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Angela, 21 aprile, ore 11.12


Davide ci ha prenotato un'ora di spa, da condividere in quattro ragazze. Indossiamo tutte dei costumi ridicoli e siamo in fila, in attesa. Il mio sguardo va a ogni angolo del camerino, naviga in ogni punto dove può esserci una telecamera. Ho come la sensazione che quest'ora in bikini sia solo un altro show per gli amici di Guarelli.

Non appena entriamo nella spa, afferro uno degli asciugamani puliti e lo uso per avvolgermi il busto, per nascondere il ridicolo bikini che mi ha fatto indossare. È almeno di due taglie troppo piccolo, a tanga. La piscina riscaldata è enorme ed esala un profumo fresco che troverei molto rilassante, se non fosse che mi sento osservata. Continuo a cercare le telecamere, ma non ci sono.

Un'inserviente passa e offre a ognuna di noi una tisana drenante e un auricolare. Una ragazza ordina alla donna in divisa di massaggiarle la testa. Io mi stendo su un lettino e faccio finta di bere la tisana. Qualsiasi cosa stia per succedere qui dentro, col cavolo che bevo qualcosa di cui non so la provenienza. Nell'aria tiepida c'è qualcosa di pesante, di elettrico, qualcosa che non torna. Getto tutto nel vaso di una pianta lì vicino, facendo una smorfia, come se non mi sia piaciuta. Nessuno mi toglierà dalla testa che siamo osservate costantemente da Guarelli e dai suoi amici.

"Indossate l'auricolare per l'inizio della meditazione guidata, grazie" dice l'inserviente, poi getta nell'acqua calda altri sali da bagno. Appena indosso l'apparecchio la voce di Davide minaccia di spaccarmi un timpano.

"Cosa fai? Ti nascondi?" mi chiede, in tono intimidatorio.

"prendo il sole... e il sole fa male alla pelle pallida come la mia."

"Sei al chiuso, bambolina!" tuona lui.

"Dillo alla mia pelle, lei non lo sa." Gli rispondo con calma e faccio finta di rilassarmi, mentre tutti i miei sensi sono all'erta.

"Posso farti passare la tisana, ma se non ti toglierai quell'asciugamano, ti giuro..."

"Portami un costume da bagno decente e forse mi leverò l'asciugamano." Gli dico, poi chiamo l'inserviente e le chiedo di prendermi un paio di occhiali da sole. Dal solaio in vetro entra la luce delle undici di mattina e il riflesso sull'acqua della piscina inizia ad accecarmi. È proprio quello che non voglio, ho bisogno di vedere meglio, di capire da dove stanno guardando. Non che possa farli smettere, ma sapere dove si nasconde il nemico potrebbe farmi stare meglio. Ho bisogno di calmarmi.

La donna torna con un paio di occhiali da sole alla moda, che indosso con nonchalance.

"Hai un'ora. O ti levi l'asciugamano o giuro che non mangerai niente per i prossimi tre giorni."

Per testare la mia paranoia, non gli rispondo a voce. Scrollo solo le spalle. Se non mi hanno vista entrare in bikini significa che quella zona deve essere un loro punto cieco. Gli occhiali mi permettono anche di guardare in più direzioni senza essere scoperta, sempre che non abbia una telecamera proprio accanto a me. Osservo la pianta, ma sembra innocua.

Davide non risponde, non mi ha dato modo di capire se mi ha vista o meno scrollare le spalle.

L'inserviente ci chiede di seguire le sue istruzioni e di immergerci fino al collo in due vasche, una di acqua gelida e una di acqua calda. La ragazza bionda davanti a me trema dal freddo.

"Lascia pure a me l'asciugamano." Mi dice la donna. Io scuoto la testa e vado in acqua con tutto il telo che improvvisamente si fa pesante. Il freddo è tanto, ma l'ho sempre trovato piacevole e rilassante. Mi lascio andare nell'acqua e per qualche istante sento i muscoli del viso rilassarsi e le tempie smettono di farmi male.

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