Parte 1 - Capitolo 4

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L'autunno è finito, sulle strade però si vede ancora qualche foglia dai colori caldi e variopinti. Il cielo si è fatto più grigio e spesso le giornate sono nebbiose, specialmente la mattina. Questo rende ancora più difficile andare a scuola. Tanto è romantico l'autunno e il paesaggio che riesce a creare, tanto è insopportabile l'inverno. Odio il freddo, dovermi mettere diversi strati per non tremare e poi all'interno di ogni posto sudare.

Sarà l'età dell'insoddisfazione perenne, sarà che vorrei un ragazzo e non ce l'ho, sarà la vita sociale pressoché nulla se escludiamo le uscite con Sara e Mike, ma spesso ho difficoltà a trovare un motivo per cui valga la pena alzarsi dal letto. Se non fosse per la fuga dalla realtà che faccio grazie ai romanzi che divoro e che mi portano in luoghi ben più interessanti, le mie giornate sarebbero alquanto monotone. Menomale che fra nove giorni c'è la presentazione del libro che tanto aspettavo. Non sto più nella pelle, faccio il conto alla rovescia da settimane, il calendario pieno di X sembra ormai un campo minato. Finalmente qualcosa di entusiasmante succede anche in questa città-cadavere.

Mi vesto, scendo a farmi un caffè, mia madre è ancora a letto. Cerco di fare piano, non voglio svegliarla, preferisco di gran lunga mangiare da sola piuttosto che sopportare l'imbarazzo dei nostri silenzi.

Do un'occhiata all'orologio, è tardissimo, lascio la mia colazione mangiata a metà e vado a lavarmi i denti. Indosso la giacca ed esco. Anche oggi sarà un'altra giornata come le altre.

Arrivo alla fermata dell'autobus con otto minuti di anticipo, ripenso che avrei potuto finire la mia tazza di caffellatte. Aspetto e mi guardo intorno, è troppo freddo per continuare a leggere Il ritratto di Dorian Gray, non voglio congelarmi le mani.

Mi limito a passare il tempo osservando il traffico che prosegue lento, in entrambe le direzioni. Gli automobilisti nelle loro macchine stanno cercando di ottimizzare il tempo in fila: c'è chi si sta truccando, chi sta parlando al telefono probabilmente con clienti esigenti, chi nel sedile posteriore sta ripassando la lezione di oggi.

Di punto in bianco mi passa vicino un ragazzo in motorino. Anche se in realtà è questione di pochi secondi, la scena si mostra ai miei occhi in slow motion. Lui mi guarda, rallenta, ci fissiamo nelle pupille. Poi accenna un sorriso e io divento rossa in viso, ma cerco di ricambiare timidamente. Sento che il mio cuore sta battendo più velocemente. Mi porto una mano alla testa e mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio, in un gesto irriflesso, come se volessi fargli vedere meglio il mio viso. O forse è solo un'azione meccanica che faccio quando sono imbarazzata. Lui continua a guidare, ma i nostri sguardi non si staccano. Non appena supera la fermata dell'autobus dove mi trovo, si gira e mi dà un ultimo sguardo prima di proseguire.

Mi rendo conto solo adesso di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo.

Una volta in classe, mi siedo vicino a Sara, ma non le racconto niente di quello che è appena successo. Non so il motivo, però in un certo senso voglio tenermi questo piccolo momento solo per me, rivivermelo nella testa come un qualcosa di speciale, anziché renderlo banale o oggetto di una battuta di Sara che probabilmente lo sminuirebbe.

Le ore passano e per fortuna oggi nessuna interrogazione né compito in vista. Posso rimanere con il dolce pensiero del ragazzo sconosciuto che mi ha sorriso. Chissà come si chiama, quanti anni ha, dove va a scuola. La mia testa è piena di domande e oggi per la prima volta provo quella sensazione di fermento e impazienza per l'indomani, per un altro possibile incontro.

«Cucù, sei qua oggi o da qualche altra parte?» mi chiede Sara interrompendo i miei pensieri.

«Come scusa?» ritorno alla realtà.

«Sembri imbambolata, guardi fuori dalla finestra, non dici una parola. Tutto bene? È successo qualcosa a casa con Patrizia?»

«No, no, tutto a posto. Anche con mamma tutto a posto. Ero solo sovrappensiero e non ne posso più di ascoltare questo di storia dell'arte che parla.»

Sotto gli occhi delle nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora