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Oggi avrei compiuto 18 anni

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Oggi avrei compiuto 18 anni.
Da giugno erano entrati a far parte della mia vita due ragazzi. Avevano reso più movimentata ogni mia giornata. Erano diverse settimane che non vedevo Gojo e Geto, e speravo che almeno il giorno del mio compleanno si sarebbero fatti vivi. Dopo quella sera in montagna Gojo non mi aveva scritto e io non avevo scritto a lui. Dopotutto forse er a meglio così. Forse voleva solo scopare quella sera. Ho evitato un cuore spezzato.
Tornai a casa dopo il corso d'arte sola con Jiro. Non faceva che abbracciarmi e ripetermi tanti auguri. Nel mio cuore in realtà speravo di poter sentire quegli auguri da un'altra voce. A quanto pare però doveva aver decifrato il mio silenzio come se non mi piacesse. Era colpa mia dopotutto, e questo era il regalo che mi meritavo.
Entrai in casa con Jiro mentre teneva una delle cartelle di arte.

"Ciao"

Salutai i miei. Erano vestiti e pronti per uscire. Cosa c'era di sbagliato oggi?
Cercai in tutti i modi di mascherare la delusione sul mio viso con un sorriso in faccia.

"Ciao ragazzi"

Mio padre mi diede un bacio sulla testa e poi un cinque al biondo. Mamma si sistemo la borsetta per poi guardarsi un'ultima volta allo specchio.

"Vi ho preparato un po' di ramen, noi andiamo a cena fuori con dei colleghi di papà..non aspettarci sveglia"

Mia madre mi accarezzò il volto e fece lo stesso gesto a Jiro, era come un figlio per lei.

"Jiro non puoi dormire con mia figlia, quindi poi vai a casa tua"

Furono le ultime parole di mio padre, e poi sparirono oltre il giardino di casa.
Il mio stomaco brontolò e mi diressi verso la cucina dopo aver lasciato tutto a terra nell'ingresso.

"Ma dov'è il ramen?"

Sbuffai infastidita. Non vi era alcuna traccia di cibo.

"Forse hanno apparecchiato di fuori, andiamo a vedere"

Jiro uscì fuori al giardino, e io lo seguì con la tristezza che muoveva il mio corpo. Non credevo che una persona potesse influire così tanto sull'umore. Eppure, tu Gojo Satoru, oggi mi rendi così frustrata.
Uscì fuori accolta dall'odore dell'erba, il buio che mi abbracciò, subito andai alla ricerca dell'interruttore.

"Porca miseria..non vedo niente..Jiro"

Prima di uscire aveva spento tutte le luci in casa, quindi ogni possibile illuminazione era off limits. Toccai il muro, e mi mossi alla ricerca del piccolo interruttore.

"Cerchi questo?"

Le luci offuscarono i miei occhi ma la sua figura era nitida davanti. I suoi capelli chiari, i suoi occhi azzurri e il suo sorriso cambiarono il mio umore come il giorno e la notte.
Il suo corpo si buttò su di me abbracciandomi, le sue labbra accarezzarono il mio collo. Sentivo intorno diverse vice che mi facevano gli auguri, ma riuscivo a concentrarmi solo su di lui. Lo strinsi a me, mi era mancato così tanto. Eppure non era neanche il mio ragazzo.
Mi sembrava di esser alla prima cotta, non era il mio primo ragazzo, e neanche il primo amore. Non capivo perché riuscisse a creare in me quel turbine di emozioni.

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