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Un mese dopo

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Un mese dopo

La mia lezione era appena finita. Mi ero catapultata fuori dall'aula per poter chiamare Satoru. Gli orari non ci permettevano di sentirci molto durante la giornata, non che di sera la situazione cambiasse, ma quei pochi minuti che avevamo a disposizione volevo sfruttarli tutti.
Sentivo il suo telefono squillare, e il presentimento di non ricevere una risposta iniziò a farmi sudare le mani. Non dovevo essere negativa, dovevo fidarmi di lui, di me e di noi.
E poi, la sua voce comparve dall'altro lato della linea.

"Amore, come stai?"

L'eccitazione e la felicità si poteva percepire dalla mia voce.

"Tutto bene"

Lo avevo notato. Da una settimana più o meno Satoru aveva iniziato ad essere un po' più freddo. Le lezioni gli portavano via molto tempo, e il più delle volte si addormentava al telefono.

"Questa mattina non hai risposto ai messaggi, vole-" non feci in tempo a finire la frase che mi parlò sopra.

"Namie lo so, ma ieri sono crollato e questa mattina ho rischiato di fare tardi a lezione"

"Capisco..mi manchi"

Lo capivo da una parte, gli orari frenetici, gli allenamenti di calcio, però dall'altro lato, non volevo che la distanza potesse separarci.

"Devo andare, mi stanno chiamando gli altri"

Attaccò. Senza pensarci. Senza aspettare una mia risposta. Senza dirmi mi manchi.
Lasciai ricadere le braccia lungo il corpo. Feci un respiro profondo e alzai la testa. Tutto si sarebbe risolto per il meglio. È il primo mese di cambiamento, era normale avere difficoltà nel gestire tutto. Ce l'avremmo fatta, ne ero certa. Dovevo solo avere fiducia in noi.
Nella breve telefonata avevo camminato fino al mio dormitorio.
Mi affacciai nella stanza di Naho, che era accanto alla mia. La porta era aperta e vuota. La bionda doveva esser uscita con Jiro. Due settimane fa i due si erano incontrati per la prima volta, ed erano rimasti in silenzio a fissarsi per tutto il tempo. La scorsa settimana il mio migliore amico era riuscito a tirare fuori il coraggio, e le aveva chiesto di uscire. Credevo che Naho fosse già tornata dal loro appuntamento, ma a quanto pare stare in sua compagnia le piaceva, quindi erano ancora insieme.
Mi avviai verso la mia camera, e trovai la mia compagna di stanza sdraiata sul suo letto. I capelli ricadevano a terra, le gambe erano sollevate in aria e appoggiate al muro, mentre canticchiava una canzone degli AC/DC.

"Ciao Kinuko"

"Ciao patatona"

Lasciai cadere a terra la borsa con tutti i libri. Non credevo che sarei mai potuta andare d'accordo con lei. Il primo giorno che l'ho vista, aveva i capelli raccolti in piccole treccine,  piercing sul naso, sulla lingua e ombelico la rendevano la tipica cattiva ragazza. Era il mio opposto, eppure era diventata la mia migliore amica. Poteva accadere in così poco tempo??

L'amore su telaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora