Parte 3 - Capitolo 13

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Non so bene cosa sia successo nei giorni scorsi. Una parte di me ha perso la concezione del tempo e dello spazio. Alterno momenti di silenzio e di vuoto totale a ore di pianto che mi lasciano devastata, senza forze. Passo le ore principalmente sopra al letto, nella mia vecchia camera. Mia madre sale di tanto in tanto a portarmi qualcosa da mangiare, io non riesco però a ingerire niente. Ci abbracciamo forte, mi sta vicina, mi fa sentire tutto il suo amore e dispiacere. Sento che è tornata a prendersi cura di me. Quella triste e ingiusta morte si è portata via ogni rancore tra noi. Non c'è stato bisogno di dirsi niente, nessun litigio avrebbe potuto mettersi in mezzo.

Luca e Sofia dormono in un albergo vicino a casa, ma sono spesso qua da noi a cercare di tirar su il morale mio e di mia madre. I rapporti tra papà e Luca erano ormai disintegrati da anni: la loro relazione si era spezzata con una tale forza e le due parti ne erano uscite così lacerate che neanche un simile evento è riuscito a ricucirle insieme.

Ho scorto un velo di tristezza nel volto di mio fratello, ma non è riuscito a versare neanche una lacrima. Vedo ancora tanta contrarietà nei suoi occhi, tanta delusione. Forse è ancora troppo presto per Luca per perdonare, anche se sono sicura che un giorno o l'altro ci riuscirà. Nonostante tutto, ora è con noi per darci supporto; il suo dolore è causato dal vedere noi soffrire piuttosto che dalla vera causa per cui siamo qua.

E poi l'ultimo saluto, il funerale, amici e conoscenti vestiti di nero, con occhiali a coprire i loro attimi di debolezza. Quella lapide che beffardamente ricorda la morte avvenuta a un giorno dal suo compleanno. Com'è ironica la vita, come segue noncurante il suo corso, senza pensare ai tuoi piani.

Piango senza sosta, mi colpevolizzo silenziosamente di non averlo chiamato prima. Non ho avuto neanche l'occasione di dirgli che a Roma stava finalmente andando a gonfie vele, che avevo ritrovato la mia serenità. Tante parole non dette rimarranno solo nella mia testa, confuse. Mi sento impotente di fronte a questo maledetto disegno divino, che ha deciso di prendersi mio padre, velocemente, senza preavviso.

E ora questa triste bara in legno scuro sta portando via non solo il suo corpo, ma anche un pezzettino del mio.

Sotto gli occhi delle nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora