Capitolo 2

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Le giornate al Villaggio Vacanze si concludevano sempre con un ricco e coreografico buffet serale. Gli addetti alla ristorazione apparecchiavano per la cena all'aperto, su un bellissimo promontorio a picco sul Mediterraneo. I tavoli degli ospiti erano illuminati da lanterne caratteristiche, le tovaglie e le stoviglie erano coloratissime e tutto lo staff si univa ai turisti per un momento di socializzazione e convivialità. Harry e Nick, al terzo giorno di vacanza, si erano già abituati a quella consuetudine. Il loro tavolo era leggermente defilato, ma godeva in una bella vista sul mare ed era alla giusta distanza dagli altoparlanti, che diffondevano musica d'ambiente. Durante il pasto, il personale girava tra i tavoli per pubblicizzare le varie attività o semplicemente per scambiare due chiacchiere con i clienti. Come ogni sera, fu Nick ad andare a riempire i piatti al buffet, rifiutando categoricamente l'offerta di Harry di accompagnarlo. Quando il fidanzato mise i piatti sul tavolo, Harry sbuffò come faceva molto spesso ultimamente. "Perché devi sempre rendere tutto difficile?" chiese Nick scocciato: "Dovresti apprezzare quello che faccio, invece di protestare continuamente!". Harry da diverso tempo si sentiva frustrato, imprigionato in un rapporto a senso unico così rispose nervosamente: "Nessuno ti chiede di farmi da assistente o da infermiere! Sono perfettamente in grado di portare un piatto, senza farlo cadere! Sembra che ti piaccia umiliarmi e farmi sentire inferiore!" . Nick perse completamente la pazienza, dimenticando la presenza delle altre persone e sbattendo con forza le posare sul piatto: "Adesso devo sentirmi in colpa se voglio prendermi cura di te? Evitarti di farti male? Cosa dovrei fare, secondo te?". Il tono di voce alto aveva attirato l'attenzione dei tavoli vicini, Harry se ne accorse ma non gli diede importanza anche se mantenne un tono di voce normale, addirittura tranquillo: "Il nostro rapporto è sbilanciato, Nick. Tu non mi consideri pari a te. Ti piace farmi sentire dipendente da te.". "Stronzate!" esclamò l'altro, piccato e rosso in viso. Calò un silenzio teso, poi Nick si alzò dicendo: "Non ho più fame, ci vediamo più tardi in camera". Harry alzò una mano per fermarlo, voleva finire la discussione risolvere finalmente la continua tensione tra loro, ma il suo fidanzato si era già allontanato.

Nick era andato via da poco, quando una presenza fece sorridere Harry. Riconobbe subito il profumo di mare e sigarette. "Posso farti compagnia?" la voce di Louis era bassa e melodiosa, il riccio scosse la testa divertito: "Non perdi un colpo, vero?". Il maggiore fece una risatina e si sedette, occupando il posto che Nick aveva lasciato libero. "Ho poco tempo, devo sfruttare ogni occasione" ammise sincero Louis, spostando la sedia per farsi più vicino all'altro ragazzo. Il più giovane non riusciva a smettere di sorridere, ne aveva sentite di tutti i colori su Louis eppure la sua presenza non lo infastidiva. Lo faceva sentire leggero, lo faceva sentire libero. Vivo, lo faceva sentire vivo. Forse, era solo la consapevolezza del rischio che correva lasciandogli la possibilità di avvicinarsi. Il rischio di farsi male, di restare scottato. "Il tuo cavaliere tornerà a breve?" chiese scherzosamente Louis: " Devo allontanarmi prima che riappaia e mi prenda a pugni?". Erano molto vicini, Harry sentiva il calore del corpo dell'altro che gli sfiorava la spalla, il rumore del respiro di Louis. Era tutto importante per lui, tutto prezioso. Fino a qualche anno prima, aveva vissuto una vita vuota senza immaginare che a breve avrebbe perso gran parte della vista. Se lo avesse saputo, si sarebbe goduto di più quegli anni. "Puoi stare tranquillo" sussurrò con voce calma Harry: "Non penso che tornerà indietro, è molto orgoglioso". Scese il silenzio tra loro, Harry giocherellò con il piatto fino a che sentì la voce di Louis sussurrargli vicino all'orecchio: "Vuoi fare una passeggiata? Il lungomare è deserto in questo momento. Possiamo goderci il rumore delle onde ed il profumo di salsedine". Il più giovane capiva cosa intendesse, Louis era intuitivo e attento come un vero predatore. "Perché no?" fece semplicemente Harry, allungando la mano verso il bastone bianco che usava quando si trovava in posti poco conosciuti, per evitare gli ostacoli. Louis non lo aiutò ad alzarsi e gli camminò al fianco mentre si dirigevano verso la spiaggia, senza offrirsi in alcun modo di sostenerlo. Solo quando arrivarono alla piccola discesa verso il mare, il più grande si avvicinò e gli sfiorò il braccio in una muta richiesta. Harry passò il braccio libero sotto quello di Louis e scesero lentamente, il rumore del mare che riempiva la notte.

Il lungomare era quasi deserto. Camminarono a pochi passi dalla battigia, Harry con gli occhi socchiusi e le narici aperte per gustarsi il profumo del mare mischiato con quello dell'uomo accanto a lui. Sorrideva, incredulo di trovarsi veramente a passeggiare con uno sconosciuto. Un affascinante sconosciuto. Gli sembrava di vivere una specie di sogno, di concedersi una pazzia. Il pensiero di Nick, il suo porto sicuro e tranquillo, era in un angolo della sua mente e quasi lo infastidiva. "La luce della luna si riflette sull'acqua, non è ancora piena" gli disse Louis con quel tono di voce più basso che a volte usava: "Ci sono poche onde, se vuoi possiamo togliere le scarpe e camminare nell'acqua". Harry era tentato: "Non sarà troppo fredda?". "Ma, Harry!" rispose in tono esageratamente ferito: "Ci sono io a scaldarti!". Si sedettero sulla sabbia per togliere le scarpe da ginnastica ed i calzini. Louis si alzò per primo, Harry lasciò il bastone a terra e porse una mano vero il maggiore, che comprese e lo aiutò d alzarsi. Lentamente, iniziarono a camminare con i piedi nell'acqua, i fianchi che si sfioravano e il braccio di Louis dietro le spalle di Harry. "Non posso fidarmi di te, sai" confessò Harry mentre compivano dei giri nello stesso punto, camminando senza andare da nessuna parte. "Lo so" confermò Louis, le labbra fra i capelli di Harry. Si fermarono entrambi, il più piccolo si appoggiò contro il corpo dell'altro e lasciò che lo circondasse con le braccia. Non era alto e muscoloso, Louis, ma il suo corpo vibrava di forza ed energia. Harry lo percepiva, mentre si abbandonava contro di lui. "Sei una tentazione, Tomlinson" sussurrò a bassa voce. "Lo so bene" rispose con un sorriso compiaciuto il maggiore, stringendolo di più mentre gli soffiava nell'orecchio: "Stai con me, domani notte". Harry rabbrividì all'invito esplicito, Louis era sicuramente diretto. "Ti porterò sulla mia barca, lontano da tutti. Pensa a come ti sentiresti nudo in mezzo al mare, nel buio più completo, il lento dondolio che ti culla mentre offri il tuo corpo al piacere". La voce di Louis era ipnotica e roca, il suo respiro caldo fece correre un brivido lungo la schiena di Harry. "Solo il cielo ed il mare che ti accarezzano la pelle, i nostri respiri che si fondono. Lo vorresti, Harry?". Il più giovane non rispose, il maggiore non aggiunse altro e dopo qualche minuto uscirono dall'acqua per rimettere le scarpe.

Era molto tardi, quando Harry rientrò allo chalet che divideva con Nick. Trovò il fidanzato seduto in veranda ad aspettarlo, ma non gli disse nulla quando il riccio lo oltrepassò e salì le scale per entrare nella loro camera, stringendo il suo fido bastone. Si prepararono per dormire in silenzio, Nick sembrava ancora arrabbiato. "Posso sapere dove sei stato?" chiese infine il più vecchio, quando sedettero ai due lati del letto matrimoniale. "A fare una passeggiata" rispose semplicemente Harry, senza aggiungere altro. "Da solo?" chiese ancora Nick, sospettoso. "No" rispose secco il riccio, sdraiandosi per porre termine alla discussione. Ma il fidanzato non aveva intenzione di arrendersi: "Con chi eri, Harry? Non mentirmi! Pensi che sia uno stupido? So tutto della tua chiacchierata in spiaggia con quel bellimbusto falso e viscido! In questo posto il pettegolezzo è lo sport nazionale!". Harry si sollevò nuovamente a sedere e rispose ironico: "Scusami tanto! Avrei dovuto chiederti il permesso, prima di parlare con qualcuno! Ovviamente non sono in grado neppure di socializzare senza la tua assistenza!". "Non provarci, Harry! Sai bene cosa vuole quel tipo e tu gli stai dando speranza" Nick era ormai fuori di sé: "Se non vuoi che ti tratti da stupido metti di agire come se lo fossi! Quello vuole solo portarti a letto!". "Non me lo ha certo nascosto, Nick" rispose tranquillamente Harry: "So perfettamente cosa vuole Louis, tu invece cosa vuoi?". L'altro rimase spiazzato da quella domanda, sbatté le palpebre e stupito. Non si aspettava certo che il suo ragazzo ammettesse di aver ricevuto una proposta da un altro uomo. "Cosa voglio?" fece Nick, Harry continuò: "Esatto, Nick. Cosa significo per te, cosa ti aspetti dal futuro. Cosa siamo noi? Questioni molto più importanti, della mia passeggiata di stasera". "Siamo una coppia, Harry. Ci amiamo" rispose a bassa voce Nick. "Ne sei sicuro?" Harry era estremamente serio, il fidanzato si sedette di fronte a lui per fissarlo. Erano molto vicini, ma Harry non lo guardava perché non riusciva a vederlo. "Ho visto del colore in lui" sussurrò il più piccolo, Nick non capì. "Non vedo spesso i colori, Nick. Tutto è sempre così vago e sbiadito per me" continuò a sussurrare Harry. "Mi dispiace tanto, Harry" cercò di consolarlo Nick: "Questa malattia ti ha tolto tanto e tu non te lo meriti. Sai che io voglio solo aiutarti, starti vicino". Il più giovane sospirò: "Io voglio essere indipendente, Nick. Non voglio dipendere da te o da altre persone. Ci sono tanti strumenti che mi aiutano, ma tu continui ad opporti ad ogni mio progresso!". "Non è vero!" esclamò offeso il maggiore, ma Harry sospirò stancamente: "Non mi hai neppure fatto fare domanda per avere un cane, Nick! Sappiamo che è molto difficile, che la lista è molto lunga ma sarei molto più autonomo e potrei abbandonare il bastone. Ho sempre amato gli animali e sarebbe così bello", Nick lo interruppe: "Non ti serve un cane, Harry! Cosa vuoi che ti faccia un animale! Devo pensarci io a te!". Il più giovane non replicò più, alzò le spalle e si coricò per dormire, era inutile insistere.

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