37) Ci vediamo dopo

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~BLAKE~

-Sta diluviando, signore.-
-Lo vedo, Igor, non serve che tu me lo dica.- sputo infastidito, osservando l'infinità di gocce che scendono dal cielo ad una velocità impressionante. Il manto color grigio scuro viene illuminato ad intermittenza da lampi di luce accecante, che si vanno a spegnere in tuoni talmente furiosi dal far accapponare la pelle.
La tempesta è talmente violenta dall'aver sradicato ormai svariati alberi ed a mezza città manca la corrente elettrica, causando il panico di centinata di migliaia di cittadini newyorkesi.
I mezzi della polizia schizzano sulle strade a sirene spiegate ed i telefoni non fanno altro che squillare, attendendo che qualcuno risponda alle richieste d'aiuto degli svariati locali che ho sparsi per New York.
Non ho mai visto nulla del genere ed in cuor mio non faccio altro che pregare che le ragazze stiano bene e siano al sicuro.

Lucas cammina avanti ed indietro per la stanza, il passo agitato ed angosciato, ma poi si ferma e si gira verso di me con un sussulto. -Non possiamo uscire, non sappiamo nulla delle condizioni né di Naomi né di Sole, siamo chiusi in gabbia come delle fottute bestie. Siamo inutili!- grida, scaraventando il piccolo soprammobile di cristallo sulla parete. Questo si disintegra in centinaia di piccole schegge luminose e si disperdono sul pavimento come una polvere di brillanti argentei.

Igor spalanca lo sguardo e fissa il mio braccio destro con una non velata paura nelle pupille. E non lo biasimo, sembra essere completamente fuori controllo.
Sospiro e gli indico di uscire. -Vai a chiamare Carter, digli di venire qui.-
Annuisce velocemente e si teletrasporta nel corridoio, chiudendosi la porta alle spalle.
-Smettila di fare il bambino. Sei spaventato tanto quanto lo sia io, e ne hai tutto il diritto, ma perdere la testa non aiuterà né noi né tantomeno loro.-
-Sto bene.- ringhia, i pugni chiusi ed il respiro irregolare. Mi sta dando la schiena, ma giurerei di poter vedere le sue iridi macchiate dal terrore.
-Ne abbiamo già parlato, Lucas. Liberarle è la nostra priorità, ma la città è bloccata e noi non potremmo uscire nemmeno se lo volessimo e, fidati, lo vogliamo entrambi nello stesso modo.-

Rilascia un respiro soffocato e si gira, portandosi le mani al collo ed allentando il nodo della cravatta. Lo allarga e slaccia i primi due bottoni della camicia, respirando a pieni polmoni.
-Sembra che sia tutto contro di noi, come se qualcuno stesse manomettendo tutti i nostri tentativi di liberarle: siamo arrivati a casa di Judy e non le abbiamo prese per un soffio ed adesso, che finalmente stavamo per uscire ed andare da loro, lo stronzo che sta ai piani alti del cielo ha deciso di scatenarci contro l'ira di Crono. Cos'è questo? Un fottuto scherzo?-

Sto per aprire bocca e ribattere, ma Carter bussa alla porta ed entra nella stanza con i vestiti pregni d'acqua ed il fiatone.
-Sei stato fuori?- gli domando sorpreso, infastidito dalle gocce che stanno bagnando il mio tappeto costoso.
-Ho dovuto. Stiamo avendo dei problemi al primo piano: l'acqua è entrata nel garage ed è stato necessario in..-
-Non mi interessa.- lo interrompo. -Invece di giocare a fare il marinaio, hai trovato un modo per uscire da qui ed andare dalle nostre donne?-
Imbroncia le labbra e mi rivolge un'occhiata dura. -Non so quale sia peggio tra il carattere tuo e quello di questo imbecille qui.- sentenzia, fissando Lucas che sgrana le palpebre. -Sto facendo del mio meglio per aiutarvi, ma non vi va mai bene nulla. Perfetto! Fate come volete voi, uscite da qui ed andatevi ad ammazzare in mezzo a questa maledetta bufera d'acqua.-

-Bada a come parli.- lo riprendo, ma so che abbia ragione.
-E tu usa il cervello, Blake. Cosa volete fare? Andare lì senza un piano? Improvvisare sul momento? Mettere ancora più a rischio le loro vite ed uscire da lì dentro in un fottuto sacco nero? Lo so che sia difficile e non sono stupido, ho capito che teniate a quelle ragazze più di quanto teniate alla vostra stessa vita, ma questo non deve fare in modo che voi smettiate di ragionare con lucidità.-
-Potrebbero essere già morte.- sussurro, sentendomi morire la voce in gola.
-No, Blake, non lo sono. Se le ha prese vuol dire che le servano vive, altrimenti le avrebbe ammazzate insieme ad Antony. Vuole te, sei tu il suo vero obiettivo, e non farà nulla fino a quando tu non sarai lì.-
-Ed allora? Cosa dovremmo fare? Stare qui ed aspettare che questa maledetta tempesta finisca?- chiede Lucas, tornando a respirare faticosamente.
Si gira verso di lui e stringe gli occhi. -Probabilmente è stata proprio questa maledetta tempesta a salvarvi la vita.- ringhia. -Perché altrimenti, a quest'ora, avevate già entrambi un proiettile nel cervello.-

Uniti dal destino (Mafia romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora