarlo.

"Sei impazzito o cosa?"

Lui non aveva fatto altro che ridere da quando era uscito dalle profondità della piscina. Io invece tremavo soltanto. Si avvicinò a me abbracciandomi da davanti, il suo calore avvolse il mio corpo. E per un po' smisi di far sbattere i miei denti.
Portai una mano al suo petto nudo e per la prima volta toccai i suoi addominali scolpiti. Ma di cosa si nutriva questo ragazzo? Sport?
Salì le scale mantenendo le braccia sul petto.

"Dai torna qua"

Ignorai il suo commento e mi avviai verso Geto che teneva tra le mani una maglietta azzurra. Afferrai il tessuto senza neanche chiedere, dopo quello che mi avevano fatto era il minimo.
Diedi le spalle a tutti i presenti e mi infilai in quella maglietta troppo grande per la mia fisicità.
Un profumo di fave di Tonka e noce moscata colpì il mio olfatto. Rimasi esterrefatta da quell'odore così inebriante. Portai il tessuto al naso e senti qualcosa dentro di me smuoversi.

"Quella sarebbe mia in realtà"

Si ritrovò davanti a me. Era il suo profumo, e bastava quello per eccitarmi. Passò una mano tra i suoi capelli bagnati, e mi sorrise. L'acqua sul suo corpo si era trasformata in tante piccole goccioline, che accarezzavano le sue braccia e i suoi addominali fino ad arrivare all'orlo del costume. In quel momento avevo tanto desiderato di essere una di quelle gocce.

L'amore su telaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora