Capitolo 27

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All'inizio del terzo mese della loro convivenza a Londra, Harry stava tornando da un incontro di lavoro in uno studio al centro della città. Il pullman era semivuoto, essendo primo pomeriggio e si sentiva di buonumore. Sorrise, scendendo alla fermata di fronte al palazzo in cui risiedeva ed entrando per prendere l'ascensore. La voce metallica, dopo qualche minuto, annunciò il suo piano e scese con cautela usando il bastone per assicurarsi di procedere senza incidenti. Usò un telecomando per aprire la porta di casa ed entrò con passo leggero, scorgendo l'ombra di Louis sul divano probabilmente intento a leggere, come faceva di solito subito dopo pranzo. "Ciao, tesoro, sono a casa" annunciò usando un tono di voce moderato, sorridendo al pensiero di quale sarebbe stata la reazione di Louis se un'altra persona fosse entrata all'improvviso. Probabilmente, gli avrebbe lanciato il libro addosso. "Ciao" si limitò a sussurrare Louis, Harry chiese: "Hai mangiato il pollo che ti ho lasciato per pranzo? Sapevo che avrei fatto tardi, per questo ho cucinato prima di uscire". Mentre, parlava si diresse verso la cucina ed allungò una mano per controllare che effettivamente quelli che intravedeva fossero i piatti sporchi nel lavandino. "Sì" rispose Louis, la voce priva di inflessioni e la sua attenzione sempre sul libro: "Ho mangiato, grazie". Era una risposta piuttosto articolata, quindi Harry sorrise contento e lo raggiunse sul divano, sedendogli vicino e sfiorandogli coraggiosamente una guancia in una breve carezza. Louis non si scostò ma neppure sembrò gradire il contatto, continuando la sua lettura ed ignorandolo. "Come ti senti?" domandò a bassa voce ed in tono insicuro Harry, voleva evitare di irritarlo dato che quella frase gli veniva rivolta continuamente e più di una volta aveva causato una reazione stizzita. Louis sembrò rifletterci, posando il libro su un lato e sorprendendo l'altro quando prese un respiro profondo prima di rispondere: "Non lo so". Harry si fece più vicino, facendo sfiorare le loro spalle per comunicare la propria vicinanza senza dire nulla. Di solito Louis diceva di stare bene, per evitare altre domande ma ora sembrava voler dare una risposta sincera e non di circostanza. "Sono confuso" aggiunse, intrecciando le mani in grembo e fissando il pavimento. "Posso aiutarti?" si offrì gentilmente Harry, non aveva mai nascosto i suoi sentimenti a Louis. I suoi gesti e le sue parole erano sempre pieni di affetto e tenerezza, anche quando l'altro era scostante o gli rispondeva a malapena. Il maggiore si mosse a disagio, spostandosi sul divano e sbuffando come se non riuscisse a spiegare come si sentisse. 

UNA SPLENDIDA ILLUSIONE - LARRY FANFICTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora