24) Colpo di martello

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Mi ama.
Blake. Mi. Ama.
Si è aperto con me, si è esposto, ed io sono riuscita a restituirgli solo un silenzio tombale. Non ho spiaccicato parola, non ho aperto bocca, non ho neppure tentato di fermarlo nel momento in cui ha riaperto la porta e se ne è andato via. Sono semplicemente rimasta a fissare le sue spalle chine allontanarsi, per poi sparire dietro all'anta che si è richiusa.
-È tutto ok?- domanda Naomi, sforzandosi di mostrarmi un sorriso privo della preoccupazione che so stia provando per me.
Annuisco, continuando a fissare un punto fisso, e lei corruga la fronte. Finisce di allacciare i lacci del corpetto che sto indossando ed incrocia i miei occhi sullo specchio del camerino.

-È stupendo, non trovi?-
Annuisco ancora, ma lei sbuffa. -Non mi stia nemmeno ascoltando, è orribile sto coso.- sbotta, riprendendo a slacciarlo e facendolo cadere a terra.
Schiarisco la gola e cerco di concentrarmi su di lei. -Scusa, è solo un periodo un po' strano.-
Lei sospira e mi porge il vestitino che ha preso insieme al corpetto. -Prova questo.-
Sfilo pure i pantaloni ed indosso l'abito, che avvolge le mie forme come un guanto di raso.
-È successo qualcosa con Blake? Cosa ha fatto, quello stronzo?-

Sospiro. -Lui non ha fatto niente, anzi, è stato dolcissimo.-
Liscio le pieghe del vestito e faccio un giro su me stessa, cercando l'approvazione nel suo sguardo. -Sei bellissima.-
Le sorrido, ma poi torno immediatamente seria al ricordo dei suoi occhi spenti. -Mi ha detto che mi ama, si è esposto con me, ed io non ho fatto altro che rimanere in silenzio e guardarlo andare via. Era a pezzi, Naomi.- la mia voce si rompe e lei sgrana gli occhi, posandomi una mano sulla spalla lasciata scoperta dalla stoffa.
-Blake? Lo stesso Blake Mitchell che conosco io?- scherza, smettendo immediatamente nel vedere la mia occhiata omicida. -Scusa, è che non riesco davvero a credere che lui possa aver detto una cosa del genere.- si giustifica.
-Infatti. È quello che credevo anche io ed è per questo che sono rimasta così scioccata.-
Lei si siede nel piccolo sgabello e mi fissa dal basso. -E tu? Tu lo ami?-

Il mio cuore prende a battere alla velocità della luce. Sento il corpo più leggero e la mia mente si svuota e si riempie di nuovo alla velocità della luce. La mia risposta avrebbe il potere di cambiare tutto, il problema è che non lo so nemmeno io. Gli voglio bene, per me è importante e sicuramente non mi è indifferente. Gli ho donato il mio corpo ed ho amato la dolcezza e la premura con cui si sia preso cura di me, ma non riesco a capire se il mio sia amore o solo rassegnazione all'idea di dover trascorrere il resto della mia vita con lui.

-Io...io non lo so.-
Lei sorride e si rialza in piedi, aspettando che io mi ricambi ed estragga la carta di credito dal portafoglio per poter pagare.
-Io credo di sì, invece, ma che tu non abbia il coraggio di ammetterlo.-
-Ammettere cosa?-
Non mi risponde e prende la borsa che la commessa le porge, sorridendole grata.
Usciamo dal negozio e ritorniamo nel corridoio principale del centro commerciale.
-Ammettere cosa?- ripeto, bloccandomi davanti alla vetrina di una gioielleria. I miei occhi rimangono incastrati in una collanina bellissima, il cui ciondolo ricorda un cuore stilizzato. Stupenda.
-Ammettere di esserti sbagliata.-
Sbuffo. -Sii più chiara, per favore.- sbotto, stufa delle sue mezze frasi.

Continua a non rispondermi e mi trascina nel negozio di fronte a quello del gioiello su cui ho messo gli occhi. -Voglio assolutamente quel vestito!- dice, indicandomi un tubino rosso.
Alzo gli occhi al cielo e la fisso mentre cerca la sua taglia e si dirige verso i camerini. Si cambia ed esce qualche minuto dopo, portando le mani sui fianchi e fissandomi con sguardo malizioso. -Che dici?-
-Dico che sei una favola, come al solito.-
I suoi occhi si addolciscono e si guarda allo specchio. -Lo prendo.-
-Non ne avevo dubbi.-
Aspetto pazientemente che si rimetta i suoi abiti e ci avviciniamo alla cassa, per pagare l'ennesimo acquisto.

Odio quando la gente non risponde alle mie domande. -Allora? Puoi finire il cavolo di discorso che hai iniziato? Mi spieghi cosa io avrei paura di ammettere?-
Alza gli occhi al cielo. -Coraggio, Sole, metti in moto quelle belle rotelle che hai in testa.-
-Preferirei sia tu ad illuminarmi.- sibilo con voce irritata, lanciandole una veloce occhiata.
-Sei solo orgogliosa, ammettere di esserti innamorata di lui sarebbe come dare ragione a tuo padre.-
Increspo la fronte. -Ma cosa stia dicendo? Cosa c'entra mio padre?-

Uniti dal destino (Mafia romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora