31) Niente di personale

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~BLAKE~

La guardo dormire appoggiata al mio petto e, per l'ennesima volta, non posso fare a meno di incantarmi nell'osservarla. È a dir poco stupenda: i capelli lunghi e morbidi le corniciano un musetto dolce e delicato, le sue labbra sono rosse e gonfie e sono leggermente schiuse a causa della guancia schiacciata contro la mia pelle.
La sua piccola mano mi stringe a lei e la sua gamba è incastrata tra le mie in un tenero groviglio che vorrei non disfare mai.
È bellissima ed è solo mia.

Non avrei mai immaginato di perdere la testa in questo modo, non avrei mai immaginato di arrivare al punto in cui tutto sarebbe girato attorno a questa piccola ragazzina ed ancora oggi mi domando che razza di stregoneria mi abbia fatto. Sono completamente andato, totalmente fottuto dal suo sorriso e da quegli occhioni talmente limpidi e profondi dal mandarmi in pappa il cervello.
Il suo tocco, il suo modo di comportarsi, la sua bontà e la sua dolcezza mischiata all'intelligenza e al coraggio di una vera guerriera.

Ho sempre saputo, fin da piccolo, che lei sarebbe stata la donna che avrei sempre voluto al mio fianco. Ero appena poco più di un bambino la prima volta in cui i miei occhi si siano posati su di lei e, da allora, non la ho più persa di vista. La tenevo d'occhio, da lontano ed in silenzio, e lei, pur non sapendolo, è sempre stata al centro dei miei pensieri.

Mio padre si accorse subito del mio invaghimento per lei e non ci diede molto peso, col passare degli anni, però, si accorse della serietà della cosa e non perse occasione per ribadirmi il suo disgusto verso quel sentimento tanto grande che mi faceva bruciare il petto al solo sentire il suo nome.
Io, però, non volevo che lui riuscisse a rovinare pure questo e non parlai mai di Soleil con lui. Non faceva altro che ripetermi il fatto che l'amore fosse una debolezza, un qualcosa di talmente superfluo dal risultare banale, inutile e portatore di disfatta.
Avrei dovuto trovarmi una donna, certo, ma questo solo per diventare padre ed assicurarmi di avere qualcuno a cui lasciare il mio impero. Proprio come ha fatto lui.
Mio padre non amava mia mamma, oserei addirittura dire che la disprezzasse ed ha sempre cercato di inculcarmi lo stesso ragionamento.

Non gli ho mai confidato di essermi innamorato di Soleil, lui era malato e questo sarebbe stato il colpo di grazia, ma ho sempre sospettato che lui se ne fosse accorto. Più passava il tempo e più era distaccato..ero il suo unico figlio e questo gli ha impedito di lasciare il trono a qualcun altro, ma le frecciatine tutt'altro che velate erano, ormai, all'ordine del giorno.
Lui e Miller mi hanno fatto fare il giuramento non appena io conseguì l'età per poterlo fare e, tra le altre cose, dovetti promettere di mettere la mafia al primo posto, sempre.
Lo ho sempre odiato questo giuramento. Non solo per le idee fortemente conservatrici e medievali di cui ancora oggi sia composto il "regolamento", ma soprattutto per il fatto che io non riuscì mai a mantenerlo: Soleil è sempre stata più importante di qualsiasi altra cosa e questo non ha fatto altro che aumentare dal giorno in cui sia effettivamente entrata nella mia vita, dal giorno in cui il suo delicato profumo impregna le lenzuola del mio letto e dal giorno in cui io non sia più riuscito ad immaginarmi un solo singolo giorno senza di lei.

Torno a chiudere gli occhi e mi aggrappo a questo momento di pura pace prima di tornare alla realtà ed affrontare tutto il casino di questi ultimi sei mesi.
Sento Soleil muoversi e stringo la presa attorno al suo piccolo corpo, tenendola ferma ed attaccata a me.
-Buongiorno, amore.- la sento sussurrare sull'incavo del mio collo.
Sorrido ancora a palpebre chiuse e giro il viso per lasciarle un bacio sulla fronte. -Buongiorno. Hai fame?-
Annuisce come una bambina e piega le labbra in una maniera così dolce dal farmi desiderare di potermi imprimere il suo sorriso sulla pelle.

-Stai qui..- mormoro mettendomi a sedere. Mi alzo in piedi e cerco con lo sguardo i miei pantaloni. Odio vestirmi con gli stessi abiti del giorno prima, ma qui non ho nemmeno il necessario per potermi fare una doccia e chiedere gli indumenti a Miller non rientra di certe nelle cose che voglia fare. -..vado a cercare Giselle e poi ti porto la colazione a letto.-
Sorride ancora e si gira a pancia in su, il lenzuolo scorre sul suo corpo e la lascia deliziosamente scoperta dalla vita alla testa. I miei occhi si incastrano sul suo seno nudo ed il mio ego si gonfia nel vederlo pieno dei miei succhiotti. La rendono ancora più mia.

Uniti dal destino (Mafia romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora