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Eravamo dentro un rifugio

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Eravamo dentro un rifugio. All'apparenza da fuori sembrava abbandonato, ma dentro c'era un piccolo camino con della legna, pronta per accendere un fuoco caldo. Un letto con coperte pulite e una cucina ben arredata.
Nonostante fossimo dentro e al riparo, i vestiti freddi non aiutavano a riscaldarci.
Osservai Gojo togliersi la sua maglietta azzurra. Il chiaro della sua pelle illuminò il buio intorno a noi. Con il tessuto della sua maglia si asciugo i capelli, e i miei occhi caddero sui suoi addominali scolpiti. Non era la prima volta che lo vedevo a petto nudo, ma ora, era diverso. Eravamo solo io e lui. Si avvicinò al camino, e iniziò ad accendere il fuoco. Le fiamme iniziarono a bruciare la legna, e a riscaldare l'ambiente circostante.
Mi misi subito seduta sul grande tappeto che si trovava davanti il camino. Tremavo dal freddo, e nonostante il calore delle fiamme, i tessuti bagnati addosso non gli permettevano di riscaldarmi.

"Togliti il maglione, o congelerai"

"Non rimarrò nuda davanti a te"

Portai le ginocchia al mio petto. Ero rannicchiata per cercare di creare un calore nel mio corpo e riscaldarmi con l'aiuto del fuoco.

"Sono sicuro che ti piacerebbe invece"

Si sedette dietro di me. Mi afferrò portandomi in mezzo alle sue gambe aperte e allungate per terra.

"Che fai?"

"Cerco di riscaldarti, visto che sei testarda"

Le sue braccia mi strinsero al suo petto, ormai asciutto. Il fuoco e il calore del suo corpo iniziò a farmi percepire un po' di caldo. Chiusi gli occhi e cercai di inebriarmi di quella piacevole sensazione. Le sue labbra si posarono sul mio collo, dedicandomi baci sparsi fino al dietro del mio orecchio.

"Che stai facendo Gojo?"

"Voglio solo che ti rilassi"

Mi voltai verso di lui. I suoi capelli erano arruffati, e i suoi occhi sembravano quasi trasparenti. La sua mano mi accarezzò la guancia e, fu così veloce, che non riuscii neanche a realizzarlo. Le sue labbra si erano posate sulle mie in un rapido e lampo bacio a stampo.

"Lasciati andare"

Le sue parole furono quasi un sussurro. Il suo naso per la millesima volta sfiorò il mio. Non mi importava di nulla.
Voleva prendermi in giro? Che lo facesse, dopotutto com'è che si dice? Bisogna sbatterci la testa. Jiro non avrebbe mai accettato? Lo avrebbe dovuto fare, per me. Lasciai che le sue labbra si posarono su di me. I suoi baci erano delicati e intensi. La sua lingua picchiettò sulla mia bocca per richiedermi il permesso, che concessi senza neanche pensarci.
La presa sui miei fianchi mi fece sospirare in quel bacio. Le nostre lingue erano unite, sembrava come se stessero ballando una coreografia romantica. Non era il mio primo bacio, ma era il primo che mi fece eccitare così tanto. Gemetti quando le sua mani si posarono sul mio fondoschiena per spingermi ancora di più a lui. Sentii le sue dita camminare lungo il mio corpo, fino all'orlo del pullover, ancora bagnato. Ormai il danno lo avevo fatto, era inutile fare dei passi indietro. Le sue dita sollevarono il tessuto. Rimasi davanti a lui con solo il reggiseno a coprire la mia parte superiore. Le mie mano affondarono nei suoi capelli chiari e le sue labbra si avventarono di nuovo sulle sue. Sospirai per il piacere del calore del suo corpo quando toccò il mio.

L'amore su telaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora