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La lezione di inglese era noiosa

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La lezione di inglese era noiosa. E il sorriso sulle mie labbra non aveva intenzione di sparire.
Ero felice. La mia vita era luminosa e spendente come gli occhi di Satoru. A quei maledetti occhi che mi hanno incantata. Li sogno di notte, li immagino di giorno. Potrei disegnarli anche a occhi chiusi ormai.
Ogni tanto mi fisso a guardare la foto della tela che abbiano fatto domenica , con i nostri corpi. Le mie cosce e le mie natiche sono come onde blu su un cielo bianco, e le sue mani sono come il sole e la luna, ai lati opposti del mio corpo. Sento il calore sprigionarsi sul mio viso quando ripenso alle sue labbra sul mio punto più sensibile. L'eccitazione si risveglia, e non dovrei visto che sono seduta accanto a Jiro, a scuola. Eppure è proprio a scuola che è accaduto tutto ciò. Vorrei ridere ma mi trattengo e, nascondo un sorriso dietro la mano.

"Namie Inoue deve recarsi nell'ufficio del preside"

La voce al microfono scolastico mi fece sprofondare nella realtà, in questo mondo che non mi piaceva.

"Che hai combinato?"

Jiro mi guardò sorpreso. Io che combinavi guai era un eufemismo.

"Nulla, dovrà parlarmi della gara di arte che si terrà tra qualche mese"

Annuì e spostò i suoi sul libro.
Afferrai la mia borsa e salutai la professoressa d'inglese. Mi diressi a passo svelto verso l'ufficio del preside. La gara d'arte dovrà essere una grande opportunità per me, per il mio futuro nel college. Sarà un modo per far notare le mie abilità.
Bussai all porta di legno, cono due colpi leggeri e indecisi.

"Avanti"

"Buongiorno Preside"

Sorrise, quasi con fare timido. I suoi occhi non mi guardavano. Mi indicò la poltroncina davanti a lui per farmi accomodare.

"Da qualche mese abbiamo deciso di mettere una guardia di notte e nei giorni in cui la scuola è chiusa, lo sapevi?"

Scossi la testa.
Guardia di notte.
Guardia scuola chiusa.
Domenica scuola chiusa.
Merda.
Merda.
Merda.
Il panico iniziò a salirmi su per le ossa fino al cuore. Un martello continuava a battere nel mio petto, e le mie gambe tamburellavano sul posto.

"Mi ha detto che due ragazzi si sono introdotti, senza permesso, nella scuola questa domenica"

Abbassai lo sguardo incapace di mantenere la testa alta con quel tono autoritario e giudicatorio.

"Ho pensato di lasciar perdere, dopotutto i ragazzi lo fanno, finché non mi ha detto che uno di loro era un ragazzo alto dai capelli chiari come la luna"

Rise.
Cosa c'è da ridere in un momento come questo?

"Ho capito subito di chi stesse parlando. Convieni con me che quando si tratta di Gojo Satoru è sempre meglio esser prudenti"

Strinsi tra le mani il tessuto della mia gonna. La pelle era sudata e la gola secca. Volevo vomitare, tutto quello che avevo mangiato e mille scuse per ciò che era successo.

L'amore su telaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora