Capitolo 1

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Era una bellissima giornata di sole, il mare calmo e trasparente lambiva l'enorme spiaggia privata del club villaggio. Zayn, con indosso degli short ed una t-shirt, raggiunse la postazione di lavoro e diede una pacca sulla spalla al suo collega, salutandolo: "Buongiorno, Tommo! Sei caduto dal letto?". L'altro giovane allontanò con una mano il suo braccio, con aria infastidita. Indossava un costume azzurro ed una maglietta aderente come quella di Zayn, su entrambe era evidente la scritta: "Staff, lifeguard". Il moro appena arrivato, si lasciò cadere sulla sedia affianco a quella dell'altro. Entrambi, da quella posizione, potevano controllare la spiaggia e la porzione di mare utilizzate dai clienti del villaggio. Abbronzati e tatuati, occhiali scuri e capelli leggermente scompigliati dal vento, erano entrambi attraenti anche se in modo diverso. I bagnanti li salutavano con entusiasmo, passandogli davanti per raggiungere lettini ed ombrelloni allineati sulla battigia. Zayn si limitava ad un cenno della testa, restando piuttosto rigido mentre Louis sollevava gli occhiali scuri e rivolgeva ad ognuno un sorriso affascinante, con un guizzo quasi sempre divertito negli occhi blu. Scuotendo la testa, Zayn chiese sottovoce al suo collega: "Hai già deciso la tua preda per questo weekend?". Il tono non era particolarmente caloroso, solo leggermente curioso. Erano colleghi, non amici. Intrattenevano rapporti cordiali, si scambiavano opinioni e notizie e si conoscevano relativamente, dato che lavoravano insieme al club da due anni ed erano coetanei, avendo entrambi venticinque anni. Zayn aveva una fidanzata ed un paio di amici, con cui usciva nel tempo libero mentre Louis, nonostante fosse apparentemente un tipo estroverso ed amichevole, era in realtà molto schivo e chiuso nella vita privata. Non parlava mai della sua famiglia o delle sue origini, trascorreva da solo il suo tempo libero ed aveva un modo di relazionarsi piuttosto singolare. I colleghi ed i clienti abituali non lo stimavano molto, tanto che aveva ormai la nomina di essere un manipolatore ed un seduttore senza cuore. La cosa non sembrava dispiacergli, anzi sorrideva soddisfatto quando veniva squadrato o additato per questa o quella conquista. Era fiero dei suoi successi, di come sapesse usare il proprio fisico ma soprattutto la sua furbizia per vincere ogni volta una sfida più difficile. Poteva dimostrare che, anche se non era alto e muscoloso come lo stereotipo del bagnino, sapeva come sfruttare ogni situazione ed avere ogni fine settimana una diversa compagnia, per quell'unica notte libera da impegni lavorativi. Zayn, con palese interesse, cercò di cogliere dove fosse diretto lo sguardo del suo misterioso collega, per capire chi avesse puntato, quella volta. C'erano poche persone in spiaggia e, se Louis era arrivato prima di lui, era certo ci fosse un motivo valido. In prima fila, sotto primo ombrellone a sinistra, due ragazzi erano distesi sui lettini con il corpo al sole e la testa all'ombra. Nick, uno dei due, era sicuramente il più vecchio e doveva avere quasi trent'anni. Aveva un viso allungato ed i tratti anonimi, non sembrava davvero un tipo interessante. Il suo fidanzato, invece, era decisamente di un altro livello. "Non dirmi che stai puntando il riccio!" esclamò Zayn, tenendo il tono di voce basso. Louis rispose senza muovere un muscolo, la voce ferma: "Si chiama Harry, ho sentito che é una specie di musicista. Cosa sai di lui?". Il collega sembrò pensarci, poi borbottò: "Scrive canzoni e musica ma non credo si esibisca, è molto timido e riservato, per il poco che ho visto. Ha vent'anni, è molto giovane. Nick gli sta sempre appiccicato, asfissiante lo definirei". Louis fece una risatina, annuendo tra sé. Proprio in quel momento, i due ragazzi che stavano spiando, si mossero.

Harry si sollevò a sedere con uno sbuffo, indossava un costume giallo molto ridotto e dei grossi occhiali da sole, bianchi. "Non sono un bambino, Nick!" protestò a voce alta, praticamente tutta la spiaggia lo sentì. "Lo so che non sei un bambino" ammise il fidanzato, apparentemente alterato: "Ma non voglio che ti succeda nulla! Ascoltami, è meglio che eviti di fare il bagno o, almeno, aspetta che ti possa accompagnare!". Harry, abbracciandosi le lunghe gambe con le braccia e scuotendo la testa piena di ricci non sembrò d'accordo: "Posso benissimo andare da solo! Sei sempre al telefono per lavoro e mi impedisci di fare qualunque cosa! Che siamo venuti a fare qui se devo stare sempre seduto ad ascoltare la musica, potevo farlo a casa!". Senza rispondere, Nick si alzò con uno scatto: "Non ho voglia di litigare di nuovo! Mi preoccupo perché ci tengo a te! Ora, devo andare in camera ma torno presto, non stare troppo al sole!", detto questo si allontanò con andatura veloce.

Appena Louis vide che Harry era rimasto solo, si alzò dalla sedia e sussurrò al collega Zayn: "Coprimi, Malik", il moro non poté fare a meno di sorridere.

Harry era seduto sul lettino, la testa abbassata, quando Louis arrivò e si fermò praticamente di fronte a lui. "Tutto bene?" chiese il nuovo arrivato con voce gentile, l'altro si limitò ad annuire senza alzare la testa. Senza perdere tempo, Louis si sedette sul lettino affianco, le gambe verso il lato di Harry, aspettando che il silenzio prolungato facesse aprire il ragazzo più piccolo. Dopo qualche minuto, la voce roca e dalla cadenza lenta di Harry, sussurrò: "Il mio fidanzato, non penso che andiamo più d'accordo come prima". Louis sospirò, come comprendesse e si presentò con voce melodiosa: "Io sono Louis, sono addetto al salvataggio ed istruttore di vela. Se ti serve qualcosa, non esitare a chiedere", l'ultima frase la pronunciò in un modo malizioso che fece irrigidire leggermente Harry, il quale lasciò andare le gambe e si girò sul lettino, voltandosi verso il lato in cui era Louis, mentre al tempo stesso afferrava qualcosa che era appoggiato vicino. Era un bastone bianco particolare, che Louis si trovò ad osservare, mentre Harry si sporgeva verso di lui e sussurrava: "Vieni più vicino, non riesco, porti gli occhiali scuri? Puoi toglierli?". A Louis il ragazzo non sembrò affatto timido mentre allungava la mano in cui non teneva il bastone per sfiorargli il viso e toccare gli occhiali. Sorpreso, il più grande sollevò sulla testa gli occhiali e notò che Harry faceva lo stesso, rivelando due occhi verdi che sembravano vagare senza trovare un punto fisso. Il più giovane mosse la testa di lato, l'espressione concentrata e sussurrò incerto: "Blu". "Cosa?" chiese Louis, confuso. "Vedo qualcosa di blu" spiegò Harry, con un sorriso timido. L'altro lo fissò con la fronte corrugata, cercando di capire. Il riccio tornò a sdraiarsi sul lettino: "Ho sentito quello che dicono di te". Il tono era divertito. "Davvero?" fece Louis, a disagio. "Già" confermò Harry, chiudendo gli occhi e rilassandosi sul lettino: "Dicono che sei molto attraente e nessuno ti può resistere. Ma, per me, non fa alcuna differenza". Dopo una pausa, il più giovane riprese a parlare in tono neutro, come se fosse un discorso ripetuto diverse volte: "Fino ai diciotto anni, non avevo idea di cosa fosse la maculopatia. Ero come gli altri, prima. Ora, il mio mondo è differente, Louis". "Sei cieco?" sussurrò l'altro, il tono privo di inflessioni o di pietà. La cosa fece sorridere Harry, non voleva fare pena a nessuno: "Non proprio, posso vedere delle forme e dei colori, quasi sempre. Il movimento, il cambio repentino di una luce. Il termine tecnico è ipovedente, mi aiuto con degli strumenti se ho bisogno, ma in sostanza sì. Anche se, devo confessarti che la vista non è uno dei miei due sensi preferiti. ". Louis si trovò a sorridere, per nulla scoraggiato, lui adorava le sfide. "I miei occhi sono blu" lo informò, in tono soddisfatto, poi chiese: "Quali sono i tuoi sensi preferiti, Harry?". Il riccio si lasciò sfuggire una risata: "Il mio udito è molto sensibile, sono un musicista", fece una pausa ad effetto. "E il tatto?" lo incalzò Louis, sporgendosi verso di lui e studiando la sua reazione. Divertito dalla totale mancanze di pudore dell'altro, Harry rise e scosse la testa: "No". Passandosi la lingua sulle labbra, Louis si guardò intorno prima di accostare il viso a quello del più giovane, entrando nel suo spazio. I loto volti erano vicinissimi, Harry si immobilizzò e sembrò concentrarsi improvvisamente, sentì un profumo inebriante che sapeva di salsedine e lime, con una punta di tabacco e cannella. Louis si ritrasse di colpo, alzandosi e ponendo una certa distanza tra loro. L'olfatto era l'altro senso, pensò annuendo tra sé, congedandosi: "Buona giornata, Harry. Ricorda che se hai bisogno di assistenza, mentre ti bagni, è il mio lavoro". Il gioco era appena cominciato e Louis era deciso a vincere.

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