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Ero fissa al bancone delle bevande

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Ero fissa al bancone delle bevande. Avevo detto a Jiro che sarei andata a prendere un po' di succo per entrambi. La verità era una altra, mi ero allontana perché avere vicino Satoru, cioè Gojo il traditore, con quella arronza della mia compagna di classe mi faceva venire il voltastomaco e sentivo io bisogno di creare più distanza possibile tra di noi. Dal momento in cui avevo messo piede nella palestra della nostra scuola, lui non mi aveva degnata di uno sguardo. Erano stretti l'uno all'altro. Lei rideva e gli toccava ogni tre secondi i capelli, per poi guardarmi con quello sguardo vittorioso. E lui? Le teneva sempre quella mano sul fianco, senza mai scendere sul quel culo rotondo come un cocomero. Per non parlare poi del vestito abbinato alla sua cravatta? Cielo.
Non ero gelosa, affatto. Era solo troppo stretto il corsetto del mio vestito. Tutto qui.
Lasciai perdere il succo, e mi avviai verso l'uscita della palestra. Dovevo prendere un po' d'aria fresca, solo un po' di distanza non avrebbe mai aiutato.
L'aria mi smosse le ciocche di libere di capelli.

"Ehi"

Mi voltai. Il mio migliore amico era venuto in modo soccorso, come sempre"

"Ehi Namie, pensa a me, ignorarlo, concentrati su di me"

"È difficile Jiro, lui è proprio davanti i miei occhi, come quel giorno"

"Perché non puoi lasciarti andare con me? Cosa ha lui che io non ho, si può sapere?"

Quando credevo di avere un amico al mio fianco, questo mi pugnalava davanti. Perché non riusciva ad accettare il fatto che non riuscissi a vederlo oltre all'amicizia?

"È diverso Jiro"

Si avvicinò a me pronto a parlare, ma venne interrotto da una voce conosciuta"

"Ciao ragazzi"

Mi voltai e e ritrovai Geto. Da quando io e Gojo ci eravamo lasciati lui era sparito.

"Geto staremmo parlando, puoi lasciarci soli?"

"Prima credo che qui vadano risolte delle questioni, non credi anche tu, Jiro?"

Suguru non mi guardava, i suoi occhi erano diretti solo a Jiro. A quanto pare questa sera non esistevo per nessuno.

"Non mi sembra"

"Parlate pure, io me ne vado"

Salutai Suguru, e mi voltai verso Jiro per allontanarmi e rientrare nell'inferno che mi attendeva.
Invece una mano mi afferrò per il polso e mi bloccò.

"No, tu devi ascoltare"

La voce di Suguru era fredda, non che fosse una persona che esternasse i propri sentimenti. In questo momento però, sembrava incazzato nero.

"Non è strano che Satoru e Naemi si siano lasciati proprio quel giorno?"

"Cosa ci sarebbe di strano?"

Domandai guardando prima il mio amico, e poi Suguru.

"Eh si Jiro, cosa ci sarebbe di strano, che dici risolviamo il dilemma che sta logorando due cuori?"

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