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Ambar

Come ci era stato accennato, atterrammo a Barcellona alle otto passate. Pedro era venuto a prenderci all'aereoporto, e saremmo stati insieme prima dei suoi allenamenti.

-mi sei mancata- rientrata a casa, avevo lasciato la valigia ai piedi del letto, e mi ero distesa sul letto assieme al mio ragazzo, per godermi quel poco tempo che ci restava.

-anche tu- gli accarezzai il viso che era ricoperta da un sottile strato di barba. Non mi stancavo mai di ripeterlo, ma gli donava parecchio.

-dovresti tenerla sempre così la barba- gli dissi per poi posargli un bacio a stampo sulle labbra.

-ti piace?- sorrise e mise la sua mano sul bordo dei miei pantaloncini.

-molto, ti sta davvero bene- affermai mantenendo lo sguardo fissò nel suo.

-allora cercherò di tenerla più spesso- mi sovrastò e si infilò tra le mie gambe, per poi cominciare a baciare il mio collo facendomi rabbrividire.

-non ce la facevo più senza di te- ansimò e mi sfilò la maglietta, e anche i pantaloncini. Scese fra le mie cosce e mi baciò l'inguine per poi spostare il mio intimo di lato, e prese a massaggiare la mia intimità con il pollice.

-non ci credo- lo presi in giro e sorrisi eccitata guardando il soffitto.

-dovresti invece- sfilò del tutto la mia biancheria e allargò meglio le mie gambe, ed infilare la testa tra di esse.

La sua lingua umida si poggiò sulla mia entrata e cominciò a muoversi mentre manteneva le mani ai lati delle mie gambe.

Prese un ritmo lento ed io mi aggrappai alle lenzuola cercando di contenermi. Mia sorella era nell'altra stanza, e seppure non ci fosse vergogna soprattutto in questo contesto, non volevo disturbarla.

Prima che potessi venire, Pedro sollevò la testa e concluse strofinando velocemente il suo pollice sul mio clitoride, ed il medio attorno alla mia entrata.

Mi contrassi sotto di lui, e placai il mio orgasmo tappandomi la bocca. Il ragazzo si distese accanto a me, e prese ad accarezzarmi i capelli nel mentre che mi riprendevo.

Verso le dieci, Pedro dovette lasciare il mio appartamento, ma mi lasciò con la promessa che quella sera ci saremmo rivisti.

Impiegai quel pomeriggio a svuotare la valigia, e sistemare la mia stanza e quando finalmente terminai di pulire, mi infilai una felpa ed il mio giubbotto per scendere giù e andare dal tabacchino a prendere le sigarette.

Inés mi seguì, e decidemmo di passeggiare prima per il viale e poi raggiungere il tabacchino che stava a pochi minuti da casa mia.

-sono dieci- presi il mio pacchetto insieme a quello di mia sorella, e lei porse le banconote all'uomo che ci salutò augurandoci buona giornata.

-ti vanno dei churros?- mia sorella si fermò sul ciglio della strada, e di fronte a noi c'era una pasticceria poco frequentata in quegli orari, quindi il momento perfetto per stare in pace.

-d'accordo- annuii ed attraversai la strada, per poi entrare nella pasticceria che aveva alcuni tavoli in una veranda coperta e addobbata ancora con decori natalizi.

Ordinai una porzione di churros assieme ad una cioccolata calda, e quando il nostro ordine arrivò cominciai a gustarmeli. Non appena sarebbe passata l'epifania avevo bisogno di iscrivermi in palestra, e di correggere la mia alimentazione.

Giovedì arrivo a Barcellona, allora ci stai?

Mentre sorseggiavo la mia cioccolata calda vidi il mio display illuminarsi e rivelare un messaggio di Andreas. Mi bloccai sul posto e rimasi incollata allo schermo, quando susseguì un'altro messaggio.

Somos • Pedri Gonzalez Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora