Distanza (Gioorgiis)

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Autore: gioorgiis

Parola: Distanza 




A Manuel non è mai piaciuto il concetto di distanza. Non gli piaceva quando era soltanto un bambino e doveva separarsi da sua madre per qualche ora, non gli piace ora quando deve separarsi dal suo migliore amico, soprattutto da quando ha capito che tale migliore amico rappresenta qualcosa di più per lui e che stare anche solo un giorno senza vederlo gli causa un fastidio quasi fisico. 

Simone, però, è diventato praticamente la stella della sua squadra di rugby ed è felicissimo ogniqualvolta anche solo lo si nomini. Sembra che la sua serenità dipenda ormai da questo sport e Manuel non ha alcuna intenzione di frapporsi fra lui ed ogni suo sorriso. 

Il suo problema è, appunto, la distanza che si frappone invece fra lui e Simone regolarmente. 

Succede praticamente ogni quattordici giorni che Manuel debba salutare l'amico per due giorni a causa di una trasferta e questa cosa, se all'inizio poteva sembrare anche emozionante per entrambe le parti coinvolte, dopo circa due mesi, inizia a pesare al più grande che si sente sempre più patetico. 

Razionalmente sa che sentirsi triste perché non può vedere il suo amico per due giorni non è forse del tutto sano, sa che probabilmente dovrebbe pensare ad altro quando Simone è impegnato con la squadra ma gli sembra di impazzire ogni volta che Simone non è a Roma con lui. Paradossalmente, più Simone non è con lui, più non riesce a smettere di pensarci. 

Così inizia a fare cose strane per Manuel Ferro.

Del tipo rubare felpe. 

Manuel inizia a rubare le felpe di Simone il giorno prima di ogni partenza. Simone finge di non accorgersi di come ritornino per magia insieme a lui, dopo ogni trasferta. 

Fin quando, però, Manuel non decide di non restituirle più e Simone si trova costretto ad affrontare quella spinosa questione.

Così una sera, mentre sono seduti sul bordo della piscina, crede sia il momento migliore.

"Bella 'sta felpa" dice, indicando il petto di Manuel con un cenno del capo. 

Manuel arrossisce visibilmente ma non demorde, borbotta soltanto un "mh" appena udibile.

Simone allora sorride intenerito. "Manuel..."

"Simo'?"

"La smetti di prendere le mie felpe?"

Il maggiore, preso alla sprovvista, improvvisa.

"Ma perché, condivide' 'n te piace?" borbotta, facendolo ridere.

"La condivisione funziona se chi prende chiede" Simone esclama. 

"Mh... allora Simo', domani ne prendo 'n'altra" Manuel ribatte, senza battere ciglio.

"Ma come–"

"Te domani parti co' la squadra, no?"

"Eh"

"E quindi io me prendo 'a felpa tua"

Simone sembra pensarci un po', poi quando riesce a collegare i tasselli finisce per arrossire violentemente e forse incolperà Manuel e la sua audacia o il fatto che si sente esasperato dal suo comportamento assurdo, ma si sporge, lo tira per il colletto della sua felpa e lo bacia. 

Realizza solo qualche secondo dopo e si allontana come scottato, pronto a mormorare un "scusa" che non sente realmente ma Manuel lo attira di nuovo a sé e piazza le labbra sulle sue con decisione. 

"Mi manchi quando te ne vai" ansima, dopo qualche minuto.

Simone gli sorride contro, "ma sono solo due giorni" sussurra.

"So' troppi pure du' minuti senza di te Simo'" Manuel risponde, velocemente, guadagnandosi però uno spintone che quasi lo fa finire in piscina. 

"Ao! Era 'na cosa seria! Stronzo!" esclama mentre Simone ride e lui si massaggia il braccio ingiustamente colpito. 

"No, scusa, è che– cioè– non so' abituato. Pensavo mi stesso prendendo per il culo" spiega il minore, ora più serio.

Manuel, come unica risposta, lo bacia di nuovo.

Tutto si aspetta Manuel, mentre se ne sta disteso ad aspettare che Simone ritorni dalla trasferta, tranne che Simone lo videochiami.

Risponde subito e la prima cosa che si ritrova davanti è il viso completamente arrossato di Simone con i riccioli ancora umidi a causa della doccia a fargli da contorno ed un sorriso smagliante che trova decisamente bellissimo. 

"Simone" esclama quasi senza fiato.

"Manu! Abbiamo vinto!"

Il fatto che il primo pensiero di Simone sia stato chiamare lui dopo quella vittoria che l'intera squadra aspettava da tempo ormai fa battere il cuore di Manuel in maniera spropositata. 

"Bravissimi" è l'unica cosa che potrebbe dire pur conoscendo altre parole in quel momento. 

Ed è proprio quando lui finisce di parlare che nell'inquadratura appare Pietro, un compagno di squadra che Simone gli ha presentato. 

"Oh! Bravo pure te eh!" dice allora, facendolo ridere.

"Certo, mai quanto l'amore tuo però" ribatte subito il ragazzo, facendo ridere lui ed arrossire Simone.

"Ah quello è impossibile, me spiace" 

"Hai fatto gol, Simo'?" chiede poi, rivolgendosi a Simone.

"Non si fa gol nel rugby, Manu" Simone ridacchia, scuotendo il capo disperato ma provando soltanto infinito amore.

"Seh, vabbè, quello che se fa"

"Sì" Simone continua a ridere, insieme a Pietro che borbotta qualcosa come "che testa di cazzo".

"T'aspetto a casa allora, Simo'"

"Non vedo l'ora, Manu"

"Ti amo"

"Ti amo"

Entrambi realizzano le loro parole soltanto qualche istante dopo aver chiuso la chiamata, Simone grazie alla spinta di Pietro che lo scuote e gli sorride divertito. 

E nonostante non riescano a credere che il loro primo "ti amo" sia stato detto a distanza, attraverso un telefono, sanno che quel sentimento giace in entrambi i loro cuori da tempo ormai. Così è semplice, quando la sera Simone torna a casa, riabbracciarsi forte, perché nessuno vuole lasciare andare l'altro. È semplice come respirare per Manuel prendere il viso di Simone tra le mani e riempirlo di tanti piccoli baci. 

Anzi, per Simone è ancor più facile respirare ora che Manuel lo sta cospargendo di baci. 

Per cui glielo dice, di nuovo. Ora che può farlo glielo dirà sempre.

"Ti amo un sacco, Manu"











Autore nominato: bespectacled98

Parola: Pranzo

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