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Gli occhi si chiudevano

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Gli occhi si chiudevano. Il professore continuava a parlare, a dire lettere e numeri che per me non avevano senso. Il ticchettio del gesso sulla lavagna mi svegliava ad ogni colpo. Jiro continuava a darmi gomitate sul braccio per tenermi sveglia. Odiavo la matematica, in realtà provavo una forte sensazione di vomito per tutto ciò che contenesse numeri e simboli strani.
Presi la penna e iniziai a disegnare sul mio quaderno degli occhi. Avevo bisogno di restare sveglia, e questo era l'unico modo per tenermi vigile.
Le mie mani si muovevano da sole, con la mina ricreavo ogni minimo dettaglio. Non avevo bisogno di colori per far brillare quel piccolo schizzo. Osservai il capolavoro all'angolo del mio quaderno a quadretti. Non avevo pensato a nessuno, ma a quanto pare le mie mani avevano avuto in mente una persona ben precisa mentre disegnavano.
Mi spaventai quasi di me stessa, perfino da un disegno i suoi occhi mi facevano battere il cuore.

"Perché hai disegnato gli occhi di Satoru"

Portai la mano al mio petto, spaventata. Non credevo stesse guardando quello schizzo, tantomeno pensavo che riuscisse a vederlo.

"Non sono i suoi"

In un certo senso era la verità, ma, solo dopo averli terminati, realizzai che erano uguali a quelli di Gojo Junior. Mi mancavano sue due matite, bianca e azzurra. Se li avessi colorati avrei avuto i suoi occhi sempre con me.

"A me, sembrano i suoi"

Sbuffai. Presi la gomma da cancellare e rimossi ogni traccia di lui, dal mio quaderno e dalla mia testa.
D'un tratto dal corridoio si poterono udire delle urla. Tutte le teste degli studenti si volsero verso la porta che si aprì bruscamente, sbattendo contro il muro. Gojo Junior e Geto erano entrati con il fiatone, gli sguardi terrorizzati e la mano sul cuore.

"INCENDIO, scappate subito"

Solo tre parole. Tutti entrarono nel panico. Il professore fece dare a terra il gessetto, ci guardò e rimase con la bocca aperta. Gli studenti in classe urlavano e chiedevano cosa fare. Lui non reagiva. Era il suo primo giorno da supplente, poverino.

"Tutti fuori"

Urlo indicando la porta, da dove i due ex alunni erano entrati allarmando tutti. Guardai fuori dalla finestra per ricercare le fiamme, o il fumo, di cui non si sentiva neanche l'odore. Niente. Osservai il cortile e trovai i due ragazzi piegati in due dalle risate. Erano due idioti, però mi ero svegliata. Soprattutto quella lezione sarebbe finita ancora prima.

"Ehi voi due fuori forza"

Jiro stava guardando suo cugino e il suo migliore amico con forte sguardo di disapprovazione. Non rideva al contrario di me. Io cercavo di nascondere il sorriso con la mano, non volevo che il professore potesse capire che era tutto uno scherzo, o ci avrebbe fatto tornare in classe.
Arrivammo nel cortile, dove vi erano solo i miei compagni di classe. Tutti stavano in silenzio, avevano compreso che qualcosa non quadrava. Il professore osservava la scuola, le sue finestre e i suoi studenti intenti a studiare. Vidi Gojo mentre mi faceva una linguaccia avvicinarsi a noi sorridente. Fu la prima volta che vidi Geto ridere così tanto. Al suo fianco era sempre sorridente. Una voce mi fece girare verso l'entrata da cui eravamo usciti.

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