~BLAKE~
Stringo il nodo della cravatta e lo accompagno fino al colletto della camicia. Sistemo la giacca del completo elegante e mi passo le dita tra i capelli, acconciandoli nel mio solito ciuffo.
-Buongiorno!- Teresa mi saluta non appena entro in cucina e ricambio con un leggero sorriso, sedendomi in uno degli sgabelli che contornano la penisola.
-Ecco a te.- lascia il piatto fumante sul bancone, ma io ho già il telefono in mano e gli occhi impegnati nel leggere le ultime mail. Con il momentaneo trasferimento di Sole, non ho più parlato a Miller della chiavetta USB trovata nella tasca dei pantaloni di Darko.Prendo la forchetta e giocherello distrattamente con le uova strapazzate, inizio col rispondere ad uno dei miei clienti e poi passo al messaggio successivo.
-Devi mangiare. Non ti hanno mai detto che la colazione sia il pasto più importante della giornata?- Teresa mi strappa il telefono dalle mani ed io la fulmino con un'occhiata lapidaria. -Ridammelo.-
-Mangia, Blake.-
-Stavo mangiando.-
-No, non lo stai facendo.- indica la frittata ancora intatta e poi mi versa un po' di succo d'arancio nel bicchiere. -Coraggio..ti vedo un po' sciupato, negli ultimi giorni.-
-Sciupato? Io? Ma mi hai visto?- alzo il mento come un bambino orgoglioso e Teresa mi rivolge uno di quei suoi sorrisi materni che ho sempre amato, fin da bambino.
Per me è sempre stata come la mamma che non ho mai avuto e non so davvero cosa avrei fatto se lei non ci fosse stata.-Te lo ridarò solo quando avrai finito di fare colazione.- dice, mettendo il mio cellulare nella tasca del grembiule.
La guardo con occhi scioccati. -Ma guarda te..- borbotto, iniziando a svuotare il piatto.
-Come sta la mia piccola Soleil?- domanda, prendendo le pentole sporche e riponendole nel lavandino.
Sospiro. -Bene, è solo un po' agitata.-
-Agitata?- si gira a guardarmi e prende ad insaponare la padella.
-Sì, il signor Miller non le è mai piaciuto e non voleva restare a casa sua.-
La vedo sbuffare. -Se è per questo, non è mai piaciuto nemmeno a me.-
-È perché? Sentiamo..-
-Perché, fin da quando eri piccolo, ha sempre provato ad educarti in un modo che non mi è mai piaciuto. Sia lui che tuo padre volevano che tu crescessi senza un cuore, senza dei sentimenti..come se tu fossi una macchina, un robot. Non ti ricordi quello che ti dicevano?-
Alzo gli occhi al cielo. -Certo che me lo ricordo, Teresa. Ma non la trovo una cosa così strana, d'altronde la maggior parte degli uomini mafiosi la pensano allo stesso modo.-Teresa stringe gli occhi. -No, Blake, non era solo questo..avevano una luce strana negli occhi, uno scintillio cattivo, non mi sono mai piaciuti.-
-Come avrebbero potuto? Mia madre odiava mio padre...non mi ricordo nulla di lei, ma da quello che tu e Elisabeth mi avete detto deve averla trattata davvero male.-
-Peggio, tesoro. Tua madre, giorno dopo giorno, si spegneva sempre di più. Era sempre più triste e quando scoprì di essere incinta di te, povera donna, scoppiò a piangere come una disperata. Ogni futura mamma dovrebbe fare i salti di gioia nello scoprire di essere in dolce attesa, ma lei sapeva che questo avrebbe determinato la sua fine. Infatti, l'unica cosa che volle sapere tuo padre fu il sesso del bambino e quando venne a conoscenza del fatto che tu fossi un maschio, non gliene fregò più nulla delle condizioni di tua madre. Aveva fatto il suo dovere, stava portando in grembo un maschio, e questa era l'unica cosa che contava. Lui continuava a parlare del fatto che saresti stato l'erede perfetto, che ti avrebbe cresciuto come suo padre aveva cresciuto lui e che saresti stato l'uomo più potente della terra. Era un pazzo, Blake, e tua madre lo sapeva meglio di chiunque altro. La picchiava, la denigrava e la offendeva, la faceva sentire una nullità, come se non valesse nulla, e lei non riusciva più a sopportare tutto questo. Arrivò al giorno del parto che era uno scheletro, il vecchio ricordo della donna che era stata un tempo. Depressa, sotto decine di farmaci diversi ed era quasi scontato il fatto che non sarebbe sopravvissuta al parto. Elisabeth mi desse che, una volta averti dato alla luce, non volle nemmeno vederti. Sì lascio solo andare, non lottò per la propria vita. Mi disse anche che l'ultima cosa che fece, prima di chiudere gli occhi, fu quella di sorridere, come se, finalmente, fosse libera da tutto il male che le fecero su questa terra.-
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Uniti dal destino (Mafia romance)
RomanceNon importa quanto tu, a fondo, possa scavare. Non importa quanto tu creda di conoscere una persona. Non importa cosa tu saresti disposto a fare per lei. Perché più scavi e più scopri cose che non vorresti mai aver trovato. Più scavi e più capisci...