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Ambar

Erano già passati due giorni dal nostro ritorno a Valencia. Il nostro volo era partito da Barcellona alla sei di mattina, dove avevo salutato Pedro che ci aveva accompagnato all'aereoporto, ed era giunto a Valencia intorno alle dieci.

Nostro padre aveva mandato il suo autista a prenderci in aeroporto, e dopo un'abbondante mezz'ora eravamo finalmente giunte a casa nostra.

Il grande giardino della villetta era allestito con decori natalizi dappertutto, così come la casa. Mia madre, come me, era parecchio ossessionata dagli addobbi natalizi, e ci teneva particolarmente che tutto fosse perfetto.

Appena arrivate avevamo salutato i nostri genitori, per poi fare ritorno nelle nostre stanze e goderci l'aria di casa. Quella camera era piena di ricordi; c'erano ancora le polaroid con i nostri amici appese alla bacheca in sughero. Era tutto rimasto identico a come l'avevamo lasciato, lo stesso profumo con cui ci addormentavamo.

-credi che dovremmo toglierle?- mia sorella era in piedi a fissare le foto.

-per il momento non me la sento ancora- presi tra le mani una polaroid che raffigurava il nostro gruppo al nostro diciottesimo.

Ora che c'eravamo trasferite a Barcellona era tutto diverso, non avevamo ancora un vero gruppo di amici, conoscevamo due ragazze, i nostri fidanzati ed i loro amici, ma non era la stessa cosa.

Il nostro gruppo era nato puramente per caso. Una semplice giornata di inizio estate a mare, io ed Inés avevamo già fatto amicizia con Ginny e Patricia siccome erano della nostra stessa scuola, mentre i ragazzi si conoscevano già tra di loro, ed erano sulla nostra stessa spiaggia. Come al solito erano impegnati in una partita di calcio, e la loro palla era finita verso di noi. Da quel giorno abbiamo cominciato a parlare, e a legare sempre di più, per poi scoprire di essere in classe insieme.

Amavo la mia nuova vita, ma dopotutto sentivo la mancanza di quella vecchia.

Mia sorella mi baciò la guancia per poi andarsi a preparare. Quel pomeriggio avevamo intenzione di andare a fare un giro in centro, così da poter tornare nei posti che frequentavamo prima di trasferirci.

Arrivate nella piazza della nostra città avevamo cominciato ad entrare nei soliti negozi d'abbigliamento presenti lungo il corso, facendo scorte di indumenti per quell'inverno ancora lungo.

Uscite dall'ultimo negozio con pesanti buste eravamo dirette ad uno dei bar per goderci un meritato aperitivo, fin quando non sentimmo qualcuno chiamarci.

-Alejandro?- vidi il mio amico seduto al tavolo del bar, e ci invitò ad unirci. Mi scambiai uno sguardo con Inés, e mi fece segno di seguirla.

Solo quando mi cominciai ad avvicinare al tavolo notai che accanto a lui ci fosse Daniel, e di fronte a loro Andreas. Presa dal panico mi fermai di colpo, e ciò non sfuggì al ragazzo.

-come state?- chiese Daniel baciando ad entrambe le guance.

-bene, a voi come vanno le cose? Come mai siete qui?- parlò Inés ed io feci un cenno con la testa ad Andreas che ricambiò.

Mi sedetti tra lui e mia sorella, ed iniziai a temere il peggio. Le mani mi iniziarono a sudare, e la mia gamba sinistra a tremare.

-siamo tornati per natale, ho incontrato ieri Daniel e oggi ci siamo visti. Poi abbiamo incontrato anche Andreas e siamo venuti a prendere qualcosa, vi unite?- spiegò Alejandro e mia sorella mi scosse la gamba da sotto al tavolo.

-volentieri- risposi senza nemmeno rendermene conto, e solo dopo lo sguardo sconvolto di Inés realizzai la grande cazzata che avevamo appena fatto.

Dopo aver ordinato attesimo qualche minuto prima di venire serviti, e così Andreas diede inizio alla conversazione chiedendoci come stesse andando la nostra vita a Barcellona, e comprendendo il mio disagio, Inés parlò quasi la maggior parte del tempo.

-sapete... tutto mi aspettavo tranne che trovare Ambar su tutte le prime pagine dei giornali di Spagna. Ormai sei una star a Barcellona, insieme al tuo calciatore- mentre tutto sembrava procedere bene, ascoltai le parole di Andreas e alzai gli occhi dal telefono a cui mi ero incollata per quella mezz'ora.

-tu di certo non te la passi male- risposi d'impulso e vidi i due ragazzi davanti a me gelare, e mia sorella mi strinse il polso cercando di calmarmi.

-sei gelosa?- accennò un mezzo sorriso che era da sempre uno dei tratti che più preferivo di lui. Ero sorpresa da me, e da come dopo tutte le cattiverie che avevo subito da parte sua, io ancora ci vedessi qualcosa di attraente in lui.

-dovrei fartela io questa domanda- dissi inviperita e sorseggiai il mio martini.

-in tal caso la risposta sarebbe sì. Mi farebbe comodo una fidanzata famosa, e milionaria- alimentò quella che sembrava una lite verbale, ed io mi trovai pronta a rispondere

-non tutti come te hanno secondi fini, qualcuno li prova davvero dei sentimenti al contrario di altri- continuai e l'atmosfera era divenuta tesa. Nessuno osava anche solo fiatare.

-si è fatto tardi, devo andare ragazzi. È stato un piacere rivederti Inés- si alzò dal tavolo, ed io voltai la testa di lato per fissare il pavimento.

Si allontanò da noi e andò verso la sua auto sportiva che valeva sicuramente un sacco di soldi.

-che bastardo- sussurrai tra i denti e strinsi la mia mano in un pugno.

-ci dispiace, non pensavamo sarebbe arrivato a tanto- si scusò Daniel ed io scossi la testa contrariata

-non è colpa vostra, è soltanto lui un'idiota- maledissi il ragazzo e dopo alcuni minuti tornai in me, e continuai a partecipare alla conversazione.

-la vigilia di capodanno abbiamo prenotato un privè al Mya, se non avete programmi volete venire anche voi?- domandò Alejandro.

-se c'è anche quello lì posso restare sepolta sotto le coperte- incrociai le braccia al seno e sbuffai.

-ci saranno un sacco di altre persone non lo vedrai nemmeno- Daniel cercò di convincermi, e guardai i supplichevoli occhi della mia gemella.

-non lo so- alzai le spalle dubbiosa.

-ci saremo, adesso andiamo anche noi- Inés si alzò dalla sedia e prese le buste poggiate ai nostri piedi.

-allora ci vediamo il 31- ridacchiò Daniel ed io gli alzai il medio contro seguendo la mia gemella.

Quella sera, dopo una lunga cena passata a chiacchierare con i nostri genitori, andai a chiudermi nella dépendance della piscina per poter finalmente videochiamare Pedro.

Parlammo per lunghe ore fin quando non mi addormentai sul grande divano in pelle con una ciotola ripiena di pop corn tra le mani.

Ero sicura di ripensare a ciò che era successo quel pomeriggio, ma non appena avevo visto il suo viso apparire sullo schermo mi ero dimenticata di tutto, e avevo trascorso le ore più belle di quella giornata.

Ciaoo!
Preparatevi al prossimo capitolo!
Al prossimo aggiornamento.
Bluemoon 🌙

Somos • Pedri Gonzalez Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora