Capitolo 20

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Fu il patrigno di Louis ad aprire la porta, fermandoli sulla porta per chiamare Lottie. Zayn era a disagio, mentre Harry rimase fermo con la schiena dritta ed il bastone bianco in mano senza alcun cenno di incertezza. La sorella di Louis comparve, dopo qualche minuto, al fianco dell'uomo. La sua tristezza era praticamente palpabile, tirò su con il naso come li vide e Zayn si affrettò a dirle: "Siamo qui per Louis, vogliamo solo vederlo per qualche minuto". Lottie si irrigidì, sulla difensiva. Obiettò: "Louis è in coma, non si accorgerà neppure della vostra presenza". Harry fece un passo avanti, un sorriso sereno sul volto: "Quindi, non sarà un problema se entriamo a salutarlo". La ragazza rimase senza parole, di fronte alla sicurezza del giovane. Così, Harry si affrettò ad entrare in casa seguito da Zayn.

L'infermiera era stata chiara: potevano entrare uno alla volta e stare solo pochi minuti. Zayn fu il primo a chiudersi alle spalle la porta della camera in cui Louis riposava. Harry attese in piedi, cercando, come si era ripromesso di essere forte e non crollare. Non avrebbe fatto scenate, Louis meritava rispetto ed un addio dignitoso. Qualche minuto dopo, l'infermiera bussò alla porta per avvisare Zayn che il suo tempo era scaduto. Il moro uscì poco dopo, asciugandosi qualche lacrima e lasciando una pacca gentile sul braccio di Harry, mentre passava. Il più giovane prese un respiro profondo, si sistemò i capelli con un gesto abituale e si sforzò di sorridere, anche se dentro di sé voleva solo gettarsi a terra e piangere. Entrò con passi lenti, chiudendo la porta e usando il bastone per orientarsi nella penombra della stanza. Sentì il rumore del macchinario che monitorava il cuore di Louis, una cadenza costante e continua. "Ciao, Lou" esordì in tono affettuoso, accostandosi al letto su cui poteva a malapena distinguere una figura: "Mi sei mancato, amore mio".

Girò sul lato del letto e si sedette sul bordo, poggiando il bastone bianco a terra. Si spostò per accostarsi al giovane incosciente, cercando di individuare il suo viso o di percepire il suo profumo. Sospirò, restando rigido e immobile per non rischiare di urtare una flebo o qualche filo dei macchinari. "Devi scusarmi, Louis" sussurrò con voce tramante: "Devi perdonarmi se non ho avuto fiducia in te, se sono scappato". Si morse il labbro, combattendo le lacrime: "Abbiamo avuto così poco tempo, così poco tempo. Ed io ho sprecato gli ultimi giorni. Sono stato un vigliacco, perdonami amore mio". Mentre un singhiozzo gli sfuggiva dalle labbra, si piegò in avanti e sfiorò una della mani di Louis con la sua.

UNA SPLENDIDA ILLUSIONE - LARRY FANFICTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora