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Angela, 10 marzo 2023

Passo le dita sul tessuto della gonna, è ampia, ricoperta di pizzo. Io non l'avrei mai scelta, ma è l'abito più costoso del negozio, col pizzo fatto a mano e le linee di alta sartoria. La suocera di Rita è su di giri e piange.

"Ti piace?" mi chiede Maria.

"Insomma. Di essere bello è bello, ma per i miei gusti è troppo." le dico, sussurrando, in modo che Rita e sua suocera non ci sentano.

"E' così che si sposa una regina, soprattutto una regina delle nostre." mi risponde Maria, sempre a bassa voce. "Guardalo bene, che tanto lo so che tra un paio d'anni Antonio ti porta all'altare. Lo conosco al figlio mio. Quello è pazzo di te. E trattamelo bene, come hai fatto in America. E ti prendiamo un vestito meglio di questo. Questo per un finto matrimonio va benissimo. Poi ce lo regaliamo a qualche povera ragazza che si deve sposare e possibilità non ne tiene."

Annuisco piano e sorrido a Rita. "Bellissima, ti sta d'incanto." le dico.

"Qua va sistemato tutto però, dov'è lo stilista?" chiede direttamene Maria.

"Donna Maria, lo stilista sta a Milano per una sfilata. Però lo facciamo scendere, così vede la sposa di persona e glielo sistema addosso, pezzo pezzo. Alziamo la vita, stringiamo tutto quello che c'è da stringere e in cattedrale sembrerà una regina. Ti sposi in cattedrale, no?" chiede il titolare del negozio.

"Sì. Mi sposo a San Sabino." dice Rita.

"San Sabino, signorì?" le chiede il titolare, sconcertato. "No, pensavo da San Nicola, sapete... sono poche le spose che scelgono San Sabino. Tutto qui."

"Ritarella, ma che dici?" le chiede sua suocera. "Vi sposate da San Nicola. Che con un abito così bello vuoi andare a San Sabino?"

Maria è un'attrice nata. Mette su una faccia sconvolta che le varrebbe un Oscar. "Nono, signora mia." dice a Donna Immacolata. "Ritarella mia si sposa dove siamo ci siamo sposati io e la buonanima di mio marito Salvatore. Da San Sabino, che quella è una chiesa per le cerimonie felici."

Rita annuisce con sicurezza e guarda la suocera dritta in faccia, con un cipiglio che assomiglia tanto a quello di sua madre. "Noi Santoro scomodiamo San Nicola solo per i funerali. E io non mi sposo dove hanno benedetto le bare di mezza famiglia mia."

Donna Imma guarda il vestito di Rita e annuisce. "C'hai ragione, bambina cara. Me lo ricordo il funerale del papà tuo, ma mio figlio ha prenotato tutto, la sala, la chiesa... E mo che facciamo?"

"Spostiamo. Vedrete che il prete ci chiude un occhio e ci trova un posto presto, al massimo qualche settimana. Così anche lo stilista ha tempo di scendere da Milano e sistemare questo bel vestito. Qualche settimana in più non cambia niente proprio, si sono aspettati per tutti questi anni." continua Maria.

Lo sguardo di Imma è uno sguardo pericoloso, arrabbiato. "Va bene, ma mo mi prometti una cosa, Rita. Nel tempo che resta, ti devi organizzare tu il matrimonio tuo. Che mio figlio non può stare nella testa tua, capito? Così vi avvicinate pure, vi conoscete meglio. Non farlo andare da solo a scegliere tutte cose, oggi va a chiudere il contratto della casa nuova e tu nemmeno l'hai vista." le rinfaccia la signora, con un tono che lascia intuire il suo pensiero in merito. Lei ha capito che Rita non vuole sposarsi, perché non ha scelto la casa, né i mobili. Ha intuito che dietro la sua richiesta di spostare la data, potrebbe esserci un tentativo di far saltare il matrimonio. Vuole che Rita le dimostri nei fatti di aver cambiato idea e di voler sposare Gennaro.

"Digli di venirmi a prendere dopo pranzo, vediamo 'sta casa e andiamo a prendere i mobili." risponde Rita, in modo pacato, poi si guarda allo specchio. "Questo è proprio bello." continua, lisciando il pizzo del corpetto. Ha una voce più calma, più sicura. "Per la cattedrale va bene." dice, poi si rivolge al commesso. "Mo ci manca solo uno per la sala e lo voglio diverso." continua, con un tono così pretenzioso che fa venire i nervi già a me, che so che sta fingendo.

Protetta dal diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora