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Angela, 29 giugno 2022, ore 11.17


Rita mi ha portato una tuta da ginnastica e delle scarpe comode come le avevo chiesto. Non so se sospetti qualcosa, non sono nemmeno sicura che voglia davvero aiutarmi. Forse vuole solo tenermi qui, come un cagnolino, solo per avere compagnia.

Dopo la serata in discoteca sua madre l'ha cacciata di casa e lei è tornata più che volentieri nel super attico di Nicola.

Quanto a me, i fratelli Santoro hanno litigato a lungo per decidere in quale casa segregarmi e alla fine hanno lasciato scegliere a una monetina. La sorte era dalla mia parte, perché anch'io sono tornata nella mia stanza da Nicola. Sempre meglio di restare da suo fratello.

Stringo i lacci delle sneakers, mi ha preso l'ultima uscita di una marca costosissima. Esco dalla mia stanza e sui divanetti del salotto trovo Nicola e Antonio, che chiacchierano come se andassero d'accordo. Deve essere una calma apparente, non li ho mai sentiti andare d'accordo per più di due minuti.

"E' stata Rita a conciarti come un sacco di patate?" mi chiede Antonio, con la solita gentilezza.

"E tu dove vorresti andare con la camicia?" gli rispondo "A un matrimonio?"

Nicola mi lancia un'occhiata perplessa. Forse non credeva che gli avrei risposto a tono.

"Rita!" chiama il boss e lei esce dalla sua stanza sbuffando.

"Sì, che vuoi?" domanda a suo fratello.

"Da domani i vestiti glieli compro io." Le dice "Hai fatto un pessimo lavoro."

"Ha fatto un pessimo lavoro perché non mi ha vestita come una prostituta? Per questo? Se vuoi vederne una, ti consiglio di andare verso la provinciale. Vedrai che lì troverai ciò di cui hai bisogno." Gli rispondo, al posto di Rita. Lui sorride appena.

"Andiamo, il dottore ci aspetta." Dice Nicola e mi fa cenno di uscire dalla suite.

"Tu hai da fare oggi, l'accompagno io." Gli risponde Antonio.

Lo guardo, vorrei ucciderlo.

"Quanto disturbo." Gli risponde Nicola, è circospetto. "Rita, va' con loro. Non mi fido."

"No. Rita resta qui in punizione. Se hai paura che non te la riporti qui, ti conviene sbrigare il tuo lavoro in fretta. Vai." Gli ordina. Nicola bisbiglia qualche parolaccia tra i denti, mi bacia una guancia per potermi parlare all'orecchio.

"Non farlo incazzare. Ho capito cosa vuoi fare. Non farlo." Mi sussurra e mi bacia l'altra guancia.

"Siamo già alle parole dolci sussurrate nelle orecchie? Tra qualche giorno entrerò qui dentro e la troverò nel tuo letto?" chiede Antonio a suo fratello, per metterlo in difficoltà.

"Se entro a casa tua trovo almeno sei puttane in salotto. Non credo dovresti stupirti di trovare una ragazza in camera da letto. Adesso andate che si sta facendo tardi." Gli risponde Nicola.

Imbocco l'uscita senza dire niente, anche solo ascoltarli mi fa schifo. Nessuno dei due ha messo in conto cosa voglio io. Se tutto va bene, domani sarò altrove e loro non saranno più un mio problema.

Esco dall'attico e faccio per prendere l'ascensore, ma due energumeni mi bloccano il passaggio. Sono due uomini della sicurezza.

"Tranquilli, il coglione è dietro di me." Dico, incrociando le braccia. Uno di loro sorride, l'altro guarda alle mie spalle.

"Signore, buona giornata." Dice, con estrema reverenza, quasi con paura.

Antonio mi posa una mano sulla spalla e mi allontana dai due uomini, prima di condurmi verso l'ascensore. Non si è degnato nemmeno di rispondere alla guardia.

Protetta dal diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora