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Angela, 26 agosto 2022, ore 22.28


Nicola mi conduce in un locale, il volume è altissimo e le luci puntate su una coppia di spogliarelliste. La mia espressione deve essere terribile, perché lui ride e mi dà un bacio sulla fronte.

"No, piccola. Non siamo qui per loro, tranquilla." mi dice e mi invita a camminare verso una rampa di scale in vetro. Ci salgo, con la paura di scivolare sui tacchi che porto e ritrovarmi di sotto. Lui sembra avere la stessa paura, perché a un certo punto mi porta entrambe le mani ai fianchi, come a volermi prendere. Ma non cado e le retrae subito.

Il piano di sopra è un anello circolare che si affaccia sulla pista dal ballo sottostante. È un luogo elegante, zeppo di signori e ragazzi ben vestiti. Le cameriere sono ragazze appena maggiorenni, bellissime, strizzate in vestiti cortissimi. Ne seguo una con lo sguardo, porge dello champagne a un uomo sulla sessantina che potrebbe essere suo nonno, poi si siede sulle sue gambe, lo bacia e si lascia toccare il seno.

"Dove cazzo mi hai portata? In un bordello?" dico a Nicola.

"No, ti ho portata a un compleanno. E ho anche un lavoretto da sbrigare qui dentro." mi risponde, il suo sguardo vaga in cerca di qualcuno.

"Con qualche ragazza?" chiedo.

Lui ride appena, mi porta una mano tra le scapole, è calda, rassicurante. "Sei già gelosa?"

"No, voglio solo capire cosa ci facciamo qui."

In quel momento, Antonio ci raggiunge e mi rivolge un'occhiata piena di disprezzo.

"Questa stronza che ci fa qui?" ringhia. "Non l'ho invitata."

"Se io sono qui a festeggiare i tuoi trent'anni, fratello, è grazie a lei. Quindi portale rispetto. È la mia ragazza." gli risponde a tono Nicola.

"Io non sono la tua ragazza." gli dico.

Antonio mi afferra per il collo e mi stringe appena, più per intimidirmi che per soffocarmi davvero. Nicola gli prende il polso con uno scatto.

"Stammi a sentire, stronza. O sei la sua puttana e ti lascio stare, o non sei la benvenuta e sono libero di piantarti una pallottola in testa. Sbarazzarmi di te sarebbe un bel regalo di compleanno!"

"Minacciala di nuovo e ti faccio saltare il cervello!" gli urla Nicola.

Io gli rido in faccia, dalla paura, dalla disperazione. Antonio la prende come una sfida al suo potere, mi punta una pistola alla tempia. Si sentono ovazioni di terrore e stupore spargersi per tutto il piano. Molti si allontanano, altri chiamano la sicurezza. I suoi uomini ci guardano con curiosità, come se aspettassero solo di avere dei pop-corn da mangiare nel frattempo.

Io guardo lo stronzo che mi punta un'arma addosso e sospiro. Lo fisso.

"Fallo. Togli quella cazzo di sicura e fallo." lo incito.

Lui toglie la sicura con uno scatto. "Credi che stia giocando?"

"Toglile le mani di dosso o te la vedrai con me!" gli ringhia contro suo fratello, avvicinandosi a lui.

Antonio lo guarda incredulo per qualche minuto, poi molla la presa sul mio collo, ripone la pistola.

"Lei è mia. E tu non devi azzardarti a toccarla. Hai capito?" urla Nicola, strattonandomi verso di sé. Mi cinge le spalle con un braccio, mi ritrovo contro il suo petto. "Mi ha salvato la vita. Non ti permetterò di trattarla come una delle tue puttane. Non torcerle nemmeno un capello o la pagherai cara."

"Ti dovevi far salvare il culo proprio da questa stronza?" gli risponde lui, continuando a guardarmi storto. "Venite, ho bisogno di bere." Acconsente alla fine.

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