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Ero seduta sulle scale ad osservare i miei genitori salutarsi

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Ero seduta sulle scale ad osservare i miei genitori salutarsi. Mio padre continuava a pizzicare con dolcezza i fianchi della mamma, mentre lei gli sistemava il nodo della cravatta e quel ciuffo ribelle che continuava a ricadergli sulla fronte.

"Ripetimi perché devo andare"

"Perché è il tuo capo amore"

Sbuffò lasciando cadere la sua testa sulla spalla minuta della mamma, mentre lei lo rincuorava con dolci carezze dietro la schiena.

Appoggiai la testa sulle mie ginocchia, e sorrisi. Desideravo un amore come il loro. Stavano insieme da più di trent'anni, eppure si amavano come il primo giorno.

"E voi cosa mangerete?"

"Credo che ci ordineremo un panino, o una pizza"

"Allora resto con voi, non si sa mai che il fattorino sia qualcuno da cui difendervi"

"Tu prenderesti le pizze e scapperesti, ora cammina e vai alla cena di lavoro"

Papà sbuffò, e mi fissò con lo sguardo per pregarmi di andare in suo soccorso e aiutarlo a convincere a rimanere a casa.
Sorrisi ma non dissi nulla per aiutarlo nella sua causa persa. I rapporti con lui stavano andando meglio. Aveva iniziato a parlarmi di nuovo, e ogni tanto lo sentivo parlare con la mamma riguardo il mio futuro. Lei gli diceva sempre che doveva essere un genitore non un antagonista pronto a tarparmi le ali.

"Se per le 22:30, non sono di ritorno chiamate e fingete un malore"

"Sì papà"

Diede un ultimo bacio alla mamma sulla guancia e un bacio volante a me, e poi uscì per andare alla sua cena di lavoro.

"Serata tra donne"

Si avvicinò a me, sedendosi al mio fianco e mi strinse a lei.

"Allora come è andata l'altro giorno al capanno con Satoru?"

Mi voltai verso di lei con occhi spalancati. Sapevo che avesse intuito qualcosa, che si fosse accorta dei miei occhi sognanti. Non pensavo però che avesse capito che era grazie alla presenza di Satoru.

"E tu come lo sai?"

"L'ho incontrato per caso in giardino, e per fortuna che l'ho visto io e non tuo padre- mi sistemò i capelli dietro l'orecchio- gli ho dato un piccolo indizio su dove trovarti"

"Ho una mamma meravigliosa"

Si sventolò le mani davanti a se con fare altezzoso. Lo sapeva, lo sapeva eccome!

"Hai sentito?"

Ritornano a guardarla con lo sguardo non comprendendo le sue parole.

"Cosa?"

Mi silenziò le labbra con l'indice della sua mano destra. Si indicò l'orecchio per prestare attenzione ai rumori della casa, e poi un ticchettio risuonò nel corridoio. Ci fu un secondo di silenzio e ne seguì un altro e un altro ancora, e poi scoppio a ridere.
Si alzò e con la sua poca agilità corse su per le restanti scale e si diresse in camera mia. La seguii per vederla poi aprire la finestra e guardare verso il basso.

L'amore su telaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora