12•

196 11 23
                                    

Erano le 19:15 e di Gojo nessuna traccia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Erano le 19:15 e di Gojo nessuna traccia. Non mi ero neanche cambiata dall'uscita del pomeriggio. Sentivo dentro di me che non si sarebbe presentato. Forse il cugino, o forse qualche compagna di università gli avevano fatto capire che non doveva perdere tempo con una come me.
Tenevo tra le mani il romanzo che avevo letto e riletto svariate volte, orgoglio e pregiudizio. Forse Elisabeth era diventata fin troppo parte del mio carattere. Sbuffai infastidita di dover interrompere la mia lettura quando suonò il campanello alla porta.

"Mamma hai dimenticato di nuovo le chiavi?"

Urlai per farmi sentire. Apri la porta e mi ritrovai Gojo con un mazzo di nemophila azzurre e bianche. Indossava il suo solito piumino blu scuro con un paio di jeans.
Fu quasi un gesto automatico richiudere la porta. Non sapevo come reagire, non lo aspettavo davvero.
Eppure sembrava come se lui si aspettasse ogni mi mossa. Il suo piede bloccò la chiusura e con forza si spinse in casa mia.

"Si figliola, le ho lasciate in camera"

Rise mentre mi porgeva i fiori.

"Non credevo saresti venuto sul serio"

Si tolse il giubbotto. Lo attacco all'appendiabiti all'ingresso e sfilò le scarpe. La sua maglietta azzurra esaltavano il colore dei suoi occhi. I suoi diamanti con il freddo avevano delle striature più chiare, quasi trasparenti.

"Sono qua, allora..sei pronta per uscire?"

"Non possiamo"

Mi incamminai verso la mia camera dandogli le spalle. Mi segui come se non fosse la prima volta che entrasse in casa mia.

"Primo appuntamento e già mi porti in camera tua, mi vuoi così tanto?"

Mi sdraiai di nuovo sul letto. Ignorai il suo commento e ripresi a leggere.

"Non c'è nessun appuntamento, torna a casa tua Gojo"

Volevo concentrarmi su quelle parole che sapevo a memoria, ma la sua presenza nella mia camera era un fattore che mi distraeva.
Sentì come la pressione del suo corpo fece sprofondare i piedi del mio letto. Spostai le gambe nude per fargli più spazio, e continuai a tenere lo sguardo fisso sulle pagine del libro, che non stavo più leggendo.
Le sue labbra si posarono sul mio polpaccio. Le sua mani creavano piccoli e sparsi pallini lungo la mia pelle. I suoi baci salirono dal polpaccio fino al ginocchio, per arrivare alla mia coscia. Le sue mani erano quasi al bordo della gonna.
Maledizione a me che avevo deciso di togliere le calze in casa.
Serrai gli occhi dal piacere e un sospiro uscì dalle mie labbra.
Cosa mi fai Gojo Satoru.
Creava dei piccoli cerchi chiusi dalle sue labbra umide.

"Per me va bene rimanere anche nella tua camera, ma l'offerta di uscire è ancora di disponibile se vuoi"

I suoi baci e le sue carezze erano piacevoli ed eccitanti. Ma per quanto lui piacesse non ero ancora pronta per fare quel passo avanti, sopratutto perché tra noi non vi era altro che amicizia.

"Usciamo, ok, usciamo"

Si alzò mentre rideva e guardò per diversi secondi le mie mani dipinte sulla parete della mia camera. Non era più la sua bocca a sorridere, erano anche i suoi occhi, si erano illuminati.
Uscì fuori dalla mia camera lasciandomi sola. Portai una mano al mio petto. Sentivo la mia gabbia toracica vibrare per i battiti veloci del mio cuore.
Aprì le ante del mio armadio e mi soffermai sul disordine di vestiti buttai dentro.
Sentivo la voce di mia mamma risuonare nella mia testa 'metti un po' in ordine qua dentro'. Afferrai un pullover lilla, è un paio di jeans medio scuri a gamba dritta.
Corsi in bagno, per lavarmi e vestirmi.

"È il cugino del tuo migliore amico, non fare cose stupide"

Mi guardavo allo specchio mentre cercavo di tranquillizzarmi. Misi un po' di blush sulle guance. Ascoltai la mia testa che era divisa a metà, come se avessi due me a parlarmi sulle spalle.

Io dico..ma lo hai guardato bene?Bacialo, scopalo, fa ciò vuoi, ma fa qualcosa Namie

Non ascoltarla. È il cugino di Jiro, e sai quanto non corra buon sangue tra i due. Sarebbe come tradire il tuo migliore amico, è questo quello che vuoi, Namie?

Mi accasciai a terra. Chiusi gli occhi è preso un respiro profondo.

"Cosa devo fare?"

Uscì dal bagno con ancora quella domanda volare nella mia testa. Scesi al piano di sotto e lo vidi li.
Seduto sullo scalino all'ingresso. Aveva una gamba allungata mentre guardava il suo smartphone. Non mi aveva visto arrivare e forse non mi aveva neanche sentito. La sua mandibola era ben delineata, e il suo profilo marcato. Le sue mani era grandi anche da lontano. Nonostante fosse seduto la sua altezza era ben evidente. Aveva solo 22 anni eppure raggiungeva i 190 centimetri.

"Mi stai memorizzando per il tuo prossimo dipinto, piccola artista?"

Scesi le scale veloce senza rispondere alla sua affermazione. Solo una linguaccia, che bastò a farlo ridere. Forse era questo che gli piaceva di me. Ero impacciata e alle prime armi. Ma cosa poteva trovarci di bello uno studente universitario in una ragazza liceale?

Afferrai il mio piumino viola lucido ed infilai i miei stivaletti nera. Lo osservai rivestirsi del suo giubbotto e delle sue sneakers. Presi la tracolla e uscimmo di casa.
Era più grande, ma chissà per quale motivo non lo vedevo mai con la sua macchina.
Il vento freddo ci colpì in pieno. I ciuffi che ricadevano sulla mia fronte furono spostati all'indietro. Lo guardai in attesa di sue indicazioni. Mi sorrise e poi prese la mia mano. Le sue dita si intrecciarono alle mie come se fossero fatte per stare unite.

"La tua mano è troppo piccola"

"Forse la tua è troppo grossa"

Mi attirò a se, facendomi scontrare contro il suo petto. Il suo respiro riscaldava il mio viso e i suoi occhi erano incastonati nei miei.

"Oh ti farà impazzire invece la grandezza della mia mano"

La sua mano libera mi accarezzò la coscia, e toccò quasi di sfuggita il mio inguine, per poi entrare nella mia tasca come se nulla fosse.
Avevo capito. Rimasi in silenzio. Quella sua allusione sessuale mi aveva destabilizzata.

"È il tuo ultimo anno di liceo, giusto?"

Mi ripresi, appena, quando sentì la sua domanda.
Annuì ancora silenziosa. Rise. E sapeva anche il motivo del mio silenzio.

"Lo hai già fatto il salto?"

"Che salto?"

***
Giovedì!

Eccoci al loro primo appuntamento.
Io non voglio dire nulla su cosa accadrà, ma dico una parola sola: PREPARATEVI!

Volevo dirvi che intenzione di creare una pagina Instagram, dove vorrei pubblicare anche qualcosa sulle mie storie..voi mi seguireste?

Ci vediamo il prossimo giovedì!

Bye bye da Bi Blue

L'amore su telaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora