Cap.19

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Torna da me.. Zoro 

Il vento continua a parlargli.

All'inizio ha cercato di spingerlo via, ma il fruscio del vento che tormentava i suoi pensieri lo faceva rimanere in allerta, continuamente. Ha stretto la sua Wado Ikimonji mentre si guardava attorno. 

Perché si trovava lì? Erano passati anni dall'ultima volta. 

Era un fascio di nervi, aveva cercato di allontanare la voce, ma quel sussurro sembrava avvicinarsi sempre di più, tanto da sentirlo così vicino che per un secondo ha sentito il fiato sul suo collo. Si è girato di scatto, il rumore delle foglie secche sotto le sue scarpe faceva eco nel bosco. I suoi occhi erano fissi alla ricerca del suono, cercando di captare da dove venisse, quando una mano sulla sua spalla lo ha riportato indietro. 

Era sul punto di tirare fuori la sua spada quando si è ritrovato faccia a faccia con la figura di Kuina. 

"Che c'è, sei nervoso?" 

La sua presenza avrebbe dovuto farlo sentire a suo agio o quantomeno diminuire quella costante allerta di cui si sentiva sommerso. "Non è niete" 

La mano di Kuina si è stretta sulla sua spalla "Non può essere niente, se ti rende così nervoso" 

"Non lo sono, sto cercando di capire dove sono e mi tengo in allerta, per i pericoli" 

La ragazza ha sorriso "Qui non ci sono pericoli, siamo io e te" 

Zoro voleva sentirsi sollevato, per un'attimo ha pensato che mai più gli sarebbe capitata l'occasione di allenarsi di nuovo con la sua compagna. "Finalmente mi hai superato" 

Le sue parole lo hanno scosso, ha fatto un passo indietro e il rumore delle sue spade che ricadevano annoiate sul suo bacino hanno tintinnato. "Di cosa stai parlando?" 

"Della promessa che ci siamo fatti, ricordi? Uno dei due sarebbe diventato il migliore spadaccino" 

Ha scosso il capo. L'ultima volta che avevano combattuto lui era a terra, in un'altro vano tentativo di farla cadere per prima. Ha ricordato il suo sorriso quando gli ha teso la mano per farlo rialzare "Smettila di giocare, Kuina. Noi due, non abbiamo mai concluso un vero combattimento, ed io non sono mai riuscito a disarmarti" 

La sua foga di diventare lo spadaccino migliore tra loro due lo aveva sempre portato a sbagliare all'ultimo, così come la sua foga di sconfiggere Mihawk lo aveva trascinato in quel baratro confuso dei suoi pensieri, dalla quale non riusciva a svegliarsi. La risata di Kuina lo ha riportato lì nel presente "Eppure non c'è nessun'altra persona che si merita la Wado Ichimonji più di te" aveva detto guardandolo. 

Zoro ha sentito la terra tremare sotto i piedi "Non perderò il mio tempo qui a parlare di questo, perché non ci alleniamo? Ti farò vedere cosa ho imparato" per un'attimo Zoro si è sentito quel bambino di 8 anni fa, non si era posto domande sul perché Kuina fosse lì, né perché lui fosse in quel posto. Il vento continuava a muoversi tra gli alberi, ma non sentiva più quella voce, non da quando la ragazza era lì con lui. 

"Zoro" ha scosso il capo "Sei diventato bravo, io lo so. Ma sei sempre il solito testardo. Tu non appartieni a questo posto." 

"Perché non la smetti di essere così enigmatica e non mi dici come stanno le cose?" Era facile per lui perdere la pazienza, anche se si trattava di avere Kuina davanti. 

" Sei in bilico Zoro, tra la vita e la morte. Questi non sono altro che i tuoi pensieri, ricordi per essere esatti. Devi tornare indietro ed essere forte, più di me, di qualsiasi altro spadaccino. Ma non puoi farlo se resti qui, capisci?" 

Come fumo, i nostri ultimi giorni| Roronoa ZoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora