Cap.23

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Questo capitolo lo dedico con tutto il cuore a laserpetigrata e le sue bellissime parole che mi dedica ogni volta.
Spero con il cuore che questo capitolo vi faccia emozionare, come ha emozionato me.

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Non eri sicura di quanto tempo fosse passato da quando ti avevano lasciata lì sulla spiaggia.
Ti sei solo ritrovata a peso morto sulle spalle di Kuroobi che, probabilmente ti stava riportando ad Arlong Park. I tuoi occhi fissavano il pavimento mentre il tuo pensiero è andato a Lios.
Avevi perso i sensi mentre era con te? E sopratutto, era riuscito a tornare a casa?
Volevi scalciare ma non hai fatto niente per liberarti della presa.
Kuroobi ti ha riportata nella stanza di Nami, assicurandosi di rimetterti la catena prima di andare via.
Sei rimasta sporca, bagnata, insanguinata e non avevi un briciolo di forza, nemmeno per chiedere dell'acqua.
Potevi sopportare qualsiasi cosa, tranne il freddo che si stava irradiando nelle ossa, eri certa che di questo passo ti sarebbe salita anche la febbre.
Hai iniziato a piangere, lo stress emotivo e fisico dovevi farlo uscire in qualche modo. Solo quando hai sentito lo scatto della serratura ti sei messa composta asciugando il viso, per niente al mondo avresti permesso ad Arlong di vederti crollare.
Quando hai visto la figura di Nami farsi strada nella stanza, hai pensato di avere un allucinazione.
Ti ha passato dei vestiti puliti, hai arricciato il naso alla vista dei capi per niente inclini al tuo stile, ma erano comunque meglio degli stracci bagnati che avevi addosso.

Un dolce sorriso curvò le labbra di Nami quando ti ha vista indossare i pantaloni. Le sue braccia erano protette sul suo petto e la spalla poggiata ad uno dei pilastri della stanza "Immagino siano di tuo gradimento"
Non erano solo dei pantaloni, erano dei cargo, tu e Nami avevate passato una serata intera a far capire a Luffy il perché fossero categorizzati come i pantaloni più alla moda.
Hai annuito, per un momento ti sei dimenticata di dove fossi, la tua mente ti aveva riportata a quella serata, alla stanza che avete condiviso, alla cambusa dove si sentivano solo le vostre chiacchiere seguite dalle risate.
Era impossibile per te pensare che tutto questo per Nami non significasse niente. Eri disposta a scommettere che le settimane che Nami aveva passato con te e con il resto della ciurma fossero la prima volta in cui si era sentita lontana dal trauma che Arlong le aveva causato.
Quando hai infilato il pantalone hai guardato la tua caviglia legata, ricordando per un'attimo che al tuo posto c'era una Nami bambina.

"Cosa c'è che non va?"
Hai guardato i suoi occhi e per un attimo avresti voluto raggiungerla per abbracciarla.
"Non è colpa tua Nami"
Un lieve sogghigno lasciò le sue labbra mentre la spalla si allontanava dal pilastro. Iniziò a camminare nella stanza mentre i suoi piedi sclaciavano sul pavimento "Come fai a dire che non è colpa mia?
Ti sei vista? Se Usopp, se gli altri ti vedessero così.
Se Zoro ti vedesse così, radedebbe al suolo questo posto"
Ti sei spostata in avanti, il limite che la catena aveva concesso ed hai allungato il braccio, sperando che Nami prendesse la tua mano.
"So che in questo momento non potrei partecipare a nessun concorso di bellezza. Ma Nami, non mi ha trascinata nessuno qui, ho scelto io di farlo"

"Luffy si sarebbe salvato, o non avrei mai permesso che lo buttasse  in acqua"
"Ma io sono qui per te, Nami. Non per Luffy. Ero consapevole che Sanji e Usopp lo avrebbero aiutato.
Ma chi avrebbe aiutato te?"
Hai visto il suo sguardo cambiare in un attimo e diventare cupo alle tue parole.
"Io non ho bisogno di essere salvata"
Hai scosso il capo.
"Il tuo villaggio, questa" indicando la catena "mi dicono il contrario" 
"Chi eri prima di tutto questo Nami? Mostramelo, ti prego"
Nami non ha accettato la tua mano, ma ha acconsentito alla tua richiesta pur non dicendo niente a parole.
"Devo andare al villaggio puoi venire con me, ti farà bene un po' di aria" 
Aveva detto mentre sistemava alcune cose nella sua borsa e recuperava la cassetta di legno sotto l'enorme tavolo dove un tempo si sedeva per tracciare le mappe.
Nani si è chinata di fronte a te con un mazzo di chiavi togliendo dalla tua caviglia la catena che aveva procurato un segno viola di cui difficilmente di saresti sbarazzata.
"Mi dispiace, avrei voluto toglierla prima"
Le hai sorriso, non serviva che le dicessi di nuovo quanto non fosse colpa sua, hai sperato che da quello capisse che non era con lei che volevi prendertela.
"Allora, mi fai strada?"

Come fumo, i nostri ultimi giorni| Roronoa ZoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora