10) Benvenuta a casa

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Riapro piano gli occhi e cerco di mettere a fuoco l'ambiente che mi circonda. La testa mi pulsa e sono costretta a portarmi una mano alla tempia, massaggiandola piano. Provo, nuovamente, ad aprire le palpebre, ma la luce mi da talmente fastidio da doverle richiudere. Mi fanno male tutti i muscoli e compio uno sforzo enorme solo nell'impresa di mettermi seduta.
Il materasso su cui sono stesa è morbido e, quando finalmente riesco ad aprire gli occhi, mi accorgo di essere all'interno di una lussuosa camera da letto.

Mi guardo intorno, spaventata, cercando di ricordarmi come diavolo sia finita qui.
Le pareti sono dipinte di un colore scuro, un grigio asfalto, e davanti a me è appesa un'enorme televisione al plasma. Alla mia destra sono presenti due porte, una per il bagno, credo, mentre l'altra, basandomi sul fatto che non ci sia nessun guardaroba, immagino sia la cabina armadio.
L'arredamento è fine ed elegante, si vede che chiunque l'abbia progettato abbia buon gusto, ed i tessuti sono pregiati e finemente lavorati.
Tutto trasuda lusso, una ricchezza che va bel oltre quella della mia famiglia.

Provo ad alzarmi, ma un improvviso giramento di testa mi costringe a fermarmi. Dove cavolo sono finita? Perché non ricordo nulla?
-Aiuto!-
Un urlo squarcia il silenzio ed io sussulto, portandomi una mano sul petto.
-Aiuto! Basta, aiuto!-
Il mio sguardo si spalanca. Naomi? Naomi!
I ricordi mi investono come un treno in corsa ed entro nel panico nel giro di pochi secondi. La nostra fuga, l'aeroporto, il ragazzo dagli occhi color del miele e la siringa.

Un'ondata di malessere mi sconquassa il corpo, ma provo comunque ad alzarmi ed a raggiungere la porta. Le gambe mi tremano, mi sento debole ed esausta, eppure il sole è alto nel cielo, segno che debba aver dormito per davvero molte ore.
-Naomi!- la voce mi esce come un rantolo soffocato e solo ora mi accorgo di avere la gola secca.
Provo ad abbassare la maniglia, ma la serratura è bloccata.
-Naomi, mi senti?- provo a far uscire la voce, ma questa sembra rifiutarsi di farsi sentire. -Acqua...- sussurro, ho bisogno di bere.

Mi precipito verso il bagno ed apro il rubinetto dell'acqua, bevendone quanta mi serva per trovare un po' di sollievo.
Provo a calmare il respiro, ma, proprio in quell'esatto momento, sento la serratura scattare e la porta aprirsi, mandandomi nel panico.
I miei occhi perlustrano il mobiletto, cercando una qualsiasi cosa utile per difendermi, ma, quando non trovo altro se non prodotti cosmetici, mi circondo il corpo con le braccia, sentendo gli occhi inumidirsi ed il cuore scoppiare dal terrore.

La presenza entra nella stanza, per poi dirigersi verso il bagno non appena capisca che io mi trovi lì.
Le mie mani scattano da sole, non comandate dal mio corpo, e mi ritrovo ad afferrare la bomboletta della lacca ed a spruzzarla in direzione del ragazzo che mi ha raggiunta.
Questo si piega su se stesso, portandosi le braccia a coprirsi gli occhi, ed inizia ad imprecare ad alta voce.
-Piccola bastarda.- grida dolorante, cercando di afferrarmi. Io lo schivo e mi precipito fuori dalla stanza, correndo fino alla porta che dà sul corridoio.

Cerco di orientarmi in qualche modo, contando il numero di stanze che percorra alla ricerca di mia cugina. -Naomi!- urlo disperata, evitando di pensare a quello che ho fatto e alle conseguenze del mio folle gesto. -Naomi, ti prego, rispondi!- scoppio a piangere, stremata dal bruciore che mi causano i muscoli e dalla paura di non uscirne viva. -Prendetela!- una voce, alle mie spalle, dà inizio ai miei peggiori incubi e, infatti, mi ritrovo inseguita da dagli uomini armati.

Uno di questi mi afferra per la vita ed io scalcio e strillo come un'indemoniata, cercando di liberarmi. -Lasciami!- urlo, colpendolo con dei pugni che non sembra nemmeno percepire.
-Che caratterino.- mi prende in giro uno di loro, giungendomi davanti. -Non stento a credere al fatto che tu gli piaccia.-
I miei occhi gonfi e rossi si sbarrano, finendo ad incontrare i suoi. È un ragazzo che sembra aver superato da poco la ventina, biondo ed alto. Non lo ho mai visto e questo mi fa ancora più paura.
-Cosa mi farete?- singhiozzo.
Lui si avvicina, portando un palmo ad accarezzarmi la guancia umida. -Questo dipende da te, ragazzina. Se vuoi un consiglio, però, cerca di non farlo incazzare più di quanto tu abbia già fatto. Non è un tipo molto paziente e con te, di pazienza, ne ha già usata fin troppa.-

Uniti dal destino (Mafia romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora