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Ambar

La mattina seguente quando mi svegliai, avevo ancora gli occhi arrossati dal pianto ed il mio aspetto era cadaverico.

Mia sorella stava ancora dormendo, e così mi alzai e andai in cucina a prepararmi un caffè per accompagnarlo ad una sigaretta. Inés aveva dovuto subire il mio pianto per tutta la notte, e solo quando ero rimasta senza lacrime ero crollata e lei con me.

Tra esattamente una settimana avrei avuto il mio esame all'università, e dovevo ancora completare il vestito, perciò quel giorno mi sarei tenuta occupata con l'abito.

Quando la macchina suonò vidi la tazzina piena della bevanda scura, e così uscii sul balcone dove mi sedetti sul tavolino.

Buttai giù il caffè a piccoli sorsi e subito dopo mi accesi una sigaretta. In quel immane silenzio risuonavano soltanto i miei pensieri.

Avevo ancora impressa davanti agli occhi la scena di quella ragazza, ed il viso di Pedro impassibile. Mi pentivo di essermi di nuovo fidata di un uomo. Mi sentivo una stupida, e tanto debole di fronte a quella situazione.

Una lacrima solitaria sfuggì dal mio occhio e l'asciugai, mi morsi il labbro trattenendo un singhiozzo e guardai in alto per non scoppiare a piangere.

Terminai la sigaretta e rientrai in casa. Quella giornata era nuvolosa ma meglio di ieri, almeno il mio umore non sarebbe stato condizionato anche dal cattivo tempo.

Restai per tutta la mattinata in pigiama e seduta sul divano a guardare una serie di cui non ero minimamente interessata. Il mio pensiero ricadeva continuamente lì, e non riuscivo ad evitarlo.

-giorno- vidi Inés uscire dalla stanza con i capelli completamente in disordine ed una lunga felpa del suo ragazzo a coprirla.

-ei- ricambiai e presi un sorso d'acqua dalla bottiglia accanto a me. Inés venne ad affiancarmi e poggiò un braccio attorno alla mia vita per abbracciarmi.

-come va?- mi lasciò un bacio in fronte ed io tirai le ginocchia al petto.

-uno schifo, un vero schifo- risposi senza pensarci nemmeno due volte. A mia sorella non potevo mentire, lei lo capiva all'istante come stessi.

-dico ad Ahmed di non venire, così possiamo stare insieme io e te- prese il suo cellulare in mano, ed io glielo strappai prima di poter fare qualcosa.

-no, non pensarci neanche Inés. È giusto che tu stia con lui, io starò bene, ho il vestito per l'esame da finire, e devo studiare per la patente- parlai e lei mi rivolse il suo sguardo da supplica.

-non fare quella faccia, oggi stai con lui- la minacciai prima di restituirgli il telefono.

-va bene, però resteremo a casa così non starai da sola- balzò dal divano e scrisse al ragazzo prima di potermi opporre.

Ad ora di pranzo Ahmed arrivò con due bustoni pieni di sushi, che divorammo in meno di un'ora. Dopo aver dato una ripulita alla cucina, lasciai la coppia da sola, e tornai nella mia stanza dove diedi inizio alla mia sessione di studio.

Ad ora di cena mi feci di nuovo viva nel salone. Avevo finalmente concluso il vestito se non per qualche modifica da aggiustare in poco tempo. Avevo anche studiato le pagine che mi restavano per concludere il manuale di scuola guida, e adesso mi toccava solo aspettare la data del mio esame pratico.

Passai davanti al divano dov'erano distesi la coppietta che non si scollava nemmeno per un secondo. Ero felicissima per mia sorella, ma in quel momento qualsiasi coppia mi avrebbe fatto vomitare.

Afferrai le fettine di carne che avevo messo a scongelare, ed iniziai a cucinare per tutti e tre.

In un attimo di silenzio mi accorsi che Ahmed stava guardando El classico in TV. Mi ero appena ricordata che Pedri avrebbe giocato quel giorno, e così distolsi gli occhi dallo schermo e mi concentrai sui fornelli.

Somos • Pedri Gonzalez Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora