Parte 1 - Capitolo 19

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Siamo in macchina, Franco è alla guida e ci sta portando in aeroporto. Sara è la copilota, o perlomeno si comporta da tale, ripetendo al padre le indicazioni del navigatore. Io e Mike siamo dietro e saltelliamo sul sedile come due scemi, la Grecia è sempre più vicina. Arriviamo in aeroporto, terminal due. Franco ci aiuta a scaricare le valigie, quella di Sara è enorme, sembra stia per andare dall'altra parte della Terra.

«Amore, sei sicura che ti sei portata tutto?» le chiede il padre e io non capisco se è serio o se la sta prendendo in giro.

Guardo Mike: sta ridendo sotto i baffi, portandosi dietro comunque un baule di dimensioni altrettanto grandi.

Salutiamo Franco, che ci ripete più volte di non farlo stare in pensiero, di chiamarlo appena atterriamo e di metterci la crema solare. Sara bacia suo padre sulla fronte.

«Tranquillo, papino, faremo i bravi e ci prenderemo cura l'uno dell'altro.»

Poi si gira verso di noi e fa un occhiolino malizioso.

Ci avviamo verso il gate, Sara si è fermata a comprare un frullato alla frutta, Mike sta invece prendendo delle riviste da leggere in spiaggia. Io sto guardando in continuazione il cellulare, nella speranza che Fabio mi auguri almeno il buon viaggio. Ieri ci siamo visti, doveva essere una bella e romantica serata prima della mia partenza. Mi ero messa la biancheria sexy regalata da Sara per il compleanno, ma alla fine la serata è andata in modo completamente diverso da come avevo sperato. Vaffanculo Nina, tu e i tuoi viaggi. Spero ti divertirai a Mykonos con il gatto e la volpe. Erano state queste le ultime frasi, prima che io sbattessi la portiera della macchina e me ne andassi. Né un messaggio di scuse, né una chiamata da quel momento. Come al suo solito.

Dopo un paio d'ore arriviamo sull'isola, il volo è andato meglio di quanto temessi. Devo essermi pure addormentata perché mi sembra di essere stata sospesa in aria per una ventina di minuti al massimo. L'aria è incredibilmente pulita, ha tutto un altro odore rispetto a quella di casa. Il sole cerca di farsi spazio fra le poche nuvole in cielo e quando i suoi raggi mi toccano ne sento tutta la forza. Ci sono tassisti ovunque, cercano di accaparrarsi turisti prima che qualcun altro lo faccia. Centro, city center, zentrum continuano a ripetere alla folla di persone appena atterrate.

«Raga, se prendessimo anche noi un taxi? Ho voglia di arrivare in albergo, lasciare la valigia e vedere subito la spiaggia» suggerisce Sara.

«Io ci sto!» replica subito Mike, dandole a malapena il tempo di finire la frase.

Raggiungiamo l'hotel a bordo di un taxi mezzo scassato, il cui rumore fastidioso di marmitta vecchia ci ha fatto compagnia per tutto il tragitto. Facciamo il check-in, la nostra camera per fortuna è già pronta. La stanza è spaziosa, ci sono due letti matrimoniali tutti per noi. Sulle pareti ci sono foto e dipinti dell'isola e qualche conchiglia dipinta a mano. Apro la finestra, dal balcone abbiamo una visuale bellissima sul centro. Tutto è bianco e blu, pare disegnato, le strade sono semideserte, devono essere ancora tutti in spiaggia. Prendo un respiro a pieni polmoni, già mi sembra di avere sulle labbra il sapore di salsedine. Ci mettiamo il costume e siamo pronti per andare.

Ci dirigiamo verso il paese e vediamo un autobus con la scritta Paradise Beach. Senza esitazioni, Sara ci propone di salire e di andare a esplorare la nostra prima spiaggia.

L'autobus non sembra molto affidabile, i rumori che fa sono anche peggio di quelli del taxi, pare si possa rompere da un momento all'altro. Guardiamo incuriositi fuori dal finestrino, la vegetazione è spoglia e il terreno arido si arricchisce di cespugli verdi, ma all'apparenza secchi.

Arriviamo alla spiaggia, la sabbia è calda e dorata, ne prendo qualche granello in mano, era tanto che non venivo al mare. Lascio andare il mio sguardo fino all'orizzonte, il mare alterna zone di blu turchese ad altre color smeraldo. Cerchiamo un posto dove metterci, anche se la spiaggia è affollata e non sembra un'impresa facile. Mi guardo intorno, ci sono solo ragazzi e ragazze, tutti con occhiali da sole e la pelle già abbronzata.

Sotto gli occhi delle nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora