Capitolo 19

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Secoli, millenni per pubblicare una storia, lo so. Perdonatemi... 😓
*********

Quel bacio me lo presi io. Non era vero che non voleva darmelo, voleva farlo eccome, ma all'inizio era gelosa e successivamente volle solo farmi penare. Era bella Giulia, lo era davvero tanto. La trovai bella fin dal primo istante in cui la vidi. Ci incontrammo in un bar per parlare della storia che le avevo mandato, a lei piacque subito e avrebbe voluto sapere come finiva, perché non le mandai il manoscritto completo. Mi piaceva lasciare le persone attorno a me con il dubbio, con tante domande, infatti ogni mia storia finiva quasi sempre con qualche incognita. Quel lato di me piaceva molto a Rosa, lei aveva una mentalità da "business-woman", e ogni cosa che poteva fruttarle dei soldi voleva sfruttarla. Di conseguenza, una storia che finiva con delle domande era un ottimo prodotto perché lasciava intendere che ci sarebbe stato un sequel, e quel sequel avrebbe potuto fruttare molto più del libro che lo precedeva. Rosa in quel momento però non ci disse nulla, rimase dietro di noi a guardarci mentre ci baciavamo. Giulia allungò una sua mano lungo la mia schiena, la fece scivolare giù e la sentii arrivare al mio sedere. Con calma afferrò una mia coscia e mi fece piegare la gamba sinistra tenendola stretta contro il suo fianco. Il maglione che avevo addosso era leggermente più su a causa della sua mano, il mio sedere era praticamente scoperto, ma mi importava poco. Lì dentro c'eravamo solo noi tre, ed entrambe avevano già visto ogni parte del mio corpo. Lentamente mi staccai dalle sue labbra, ma solo da lì. Rimasi col mio corpo premuto contro il suo e il mio sguardo rivolto verso i suoi occhi. La sua mano sotto la mia coscia era ferma, decisa, mi teneva ferma contro di sé sorridendomi. Non era più gelosa, non era più infastidita. Aveva capito che non doveva temere nulla, che non ero come la sua ex.
«Lo sai che sei proprio bella?» le chiesi allungando di poco il mio collo e sfiorando la punta del suo naso con il mio.
La mia però era una domanda retorica e non avevo bisogno di una reale risposta.
«Ah si?» mi chiese con fare imbarazzato.
«Si, tanto.» affermai con un sorriso. «Mi piaci anche quando fai la gelosa.»
«D-davvero?» continuò lei con fare incerto, sembrava sorpresa.
«Davvero! Sei molto carina.» confermai sfiorandole piano il viso con la punta delle dita.
«Quindi non ti dà fastidio?» mi chiese lasciandomi andare la gamba che lentamente tornò giù.
«Cosa dovrebbe darmi fastidio?» ribattei senza capire a cosa si riferisse.
«La mia gelosia...» disse con quel tono incerto.
«Perché dovrebbe infastidirmi? Anche io sono gelosa, anche Rosa lo è.» le spiegai lentamente cercando di placare il suo nervosismo.
«Si ma io esagero sempre, è sempre tutto troppo...» commentò lei abbassando lo sguardo dal mio viso.
Era nervosa, imbarazzata, a disagio. Provava emozioni che detestavo. A me piaceva che la persona con cui stavo stesse bene, in quel caso erano due le persone a cui tenevo molto, e una delle due non stava bene. Per niente. Non era colpa mia, lo sapevo, era qualcosa di più profondo che non poteva esistere solo da quei minuti che persi a parlare con Sara. Così mi mossi. Presi il suo viso con entrambe le mani, le sfiorai le guance con i pollici e quando alzò finalmente lo sguardo sul mio viso baciai di nuovo le sue labbra. Lo feci piano, dolcemente, fu un breve contatto per farle capire che doveva fidarsi di me, che volevo che stesse tranquilla.
«Nulla di ciò che fai, o sei, a me sembra troppo.» sussurrai dopo essermi staccata dalle sue labbra.
«Dici sul serio?» mi chiese con ancora quel tono incerto.
«Qual è il problema?» domandò Rosa avvicinandosi a noi.
Fino a quel momento rimase in disparte, mi lasciò fare pensando forse che io me la sarei cavata facilmente, ma quello che Giulia provava durava da troppo tempo per far sì che smettesse di esistere solo dopo le mie parole.
«Non lo so, è che la mia ex mi ha ripetuto spesso che sono troppo paranoica, troppo gelosa.» ci spiegò lei con fare titubante.
«Te lo diceva solo perché aveva qualcosa da nascondere.» ribatté Rosa in tono nervoso.
Lei, come me, odiava quella ragazza.
«Già, concordo con lei.» dissi io velocemente. «Tu non sei troppo paranoica, né tantomeno troppo gelosa. Penso tu lo sia il giusto. Ci sta che tu ti sia allarmata un istante vedendomi in atteggiamenti "intimi" con Sara, sarei stata gelosa anche io.» continuai tenendo lo sguardo fisso sui suoi occhi lucidi. «La gelosia non è una cosa negativa, se lo sei vuol dire che ti importa, che ci tieni e anche che hai paura.» commentai sfiorandole poi il viso con una mano. «Ma voglio che tu sappia che non hai nulla di cui avere paura. Io voglio stare con te, con voi...» aggiunsi alzando per un istante lo sguardo su Rosa e facendole un piccolo sorriso. «Non voglio nessun altro.» conclusi lentamente guardando prima l'una e poi l'altra.
Giulia arrossì, i suoi occhi divennero ancora più lucidi, ciò che le avevo detto l'aveva colpita, e io speravo che avrebbe tenuto a mente tutto quanto per sempre. Non avevo dubbi su ciò che provavo per loro, non mi sembrava nemmeno strano provare quelle cose per due persone contemporaneamente, con la stessa intensità soprattutto, e volevo che nemmeno lei ne avesse. Rosa invece mi sorrise, il suo sguardo era tranquillo. Lei non aveva mai avuto una storia che avesse potuto definire tale, e di conseguenza aveva un'ingenua felicità negli occhi. Era felice di sapere che io e Giulia provavamo le sue stesse cose, che non volevamo nascondere nulla, e a me quella sera venne in mente un'idea strana, folle quasi. Ma l'avrei esposta a entrambe solo qualche ora più tardi.
«Sei dolce, ragazzina.» sussurrò Rosa allungandosi verso di me e stampandomi un bacio sulla fronte. «Tanto dolce.» aggiunse con un sorriso.
«Ho solo detto ciò che penso, mi piace stare con voi, mi sento davvero bene quando vi ho intorno.» commentai ricambiando il suo sorriso, e mentre guardavo lei, Giulia si avvicinò e mi stampò un bacio su una guancia.
«Anche io sto bene quando vi ho intorno, sono tanto felice.» concordò lei con fare imbarazzato, ma sorrideva.
I suoi occhi erano ancora lucidi, sul suo viso scivolò piano una lacrima ma con la mia mano l'asciugai subito. Poi le sorrisi, le stampai un bacio sulle labbra e le sfiorai piano il viso con la punta delle dita.
«Sai, dovresti lavarti il viso anche tu.» commentò Rosa poco dopo.
«Ho ancora quei segni sulla faccia, vero?» intuii voltandomi verso di lei.
«Eh già, non vanno via con la sola forza del pensiero.» mi prese in giro lei facendomi l'occhiolino.
«Va bene, d'accordo. Allora io vedo di darmi una pulita, voi andate di là e mettetevi comode.» commentai. «Credo che almeno questo tuo bustino sia un tantino scomodo.» aggiunsi abbassando lo sguardo sul suo seno che sembrava sul punto di esplodere.
«Giusto un po' stretto.» concordò lei con un tono ironico.
«Beh andate a mettervi qualcosa di più comodo allora, scegliete quello che volete.» dissi a entrambe. «Io vi raggiungerò tra poco.» aggiunsi subito dopo.
Loro acconsentirono, mi sorrisero e uscirono dal bagno. Io mi voltai indietro, verso il lavandino, mi avvicinai e mi sciacquai il viso. I segni che avevo sulla guancia sparirono quasi subito, il trucco scivolò via velocemente, e dopo averlo asciugato il mio viso tornò come se non fosse mai stato toccato, ma i miei occhi sapevano che non era così. Quella serata fuori con le ragazze volò via in fretta, avevo dimenticato di quanto passasse in fretta il tempo quando si stava bene con qualcuno, e io con loro stavo magnificamente. Dopo qualche minuto uscii fuori dal bagno e mi avviai verso la mia camera, non si sentiva alcun suono né altro, sembrava come se fossi sola in casa. Era ormai tardi, era mezzanotte inoltrata, verso quell'ora non si sentiva mai nessun rumore nel mio quartiere. In lontananza si sentivano solo alcune auto, di tanto in tanto si sentiva un cane abbaiare, ma non durava mai molto. La porta della mia camera era aperta, spalancata, e potei subito vedere all'interno cosa stava succedendo. Rosa e Giulia erano lì, entrambe distese sul mio letto, su un fianco e rivolte verso l'altra. Nessuna delle due aveva più il proprio costume addosso, i loro vestiti erano poggiati sulla sedia che avevo accanto alla scrivania poco lontano dal letto, e loro erano entrambe in intimo. I loro corpi scoperti erano belli da mozzare il fiato, le loro gambe erano intrecciate, le loro mani si sfioravano la pelle scoperta, e le loro labbra si assaporavano dolcemente. Non c'era nulla di erotico in quella scena, nulla di provocatorio. Quelle due erano semplicemente dolci, non si stavano preparando per fare sesso, non volevano provocare l'altra né tantomeno me. Si baciarono per altri pochi istanti prima di accorgersi della mia presenza, io non feci alcun rumore, né dissi qualcosa non appena le raggiunsi. Mi fermai semplicemente lì, davanti all'entrata della mia stanza, mi poggiai con una spalla contro lo stipite della porta e rimasi ad ammirarle per tutto il tempo. Il tutto durò pochi minuti, quando smisero di baciarsi si accorsero quasi subito di me. Fu Giulia la prima a voltarsi, Rosa lo fece mezzo secondo dopo. Non appena mi videro sorrisero entrambe. Rosa mi disse di raggiungerle, facendomi segno con l'indice della sua mano destra, e io mi mossi all'istante. Mi avvicinai al bordo inferiore del letto, mi piegai lentamente lì, poggiai le mie mani e il ginocchio destro sul materasso, pronta a salirci sopra. Ma fu l'unica cosa che riuscii a fare, Rosa mi fermò subito. Allungò una sua gamba verso di me, poggiò la pianta del suo piede sulla mia spalla destra e mi sorrise con fare provocatorio.
«Non pensi di doverti togliere quel vestito?» mi chiese guardandomi con quel sorrisetto intrigante.
Il mio cervello per un istante si spense, la salivazione si azzerò e i miei occhi furono gli unici ad essere ancora lucidi. Scivolarono lungo il corpo di Rosa, lungo quella sua gamba, fino a fermarsi al centro, sui suoi slip rossi. Io amavo quel colore, era il mio preferito, me in quel momento quel colore fece andare in panne il mio cervello.
«Cos'è che stai guardando, ragazzina?» mi chiese con fare provocarorio.
Fece più pressione con quel suo piede contro di me, notai la sua gamba allargarsi leggermente, per darmi più da guardare e così facendo non riuscii a risponderle. La sua bellezza e il suo modo di fare bloccarono ogni mia cellula cerebrale, ma lentamente provai a riprendermi. Mi schiarii la gola, riportai il mio sguardo sul suo viso e mi tirai indietro. In un certo senso aveva ragione, il maglione che avevo addosso era probabilmente troppo scomodo per fare qualsiasi cosa. Tolsi quel ginocchio dal materasso, tornai con entrambi i piedi per terra e guardai per un attimo entrambe. Prima l'una e poi l'altra. Tutte e due mi sorridevano, Giulia aveva uno sguardo più dolce, Rosa era decisamente più divertita. Erano così diverse, eppure mi piacevano entrambe allo stesso modo. Non sapevo decidere se mi piaceva di più la dolcezza di Giulia o la sfrontatezza di Rosa, l'unica cosa che sapevo era che non potevo scegliere. Non ne avevo proprio le capacità per fare una cosa simile. Con calma mi sfilai quel maglione di dosso, me lo tolsi nel modo più lento e sensuale che riuscii a fare, e senza perdere altro tempo tornai ad avvicinarmi al letto. Piegai di nuovo una gamba lì, ci salii su con le ginocchia e gattonai su quel letto. Entrambe si staccarono dall'altra, mi fecero spazio in mezzo a loro e io mi mossi per pochi centimetri, fino a quando non arrivai in mezzo al materasso. Mi distesi poi in mezzo a loro, mi voltai a pancia in su e fu in quel momento che Rosa continuò il suo gioco. Sentii una sua mano salire lungo la mia gamba sinistra, ma la sua pelle non era a contatto con la mia, e quel particolare non piacque a entrambe. Rosa si tirò su lentamente, si mise in ginocchio accanto a me e si allungò con le braccia verso la mia vita. Lì afferrò il bordo delle calze e lentamente le fece scivolare giù, me le sfilò e dopo averle lasciate cadere a terra tornò a distendersi accanto a me.
«Ecco, adesso va meglio.» disse portando di nuovo la sua mano sulla mia gamba, all'altezza del mio ginocchio, e poi sempre più su sulla mia coscia.
Giulia fece lo stesso sulla mia gamba destra, l'accarezzò piano, dolcemente, e sullo stesso lato del mio collo sentii le sue labbra. Erano morbide, lente, un po' come le loro mani. Ma queste ultime per un istante si fermarono entrambe, strinsero l'interno delle mie cosce e sentii i denti di Giulia mordermi per un istante. Rosa fece lo stesso sul lato opposto del mio collo, entrambe baciavano e mordevano la mia pelle, entrambe mi facevano sentire le loro mani sulle mie gambe, ed entrambe mi fecero salire su una voglia matta di fare l'amore. Era un'espressione che avevo usato pochissime volte, con probabilmente solo due persone. "Fare l'amore" era una cosa che non si faceva con tutti. Il sesso era una cosa, una mera questione di dare e ricevere piacere per soddisfare i propri impulsi sessuali, l'amore era tutt'altro, era ad un livello superiore. Anche se si andava giù pesante, anche se ci si provocava un sacco, se i gesti non erano delicati, si poteva definire comunque amore, il sesso no. Mentre quelle due mi baciavano sentivo i loro corpi strusciarsi contro i miei fianchi, le loro cosce erano piegate per metà sul mio addome mentre le loro mani non erano più sulle mie gambe, erano di poco più su e un tantino più coperte. Le sentii scivolare entrambe sotto i miei slip e con la stessa lentezza si muovevano tra le mie gambe. Non capivo quale mano era quella di Rosa e quale quella di Giulia, non capivo le dita di chi erano dentro di me e quale mi toccavano semplicemente, ma una cosa la sapevo. Entrambe mi eccitavano da morire. In pochi istanti, con pochi gesti, ero già tremendamente bagnata. Il mio respiro divenne in un secondo più pesante, i miei gemiti erano controllati ma il mio corpo era in fiamme, bruciava a causa loro, delle loro mani, dei loro baci e dei loro morsi. Questi ultimi li sentii aumentare di intensità, sentii anche entrambe sorridere dopo un mio gemito più forte, e anche le loro mani aumentarono la forza. Io avevo ormai gli occhi chiusi, ero presa completamente da loro, dai loro gesti e dalle sensazioni meravigliose che mi facevano provare. Non sentivo nulla se non i loro respiri lenti e il rumore dei loro baci, nulla avrebbe potuto rovinare quel fantastico momento, nemmeno il mio cervello e le miriadi di cose che mi passavano per la mente. La mia testa purtroppo funzionava in quel modo, non riuscivo a spegnerla, non riuscivo a pensare ad una singola cosa alla volta. Non c'ero mai riuscita, avevo sempre avuto voglia di fare e dire tante cose diverse, probabilmente era per quello che mi piaceva la scrittura. Potevo spaziare in ogni ambito, potevo sfamare la mia curiosità e le migliaia di domande che mi passavano per la mente ogni giorno. In quel momento però, in quel preciso istante, la mia testa era ferma su quelle due. Su Giulia e Rosa. Le loro mani, i loro baci e i loro corpi contro il mio... Mi fecero venire. Mi lasciai andare ad un gemito più intenso, meno contenuto, e fu in quel momento che iniziò la notte più lunga della mia vita. Io, Rosa e Giulia ci scambiammo tanti baci. Ogni più piccola parte dei nostri corpi fu toccata dalle labbra delle altre due, l'intimo che avevamo addosso non ci mise molto a volare giù sul pavimento. I nostri gemiti riempirono la stanza e i loro riempirono la mia testa. Quella sera non ebbi altro nella mente, ogni singolo sospiro mi entrò dentro e lo sentii anche quando ci fermammo. Era musica per le mie orecchie, una musica lenta, dolce ed eccitante. Ci fermammo del tutto a notte inoltrata, erano le 03:00 passate. Io ero di nuovo in mezzo a entrambe, proprio come ci ritrovammo all'inizio, ma in quel momento eravamo decisamente più stanche. Rosa e Giulia erano ai miei fianchi, le loro mani sfioravano la mia pelle e delicatamente si sfioravano a vicenda. Eravamo tranquille, rilassate, ma in quel momento i miei pensieri presero il sopravvento. Pensai a ciò che mi aspettava un mese più tardi, al matrimonio di mia sorella e al fatto che non volevo andarci da sola. Non avrei sopportato i miei parenti una giornata intera senza qualcuno che mi sostenesse. Avrei potuto portare Giulia, la sua dolcezza mi avrebbe fatto vedere solo lei e non avrei pensato a nessun altro. Ma allo stesso tempo avrei potuto portare Rosa, la sua ironia mista al suo cinismo mi avrebbero fatto fare due risate. Entrambe mi avrebbero distratto, entrambe avevano buoni punti a loro favore, ma io non volevo scegliere. Era di quello che volevo parlare con loro, volevo sapere cosa ne pensavano, e magari sarebbero riuscite a farmi prendere una decisione. I dubbi nella mia testa erano tanti, troppi, la mia mente creava infinite possibilità, dalle più positive a quelle più negative. Rosa avrebbe potuto prendere bene quella proposta, si sarebbe sentita ancora più importante e avrebbe eventualmente accettato, Giulia avrebbe potuto spaventarsi pensando che andare ad un matrimonio insieme era una cosa enorme (dato che lì ci sarebbero stati tutti i miei parenti) e di conseguenza si sarebbe potuta tirare indietro, così come aveva fatto quando facemmo sesso tutte e tre insieme per la prima volta.
«Che cazzo...» sussurrai portandomi lentamente entrambe le mani sul viso.
Rimasi in quella posizione per pochi istanti, una decina di secondi, mi sentivo in una brutta situazione e non sapevo come uscirne. Tutto sommato però sapevo cosa dovevo fare. La relazione con Sara mi insegnò tante cose, mi fece crescere sotto tanti aspetti, e imparai che se avevo dubbi o eventuali problemi con qualcuno con cui avevo una relazione, la cosa migliore da fare era parlarne apertamente e sinceramente con la persona in questione, o "le persone" nel mio caso. Non potevo fare altrimenti, i dubbi mi avrebbero logorato dentro per giorni e giorni se non avessi parlato con loro. Rosa e Giulia si accorsero del mio stato, lo fecero quasi subito, non appena tolsi le mie mani dalle loro schiene e le portai sul mio viso. Inizialmente sentii le loro mani fermarsi sul mio addome, poco sotto al mio seno, poi i loro corpi si staccarono dal mio e si mossero di poco più su verso di me. Delle labbra, quelle di Rosa, mi lasciarono un dolce bacio sulla tempia sinistra, mentre Giulia me ne lasciò uno sul lato destro del collo.
«Che succede, ragazzina?» mi chiese Rosa in tono particolarmente basso.
«Andrea, stai bene?» ribatté Giulia con fare piuttosto dolce, ma entrambe erano molto preoccupate.
D'istinto sorrisi, mi piaceva avere qualcuno che si preoccupava per me, che si preoccupava sul serio. Lentamente mi tolsi le mani dal viso, le riportai giù lungo il mio corpo e allo stesso tempo abbassai il mio sguardo su quelle due. Erano entrambe visibilmente confuse, Rosa mi sorrideva però, era pronta a dire una stronzata delle sue per migliorarmi l'umore. Ma non serviva. Avevo loro, anche senza dire nulla riuscivano a farmi stare meglio.
«Sto bene, tranquille.» dissi abbozzando un piccolo sorriso.
«Sicura?» continuò Giulia poco convinta.
«Si, non preoccuparti...» risposi cercando di convincerla, ma nonostante fosse vero non riuscii a convincerla del tutto.
«Non dirmi che era la tua prima volta?!» ribatté Rosa in tono piuttosto scemo, ecco la cazzata che aveva in mente.
Io sorrisi di nuovo, lo fece anche Giulia, ma Rosa non aveva finito.
«In effetti ti ho vista un po' in difficoltà, immaginavo fossi un po' arrugginita ma non che fosse proprio la tua prima vol...» continuò lei, ma non le lasciai il tempo di concludere la frase che subito le portai una mano sotto al mento, la feci voltare verso di me e la baciai sulle labbra per farla tacere.
«Sai benissimo che non era la mia prima volta.» sussurrai con fare malizioso.
«Si che lo so.» concordò lei con un ampio sorriso. «Allora, vuoi dirci cosa c'è che non va?» mi chiese allungando una mano sul mio viso e accarezzandomi dolcemente una guancia.
«Non c'è nulla che non va...» dissi io poco convinta prima di allontanarmi dal suo viso e tornare completamente distesa tra loro due.
«Sei sicura?» ribatté lei scrutandomi con i suoi occhi verdi.
«Ti stai pentendo di qualcosa?» mi chiese Giulia con fare preoccupato. «Vuoi chiudere questa storia?» aggiunse velocemente.
Sembrava davvero preoccupata che potessi arrivare a tanto, che potessi stancarmi di loro, ma per me era una cosa impossibile. Dovevo stroncare quel suo pensiero sul nascere, altrimenti i dubbi l'avrebbero divorata da dentro, e così sfiorai il suo viso con la punta delle dita e baciai anche le sue labbra. Entrambe erano morbide, ma quelle di Giulia erano più piene, più belle da mordere. In quel caso non avevo bisogno di morderle, non ne avevo nemmeno voglia, volevo solo tranquillizzarla.
«Non voglio chiudere proprio niente.» le dissi in tono fermo guardandola dritto negli occhi.
«Allora cosa c'è? E non dire che non c'è nulla perché non ci crediamo.» contestò lei in tono fermo, non avrebbe accettato un'altra risposta come quelle precedenti.
«D'accordo...» dissi prendendo un lungo respiro. «Vi va di venire entrambe con me al matrimonio di mia sorella?» chiesi tutto d'un fiato, per paura di bloccarmi a metà.
«Che cosa?» mi chiese Rosa piuttosto sorpresa.
«Fai sul serio?» replicò Giulia.
«Si, cioè, insomma...» biascicai io con fare titubante.
Sentii il mio viso andare in fiamme, ero letteralmente in imbarazzo. Nella mia testa, quella scena, mi era sembrata la cosa più semplice del mondo, invece nella realtà mi riuscì difficile. Sapevo cosa pensavano loro della nostra storia, sapevo che a loro stava bene tutto quanto, che non volevano cambiare nulla, ma non sapevo cosa ne pensavano di "uscire fuori". Lo facemmo quella sera, in quel locale, ma lì non c'era nessuno che conoscevamo, perlomeno nessuno con cui avevamo ancora dei rapporti. Io vidi Sara, ma con lei non avevo più molto a che fare. Non eravamo rimaste amiche, non ci eravamo lasciate in malo modo, il nostro era una specie di limbo, un limbo in cui entrambe potevamo ancora contare sull'altra ma che non avremmo sfruttato perché ci eravamo lasciate. Volevamo sinceramente la felicità dell'altra ma non eravamo pazze abbastanza da continuare a sapere come andava la sua vita, e a noi andava bene in quel modo. Di conseguenza, uscire insieme per andare al matrimonio di mia sorella, posto in cui ci sarebbero stati tutti i miei parenti, era una cosa grossa. Tutti si sarebbero chiesti cosa ci facevo lì con loro, cosa loro ci facessero con me. Non mi era mai importato il parere dei miei parenti, non mi importava sentire i loro giudizi retrogradi, ma mi infastidiva quando questi giudizi colpivano persone a cui tenevo. Sapevo che loro non si sarebbero risparmiati contro Rosa e Giulia, sapevo che ne avrebbero dette tante, in un certo senso volevo anche proteggerle dalla cattiveria dei miei parenti, ma quella serata non potevo proprio evitarla e non mi andava di affrontarla da sola, sapevo che non ce l'avrei fatta. Velocemente il mio viso divenne più rosso, sentivo il calore farsi strada contro ogni più piccola parte del mio corpo nudo e subito riportai le mie mani sul mio viso.
«Scusatemi, è una proposta stupida, è troppo presto.» dissi velocemente cercando di rimediare.
«Ci credi davvero?» mi chiese Rosa spiazzandomi all'istante.
Io lasciai le mie mani davanti al mio viso per altri pochi istanti, pochi secondi, il mio cervello si bloccò e con calma tornai ad incrociare gli sguardi di Rosa e Giulia. Entrambe sembravano tranquille. Giulia piegò un suo braccio tenendo il gomito poggiato sul materasso e la mano a mantenere la testa, mi sorrideva dolcemente mentre l'altra sua mano era poggiata sul mio ventre. Rosa invece si tirò su, si mise seduta con le gambe incrociate e mi guardò dall'alto in basso. Lei aveva uno sguardo più serio, quasi severo. Non le piacevano i giri di parole, amava le mie infinite storie fatte spesso di lunghi tira e molla tra i protagonisti, ma quando si trattava di sentimenti reali voleva che gli altri le dicessero tutto in faccia senza troppi giri. Non le importava se molti pensavano che fosse una persona cinica e stronza, con poco tatto, l'importante era che glielo dicessero in faccia. Lei non si offendeva mai e, anzi, andava fiera delle loro parole. Chi glielo diceva, spesso, era qualcuno che non aveva avuto modo di conoscerla bene. All'inizio anche a me parve cinica e stronza, e un tantino credevo lo fosse ancora, ma quelle persone non avevano conosciuto l'altro lato di lei, quello dolce, protettivo e fragile. Molti pensavano che le persone avevano solo un lato, o erano completamente stronze, o completamente dolci o quant'altro. Ma io credevo fermamente che tutti avevamo la facoltà di cambiare atteggiamento, modo di fare e di essere in base a situazioni e persone differenti che ci trovavamo davanti. Rosa con me e Giulia era piuttosto dolce, cosa che non fu mai in editoria in mezzo ai suoi colleghi.
«Che cosa vuoi dire?» le chiesi lentamente.
«Credi sul serio che sia una proposta stupida o lo dici solo perché hai paura di un nostro rifiuto?» domandò lei con calma sperando che io evitassi ulteriori giri, ma non ci riuscivo, aveva ragione lei.
Ero imbarazzata e anche un tantino spaventata. Non volevo correre troppo, sapevo che sia per Rosa che per Giulia era una cosa nuova, così come per me, e non sapevo come avrebbero potuto reagire. Tra l'altro per Rosa era la prima storia seria che aveva, mentre Giulia aveva chiuso da poco una storia che reputava molto importante, di conseguenza anche loro potevano essere confuse.
«Io non ho paura di nulla, però...» commentai cercando una risposta sensata, ma non l'avevo, e Rosa si innervosì solo di più.
«Andrea, ti prego...» disse in tono esasperato. «Dovevamo essere sincere almeno tra di noi, no? Se tu non ci dici cosa ne pensi realmente, noi come possiamo fare lo stesso?» mi chiese lei con fare più calmo, e allora mi decisi.
Presi un respiro profondo e lentamente mi tirai su con le braccia, mi misi seduta anche io e poco dopo di me si tirò su anche Giulia. Sia lei che Rosa erano in attesa di una mia risposta, e io ero intenzionata a farlo come si deve.
«Va bene...» dissi bagnandomi leggermente le labbra. «Se fosse per me non ci andrei, non ne ho alcuna voglia, ma so già che questa cosa mi perseguiterà per anni a causa dei miei parenti che me lo rinfacceranno ad ogni occasione. Soprattutto mia madre.» continuai con calma senza riuscire a guardare negli occhi né Rosa né Giulia, mi sentivo come se stessi approfittando di loro. «Però so che se andassi con una di voi due mi sentirei meglio, non penserei a nulla e magari mi godrei anche la festa...» aggiunsi con un flebile sorriso. «Il punto però è che non voglio scegliere, non ci riesco proprio. Mia sorella mi ha detto che posso portare una persona, una sola, ma magari riesco a convincere il fidanzato a farvi venire entrambe... Sempre che voi decidiate di venire, insomma...» conclusi col viso piuttosto rosso.
In quel momento mi aprii completamente con loro, sarei potuta passare per una stronza che cercava di mettere in mostra le sue due donne, o di una che da sola non riusciva a fare nulla. Diciamo che i miei pipponi mentali la facevano ancora da padroni, ma fui completamente sincera con loro e mi sentivo vulnerabile. Avevo paura che potessero commentare in modo pungente ciò che avevo detto, avevo paura che potessero confermare ciò che di brutto avevo in mente, insomma avevo una paura fottuta di aprirmi in quel modo a loro. Ma lo feci, e la mia ansia mi fece riempire gli occhi di lacrime.
«Ehi...» mi disse Rosa col tono più dolce che aveva.
Allungò una mano verso il mio viso, la poggiò sul lato sinistro, accarezzò una mia guancia e quel semplice tocco fece scendere una lacrima. Io tirai su il mio sguardo su quello di Rosa, la vidi sorridermi e lentamente si avvicinò anche col suo corpo. Si sedette al mio fianco, mi portò un braccio attorno alle spalle e mi strinse a sé. Io affondai il mio viso contro l'incavo del suo collo e inspirai profondamente cercando di calmarmi.
«Di cosa hai paura?» mi chiese Rosa stampandomi un bacio sulla testa.
Sentivo le sue mani accarezzarmi dietro le spalle e tra i capelli, mentre una terza mano si poggiò poco più in basso sulla mia schiena. Ma quella era la mano di Giulia. Solo quando mi staccai da quell'abbraccio mi accorsi che Giulia si era seduta al mio fianco opposto.
«Che tutto questo finisca...» dissi con più calma incrociando il suo sguardo, e il suo sorriso divenne all'istante più ironico.
«Parli del sesso?» mi chiese prendendomi palesemente in giro, sapeva che non intendevo quello.
«Sai che non c'è solo sesso tra di noi.» commentai ricambiando il suo sorriso.
«Va bene, va bene...» concordò lei in segno di resa. «Ma pensi sul serio che tutto questo possa finire nel caso una delle due decida di non venire al matrimonio?»
«Perché, tu non vuoi venire?» le chiesi velocemente con un nodo alla gola.
«Non è questo il punto, rispondi alla mia domanda.» ribatté lei con un tono fermo.
«No, non penso che tutto questo possa finire solo a causa di un rifiuto alla mia proposta.» dissi tranquillamente. «Potreste avere tutti i motivi del mondo per non voler venire con me, e io non vi biasimerei.»
«A me piacerebbe molto andare a quel matrimonio con voi.» disse Giulia con un ampio sorriso.
«Sul serio?» le chiesi io voltandomi velocemente verso di lei.
«Perché sei così sorpresa? Lei va dietro a cose dolci e pucciose da sempre, dovresti sapere che le piacciono i matrimoni.» commentò Rosa in tono ironico.
«Pucciose?» chiesi a Rosa guardandola piuttosto divertita, non l'avevo mai sentita usare quel termine.
«È così che definisce lei le cose stra-carine che vede, vero?» ribatté Rosa cercando una conferma da Giulia.
«Già!» confermò quest'ultima senza troppi problemi. «I bambini piccoli sono la cosa più pucciosa del mondo!!» commentò con una vocetta scema.
«Quindi verresti con me solo perché ti piacciono i matrimoni?» le chiesi io quasi delusa.
«Beh, mi piacciono le feste in grande sfarzo, i balli e quelle cerimonie fatte per celebrare l'amore, non a caso i romanzi rosa sono il genere che più preferisco. Ma verrei a quel preciso matrimonio solo per te, per fare di tutto per non farti sentire a disagio.» mi disse con un tono carico di dolcezza e uno sguardo intenso.
«Sei davvero stupenda!» commentai allungandomi verso di lei e abbracciandola, mi sentivo davvero sicura avendo quelle due al mio fianco.
«Oh quanta pucciosità!» ci prese in giro Rosa poco dopo.
«E tu cosa vuoi fare?» le chiesi voltandomi verso di lei.
«Io?» domandò Rosa con un finto tono confuso, era ovvio che parlassi con lei.
«Si, tu!» dissi con un sorriso.
«Intendi "adesso"?» mi chiese con un sorrisetto provocatorio.
«Sii seria per piacere, dimmi la tua risposta. Ti va di venire al matrimonio con noi?» ribattei lentamente.
«E tu pensi che tua sorella ce lo permetterà?» replicò lei che dalle mie parole sembrava già conoscerla.
«Non mi importa cosa deciderà, se non vorrà farvi venire entrambe allora non ci andrò nemmeno io.» dissi in tono fermo, e lei sorrise subito.
«Sarebbe la scusa perfetta per te dato che non vuoi andarci.» ribatté ridendo.
«Già, forse dovrei proporglielo in questo modo, rendendoglielo il più sgradevole possibile.» commentai lentamente. «Solo che... Come posso farlo?» le chiesi.
«In che senso?» domandò lei un po' confusa.
«Non so come potrei rendere sgradevole tutto questo, non trovo nemmeno un difetto nella nostra storia.» le spiegai con un leggero imbarazzo nel tono, imbarazzo che lei riuscì a far crescere.
«La nostra storia?» mi chiese con fare divertito.
«Si, beh, ecco...» borbottai io senza sapere cosa dire.
«Piantala di sottolineare cose che pensi anche tu solo per metterla in difficoltà.» le disse Giulia dandole un colpetto su una gamba. «La nostra è una storia e lo sai anche tu.»
«Ma quanto sei pucciosa quando la difendi.» commentò Rosa prendendo in giro anche lei.
«Come fa a piacerti una così?» mi chiese Giulia guardandomi con uno sguardo non così serio, mi sorrideva persino.
«Ah non lo so, dovrei chiederlo io a te.» replicai col suo stesso tono.
«A me non piace.» continuò Giulia ancora con quel tono ironico, ma Rosa non si fece attendere molto.
Non ci diede il tempo di voltarci verso di lei che subito si lanciò verso i nostri corpi e ci spinse giù con le spalle contro il materasso.
«Se proprio dovete dire stronzate, almeno evitate di dirle in mia presenza.» disse con uno sguardo ironico.
Era distesa in mezzo a entrambe, le sue braccia erano lungo i nostri busti, ci teneva giù sotto di lei ma quasi subito si tirò su col braccio destro e la mano sinistra la portò sul viso di Giulia. Si voltò verso di lei e le sorrise. Il suo era un sorriso misto di dolcezza e provocazione. Si bagnò le labbra e si avvicinò piano col viso verso il suo.
«Non è vero che non ti piaccio, giusto? Stavi solo scherzando, vero?» le chiese con un tono non così fermo.
«Dov'è finita tutta la tua sicurezza?» ribatté Giulia prendendola in giro.
«È fuggita via quando hai detto che non ti piaccio.» disse Rosa con un piccolo sorriso.
«Povera piccola.» commentò Giulia ricambiando il tocco delicato sul suo viso facendo lo stesso su quello di Rosa.
Giulia però non fece come Rosa, non si fermò ad un centimetro dalle loro labbra, Giulia andò oltre. La baciò. Fu un bacio dolce, soffice, che piano piano divenne carico di passione. In quel bacio c'era tutto ciò che Giulia provava per Rosa. Non era solo attrazione fisica, c'era molto di più. Io mi misi comoda sotto il braccio sinistro di Giulia, usai la sua spalla come cuscino e rimasi a godermi lo spettacolo di quelle due in silenzio, non avevo nulla da obiettare. Dopo pochi istanti fu la stessa Giulia a staccarsi, incrociò il suo sguardo e le sorrise.
«Tu non mi piaci semplicemente, tu mi fai impazzire.» le disse in tono dolce.
Rosa arrossì, per un secondo abbassò anche lo sguardo dai suoi occhi. Si imbarazzò, era evidente, lo notammo sia io che Giulia, ma nessuna delle due le disse nulla. Quando riportò lo sguardo sul viso di Giulia, Rosa era ancora imbarazzata ma provò a non darlo a vedere.
«Non poteva essere altrimenti.» commentò col suo solito tono ironico, ma solo per togliersi dall'imbarazzo.
«Quindi verrai con noi?» le chiesi io provando a cambiare argomento, e provando anche ad avere una risposta.
Lei si voltò verso di me, le sue guance erano ancora arrossate, ma sembrava sentirsi a suo agio in quella situazione.
«D'accordo, se riuscirai a convincere tua sorella, allora verrò al matrimonio.» disse lentamente.

Di notte.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora