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Angela, 22 gennaio 2023


Per prima cosa, ripongo nel cassetto il pigiama decente che ho comprato. Poi i completi e le scarpe. Li guardo nell'armadio e ammetto che mi sono fatta prendere la mano. Ho tinto i capelli del mio vecchio colore, ormai non devo fingere di essere qualcun altro e il biondo stava virando velocemente al giallo. Guardo i due abiti che ho preso e che potrebbero andare bene per la serata. Uno è molto coprente, l'altro un po' più audace. Mi guardo allo specchio e me li passo davanti, prima uno e poi l'altro, senza riuscire a decidermi. Ormai è quasi ora, ma per fortuna ho sistemato i capelli, il trucco e le mani. Alla fine, testarda come sempre, decido per quello nero, audace, ma molto più casto rispetto al mio ultimo abito da sera.

Quando esco, Carlo mi fa segno di no con la testa, ma smette subito quando Antonio entra nel salotto. Mi guarda e quasi non riesce a chiudere bocca.

"Sei bellissima, amore mio." mi dice e quasi mi fa venire da vomitare. Gli scocco un'occhiataccia.

Carlo mi prende un pellicciotto bianco, bellissimo, che io non ho comprato.

"Quello è un regalo." mi spiega Antonio "Mi stai permettendo di trattarti da donna e ho tutta l'intenzione di viziarti."

"Non sono tua." ribatto "E non mi comprerai così." continuo.

"Ti ho già detto che non voglio comprarti, amore." replica lui. Quella parola nelle sue labbra sembra quasi una bestemmia. Io ero innamorata di Nicola, anche se devo ammettere che negli ultimi mesi l'incantesimo sembra essersi spezzato. Forse era davvero solo la Sindrome di Stoccolma a guidarmi. Antonio ha fatto di tutto per interrompere quello che c'era tra me e suo fratello. E adesso è qui, e mi chiama amore come se fossi già stata a letto con lui.

Lo guardo con aria di sfida, ma lui mi prende sottobraccio e mi bacia una guancia.

"Sei davvero bellissima." replica, prima di condurmi in macchina.

Quando scendo dall'auto siamo davanti a un altro hotel, uno a cinque stelle, molto elegante. L'arredamento è un po' retrò, ma di classe. Tremo, mi torna in mente cos'è successo l'ultima volta che sono stata in un hotel con lui, per incontrare un altro boss. Sento i colpi di pistola.

Antonio si ferma e mi bacia la tempia. "Non c'è niente di cui aver paura. Non stavolta." mi sussurra. Stringo più forte la borsetta e mi costringo a seguirlo.

Lascio la pelliccia a una ragazza e lei mi guarda incuriosita. Antonio si fa avanti e lascia il suo cappotto. Prima di entrare nel ristorante, gli uomini di Veneziani perquisiscono Antonio centimetro per centimetro. Lui non protesta e rimane gelido e indifferente.

Almeno, finché uno degli uomini non mi chiede di passargli la borsetta e un altro si avvicina e si accovaccia dietro di me, per iniziare a perquisirmi. Lo stronzo sta iniziando dalle gambe, anche se sono palesemente nude.

"Toccatela e non uscirete da questo hotel vivi." Antonio quasi ringhia mentre lo dice.

L'uomo si alza, non dopo aver dato una rapida occhiata sotto la mia gonna, alza le mani in aria e guarda Santoro come a chiedergli scusa.

"Il mio capo sa che è pericolosa. Ha chiesto di poterla perquisire. Se non posso farlo, dovrà attendere fuori dalla sala."

"Non potete perquisirla voi. Chiamate Donna Letizia, lo farà lei o non lo farà nessuno." replica lui, poi guarda l'uomo, poco più che un ragazzo, che sta armeggiando con il contenuto della mia borsa.

"Hai smesso di giocare coi trucchi della mia ragazza o no?"

Il ragazzo alza lo sguardo, è imbarazzato. "Mi scuso, ma ha tanti oggetti piccoli e ogni volta li scambio per cimici."

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