Bambino (testatralenuvol)

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Autore: testatralenuvol

Parola: Bambino




Sono dieci minuti che Manuel si rigira nel letto, senza trovare pace. È turbato, o forse è seccato per quanto successo quella mattina — con la dose rincarata di Simone che, come al solito, è rimasto inerme.

È arrivato uno nuovo e gli ha fregato il posto. Tale Mimmo — che deve essere l'abbreviazione di nome che non ricorda — si è seduto nel banco antistante a quello di Simone, presupponendo fosse libero.

Così Manuel si è dovuto mettere accanto a Matteo; il che è un disastro, dato che è dall'altra parte dell'aula.

«Vedi? Così t'impari ad arrivare tardi» lo rimbecca Simone, facendolo finire in escandescenza.

«Cinque minuti?» sgrana gli occhi «E comunque pure te glielo potevi dire che era 'r posto mio» ora si gira dall'altra parte, dando le spalle al fidanzato, assumendo un'espressione corrucciata.

Stanno insieme da un po', in realtà, ma nessuno lo sa — eccetto Dante e Anita, che sono ben più svegli di loro. Manuel non se la sente ancora e Simone non vuole costringerlo a fare niente.

Quindi si sono creati degli spazi tutti loro per viversi e fare tutto quello che, forse un giorno non troppo lontano, faranno alla luce del sole.

«Daaai Manu, non fare il bambino» gli lascia un bacio sulla spalla «Voglio dirti una cosa, ti puoi girare?» tuttavia non riceve alcuna risposta, piuttosto il maggiore scuote il capo, in attesa che sia l'altro a snocciolare la situazione.

Manuel lo sa che la sua gelosia è immotivata, perché Simone non lo lascerebbe andare per nessuna ragione al mondo, tuttavia pensa che questa sua innata paura di mostrare sé stesso, alla lunga, lo annoi e, magari, possa indurlo a chiedergli una pausa per riflettere.

La pausa di riflessione è la pietra tombale di ogni relazione, lo sanno tutti, quindi Manuel si sente sempre sull'attenti, anche se dell'amore altrui non dubita.

«Guardaci» gli lascia un secondo bacio, poi, con un po' di forza, lo gira nella propria direzione, con uno scopo ben preciso «Con lui posso stare così, abbracciato nel letto? A lui racconto tutte le cose che mi accadono nella giornata? Oppure con lui posso fare questo?» ora mappa la sua faccia con le proprie labbra, intrecciando le loro mani.

«No, anche perché, t'avrei già corcato» si lascia andare ad un flebile sorriso, che Simone apprezza sia riuscito a fare «È che le prendo troppo male 'ste cose Simò» esala un respiro.

«Sei geloso, ecco cosa sei» gli punta il dito contro.

«Io non so' geloso» pigola «Figurati, pff».

Simone sta per dire qualcosa, forse aggiungendo un pretesto per prenderlo in giro bonariamente, tuttavia è Manuel che, con gli occhi puntati nei suoi borbotta un «Però domani mattina glielo dici che ce sto io lì».

Allora il corvino si abbandona ad una fragorosa risata «Se arrivi in motorino con me, vedrai che il posto te lo puoi prendere da solo. Ti va?» «Me stai chiedendo di rimanere a dormì qui?» Manuel fa scontrare il capo con la spalla altrui «Molto volentieri Balè, ma solo perché è giovedì, quindi è tu' nonna che cucina».

«Che cos'hai contro la cucina mia e di mio padre?»

«Beh, che è pessima — tipo?!» gli schiocca un bacio sulla testa. Ora cerca il suo sguardo e «Scusami Simo, davvero».

«È ok, non ti preoccupare. Mi spiace solo che tu viva certi momenti tanto male» se lo stringe contro il petto «Mi prometti che, prima di arrabbiarti come oggi, me ne parli? Mi piace ascoltarti».

Manuel annuisce e si accoccola un po' di più su di lui, lasciando chiudere gli occhi sotto il lieve tocco delle carezze di Simone.

Non avrebbe davvero senso essere geloso di quello là. Ne ha la conferma durante il restante pomeriggio che scandiscono a suon di confessioni e coccole sotto le coperte.

Ed è con questo pensiero che, la mattina seguente, Manuel si alza e, quasi fosse casa sua, scende in cucina — dove prevede sia pure Simone, dato che l'altra metà del letto è vuota.

Difatti lo trova a trafficare con la moka e qualche nastrina nel forno. «Dai, non era previsto ti svegliassi prima dei prossimi tre minuti — la colazione era quasi pronta» il corvino l'addita, posando la mano sul petto altrui «Non ti svegli mai prima delle sette e ventidue tu».

La precisione con cui Simone si ricorda quell'orario abbastanza insolito, fa perdere una sequenza di battiti al cuore di Manuel che, realizzando ciò, sorride.

«Buongiorno anche a te» gli schiocca un bacio sulle labbra «Perché sei così gentile stamattina? C'è qualcosa che te devi far perdonare e il sottoscritto non lo sa?» lo sbeffeggia.

«Ferro parti male stamattina» si avvicina a lui, facendo collidere i loro fianchi, quasi le loro labbra «Molto male».

Il tutto non può che confluire in un bacio che, il caso vuole, coincidere con l'arrivo di Dante in cucina.

«Buong—oh, mi sa che ho beccato il momento sbagliato» al che i due prendono subito le distanze, notando come, reciprocamente, le guance si siano fatte colorate «No — no, continuate pure: mea culpa che giro per le stanze di casa mia!»

Manuel e Simone si lasciano scappare una risata, che Dante accoglie con piacere. Dà loro il buongiorno, questa volta per davvero, poi li lascia ai loro affari, sparendo dietro la porta.

Ed è mentre il corvino si piega verso il forno per sfornare la colazione, che il maggiore capisce che la sua quotidianità è bella da morire se scandita dalla presenza di Simone.

Quindi prova a liberarsi della gelosia che aveva provato il giorno prima. Quella mattina lui tornerà accanto a Matteo, senza fare troppe scenate inutili.

Tra di loro c'è qualcosa di così forte che non saranno di certo tre metri di distanza a demolire.

E, comunque, la vittoria più grande ce l'ha lui, anche quella mattina, dato che arriva al Da Vinci con le braccia avviluppate al busto del fidanzato e il mento posizionato nel suo incavo del collo.

«Comunque non ce vengo accanto a te.»

«E perché?»

«Perché dal mio nuovo posto, te posso guarda' meglio» sorride.









Autore nominato: mannyinlove

Parola: Biblioteca

One more tales | SIMUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora