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Ambar

Il Camp Nou era pronto ad ospitare i suoi tifosi che erano in fila già da ore per riuscire a raggiungere i posti assegnati.

Io ed Inés eravamo appena uscite dalla stazione della metro ritrovandoci a pochi metri dallo stadio. Assieme alla maglia, Pedri mi aveva lasciato i due pass per me e mia sorella, e ora ci toccava trovare l'addetto alla sicurezza per poter entrare.

Mandai un messaggio al ragazzo avvertendolo che eravamo fuori dallo stadio, e lui mi mandò la foto della zona in cui dovevamo andare.

-quindi ora vi scrivete?- mi rivolsi a mia sorella.

La mattina dopo essermi vista con Pedri, mi ero svegliata con una notizia sconvolgente. Mia sorella aveva conosciuto un ragazzo. Un amico di Vittòria che era qui da qualche anno, aveva origini marocchine, ma a detta sua parlava uno spagnolo sorprendente.

Gli aveva offerto da bere, ed avevano iniziato a parlare. A fine serata lui gli aveva chiesto il suo contatto ed avevano cominciato a scriversi da due giorni. Sembrava davvero colpita da questo ragazzo, e ad Inés non succedeva mai.

-beh sì, messaggiamo, scherziamo, solite cose- alzò le spalle, ed io individuai l'addetto alla sicurezza.

-hai intenzioni serie con... come hai detto che si chiama?- mi fermai poco distante dal grosso uomo, e guardai Inés.

-Ahmed- replicò ed io annuii. Mi avvicinai all'uomo e senza dire niente gli mostrai i pass.

Ci fece segno di entrare e mi ritrovai davanti all'enorme stadio. Dalla televisione non sembrava affatto così grande, e vederlo dal vivo era ipnotizzante. Tornai alla realtà quando sentii mia sorella sospirare, e riguardai la foto di Pedro cercando di capire dove si trovasse.

-è laggiù- Inés mi indicò la fila a bordo campo, ed io assottigliai gli occhi per inquadrarlo meglio.

Percorsi gli scalini fino a raggiungere la prima fila. Mi notò da lontano, e affianco a lui vidi un ragazzo che gli somigliava parecchio.

-ciao- mi baciò entrambe le guance, e fece lo stesso con mia sorella.

-Ambar, lui è mio fratello Fernando, Fer lei è Ambar, e sua sorella Inés- il ragazzo davanti a me allungò la mano ed io la strinsi sorridendo.

-piacere, Pedro mi ha parlato molto di te- guardò suo fratello e si staccò dalla mia mano.

-ne parla bene o male?- scherzai e vidi Pedro imbarazzato.

-benissimo, puoi stare tranquilla- mi rassicurò e prese posto sulla sua poltroncina.

-vieni un attimo- il ragazzo mi afferrò la mano allontanandomi di lì.

-non far caso a mio fratello, a lui piace scherzare- mi parlò vicino all'orecchio ed io ridacchiai.

-non preoccuparti, sembra simpatico, e poi tutti i fratelli lo fanno, anche Inés è così- sentii la sua mano sfiorare la mia, e si avvicinò a me pericolosamente.

-domani saremo su tutti i giornali di Spagna, lo sai?- il suo fiato mi colpii le labbra ed io rabbrividii. Non mi importava dei paparazzi, dei gossip, o delle cose che avrebbero potuto dire. Non avevo mai vissuto una cosa simile, e forse era questo che mi teneva ancora serena, non sapevo come ci si sentisse ad essere oggetto della curiosità dei suoi fan. Davanti a tutto lo stadio c'eravamo solo io e lui.

-a te importa?- dissi, e lui mantenne qualche centimetro di distanza, senza mai staccare gli occhi dai miei.

-non voglio che ti spaventi, i giornalisti sono invadenti e potresti cambiare idea su di me- continuò a parlare ed io lo ascoltai.

Somos • Pedri Gonzalez Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora