35) Ragnatela

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-Mangia.- Fiona entra nella stanza e mi getta addosso una barretta proteica ed una bottiglietta di acqua naturale.
La mia gola è arida, cederebbe un rene per poterne avere anche solo una goccia, ma sono talmente debole dal non riuscire nemmeno a muovermi. Quei sonniferi sono una bomba per il mio organismo, un vero e proprio veleno, ed io mi ritrovo spalmata sul materassino, con gli occhi che lottano per riuscire a restare aperti ed i muscoli che bruciano.
Mugugno qualcosa di incomprensibile, il mio cervello risponde a fatica agli stimoli esterni, mi sembra quasi di essere una di quelle persone che venivano lobotomizzate in passato e che si vedono oggi nei film dell'orrore.

-Ragazzina, mangia. Altrimenti morirai ancora prima dell'arrivo del tuo fidanzatino.-
Blake. Il cuore sussulta al suo pensiero e capitombola al pensiero di Pallina. Starà bene? I miei occhi si riempiono automaticamente di lacrime e la vedo alzare gli occhi al cielo.
Si avvicina e mi prende per un braccio, applicando la forza necessaria per riuscire a tirarmi su e mettermi seduta. La testa cade a lato ed i capelli si chiudono a tendina davanti al mio viso, impedendomi di vedere.
-Dio, sei messa proprio male.- constata, appoggiandomi la nuca al muro e liberandomi le mani dalla corda ruvida.
Le mie pupille cadono alla ricerca dei miei polsi e mi inorridisco alla vista dei profondi solchi rossi e violacei lasciati dalla canapa.

Non riesco a tenere le palpebre aperte, ho solo bisogno di dormire.
-Oh no, col cavolo che ti lascio cadere un'altra volta nel mondo dei sogni. Coraggio, ragazzina, bevi.- la mia bocca entra in contatto con il collo della bottiglia ed un po' di liquido fresco viene depositato nella mia bocca secca.
Oddio, sembra il paradiso.
Cerco di berne altra, ma la mia lingua è anestetizzata e l'acqua mi va di traverso. Tossico violentemente e le gocce che mi cadono lungo la gola mi fanno rabbrividire.

-Devi mangiare. Non so se là dentro siate ancora in due, ma di certo non ne rimarrà nessuna se non metti qualcosa nello stomaco.-
Pallina. I miei occhi si sgranano. La mano corre a cercare il mio ventre, trovandolo perfettamente piatto. Pallina? Mi senti? Ti prego, ti prego, resisti. Papà sta venendo a prenderci.
Almeno spero.

Torno ad alzare le pupille su di lei ed il mio disprezzo le si stampa addosso.
-Non guardarmi così, bambolina, d'altronde è colpa sua se ti ritrovi qui.-
-Di Blake?- gracchio confusa, sentendomi un po' meglio a seguito dell'acqua che sono riuscita a bere.
-Sbaglio e gli avevi detto che non ti sentissi al sicuro a casa di Miller?-
Come diavolo...come cavolo fa a saperlo?
Sorride. -Te l'ho detto..vi osservo da molti mesi. È stato un gioco da ragazzi entrare nell'impianto di sorveglianza ed accedere a tutte le telecamere ed a tutti i dispositivi elettronici. E poi, avendo i giusti agganci sia fuori che dentro la sua organizzazione, è stato ancora più facile riuscire a seguire tutti i vostri spostamenti.- torna ad alzarsi in piedi e scarta la barretta, staccandone un piccolo pezzo.

-Lo ammetto...non avevo previsto che Darko si ribellasse e tentasse di avvisarvi, ma sono riuscita a farlo fuori prima ancora che iniziasse a parlare.- ridacchia sadicamente e mi rivolge uno sguardo isterico. -Arsenico. È uno dei veleni più subdoli che esista, sai? Ti mangia da dentro, ti logora le viscere e ti scioglie l'intestino. Non voglio nemmeno immagine quando abbia sofferto.- ghigna.
Una lacrima salata percorre il mio zigomo e corre fino al mento, cadendo poi a terra.
-Quella stupida guardia del corpo ci teneva davvero a te. Era pronto a morire pur di proteggerti.- ringhia con espressione schifata. -È un cosa che non ho mai capito..perché si è disposti a farsi uccidere per qualcun altro?-
-Perché si ama, brutta stronza.- sussurro con le poche forze che mi restano, ma anche il semplice parlare mi costa uno sforzo enorme.

Le sue labbra si piegano ancora ed avvicina il piccolo pezzo di barretta alla mia bocca. -Coraggio, mi servi in forze per quando inizierà il vero spettacolo.-
Vorrei mandarla al diavolo, darmi al digiuno, ma lei ha ragione, Pallina ha bisogno di mangiare.
La cioccolata mi si scioglie in bocca, ma i cereali fanno fatica a scorrermi lungo la gola. Ho bisogno di acqua, ancora.
-Pensavo che Miller fosse tuo complice.- riesco a dire, afferrando la bottiglietta con mano tremante e prendendo un altro sorso di liquido trasparente.

Uniti dal destino (Mafia romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora