Biblioteca (Mannyinlove)

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Autore: mannyinlove

Parola: Biblioteca




Nelle giornate autunnali come quel mercoledì, l'unica cosa che si vorrebbe fare è stare sotto il piumone a guardare un film con una cioccolata calda tra le mani.

Purtroppo, però, Lombardi ha assegnato a tutta la classe un compito per il giorno successivo. Divisi a coppie, gli alunni dovranno portare l'analisi, con commento annesso, di una poesia a scelta di Pavese.

Quindi niente cioccolata calda, ma pomeriggio intenso tra gli scaffali della biblioteca!

Ovviamente, il compito, Manuel lo fa con Simone, tuttavia nemmeno la sua presenza lo allieta nel farsi piacere quel progetto, infatti è da quando hanno messo piede fuori da scuola che si lamenta.

Perfino il tragitto in Vespa è stato un borbottio continuo. Allora Simone, per farlo tacere, gli ha promesso che, una volta arrivati a casa — a compito terminato — gli avrebbe fatto scegliere un film da guardare, mentre avrebbero mangiato una pizza.

«Dai Manu, meno ti lamenti e più in fretta finiamo.»

«Ma non lo potevi fa' te e mettevi i nostri nomi?»

«No, Manuel.»

Il moro cinge le braccia attorno al busto del corvino che è intento a cercare tra i libri sullo scaffale la raccolta di poesie che lui ha sempre adorato.

Simone accarezza le mani del fidanzato e poi finalmente estrae il libro che gli interessa.

«Verrà la morte e avrà i tuoi occhi» legge Manuel «Ammazza che felicità» uno schiaffo gli arriva sulle mani ancora posate sulla pancia del corvino e ridendo si avvia ad un tavolo libero.

«Zitto!» lo ammonisce Simone accomodandosi accanto a lui.

Ha scelto la poesia che parla d'amore nel modo in cui nessuno se l'aspetta: è struggente, ma talmente intensa che lui l'ha sempre adorata.

«Guarda, io non ci credo che non conosci questa raccolta di poesie» perché qui l'esperto di poesia è proprio Manuel, ma fare i compiti, secondo lui, è una perdita di tempo.

«Me piace più n'artro tipo de poesia ..»

«Quale?»

«Quelle che parlano d'amore, quelle che dedico a te» risponde ovvio e le guance del corvino diventano rosse.

Ora sente il calore concentrarsi proprio sulle gote che Manuel accarezza dolcemente

«Te stai a imbarazza'?» è una domanda retorica, viste le condizioni del fidanzato, eppure il moro non sembra aver ancora finito, poiché gli lascia un dolce bacio sulla guancia che, se possibile, diventa ancora più rossa.

«Dai, basta Manu.»

«Va bene, la smetto. Però scrivi tu.»

«Per forza, se vogliamo capirci qualcosa» lo sbeffeggia.

«Te sto pe' mannà, t'o dico.»

Il pomeriggio scorre abbastanza veloce, al contrario di quanto pensava Manuel e, anzi, si trova interessato alla poesia scelta da Simone, tant'è che ne discutono per parecchio tempo.

«Quindi il messaggio implicito della poesia è quello di attenuare e lenire il dolore della morte» spiega Simone masticando il tappo in cima alla bic.

«Morire per amore» sospira Manuel «Significa dare uno scopo alla propria vita».

«Secondo Pavese sì.»

«E secondo Balestra?» lo incalza il riccio.

«Io vivo per amore.»

«Ho improvvisamente un picco di zuccheri nel sangue!»

«Scemo, perché tu che ne pensi?»

«Che c'hai ragione. Ma l'idea della morte tormentava Pavese da parecchi anni e, probabilmente, era la cosa che lui desiderava di più.»

«E quindi paragona la morte all'amore, cosa che io non farei, ci paragono la vita al massimo.»

«Vedi? Ci siamo capiti.»

«E tu sei un bugiardo perché dicevi di non conoscere Pavese.»

«Perché mi piace ascoltarti quando parli di qualcosa che ti piace, ho preferito lasciarti fare» si allunga e gli posa un bacio sulle labbra che fa arrossire nuovamente Simone.

Il compito è ormai finito, quindi raccattano i quaderni e li sistemano nei loro zaini. Quel che non si aspetta Simone è che Manuel si alzi, prenda il libro di Pavese e vada al banco del prestito per portarlo con sé «Così stasera ce lo leggiamo prima di dormire».

Una volta arrivati a Villa Balestra ordinano le pizze, come da accordi, e Manuel sceglie il film da vedere – che alla fine è uno che sa piacere molto al fidanzato, ma tant'è.

Mentre il corvino è in doccia, lui va a recuperare il libro preso in prestito dalla biblioteca e inizia a sfogliarlo. Pagina dopo pagina, s'innamora un po' di più e capisce perché Simone sia così affascinato da questo autore.

«Che fai?» il corvino fa capolino in salotto ancora avvolto dall'accappatoio.

«Leggo le poesie che piacciono al mio fidanzato.»

«Al tuo fidanzato piacciono molto anche i massaggi sulla schiena, se proprio vuoi saperlo.»

«No Simò, so che vuoi fare e nun c'ho voglia de farti un massaggio anche stasera» il corvino ridacchia e sparisce salendo le scale.

Manuel si sente il ragazzo più fortunato del mondo in quel momento, anche se non capisce cos'abbia fatto di così buono per meritarsi quella felicità.

È sempre stato convinto di non meritare nulla, gliel'hanno sempre fatto credere, e poi è arrivato Simone.

In punta di piedi si è intrufolato nella sua vita e con la sua dolcezza ha stravolto tutto.

Non ha mai creduto nell'amore, non ha mai visto cosa significasse amare una persona, poiché la prima forma d'amore che avrebbe dovuto vedere — cioè quella dei genitori — si era sgretolata ancora prima che nascesse.

Quindi è cresciuto con la convinzione che l'amore toccasse solo alle persone fortunate.

Poi è successo Simone che, come si fa coi bambini, gli ha insegnato tutto. L'ha preso per mano e l'ha accompagnato affinché potesse camminare da solo.

Però lui solo non ci vuole stare: Simone prima di essere il suo fidanzato, è il suo confidente, il suo migliore amico e un pilastro fondamentale.

La testa del corvino è appoggiata alla sua spalla e con un braccio gli cinge il busto. Stanno in quella posizione per molto tempo, leggendo poesie e scambiandosi baci di tanto in tanto.

Nel silenzio di Villa Balestra si sente solamente la voce profonda di Manuel leggere le poesie e gli schiocchi dei baci di Simone posati sulla clavicola nuda del fidanzato.

Forse è proprio la semplicità delle piccole cose a farli innamorare ogni giorno di più, quando non serve nulla di eclatante per essere felici.

Simone sbadiglia e Manuel chiude il libro, dopodiché lo sistema sul comodino e spegne l'abatjour; il riccio passa un braccio attorno al fidanzato che si chiude in un abbraccio ancora un po' più stretto poggiando la testa sul petto. Si scambiano un bacio sulle labbra, si sussurrano un «Ti amo» e chiudono gli occhi.

Prima di cadere in un sonno profondo Manuel lascia un bacio tra i ricci del corvino e mormora «Domani torniamo in biblioteca e, questa volta, prendiamo un romanzo di Pavese».









Autore nominato: gioorgiis

Parola: Distanza

One more tales | SIMUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora