Parte 1 - Capitolo 25

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Olga se n'è andata, lasciando la casa immobile, silenziosa. Ripenso alla sua buffa faccia, mi viene da ridere quando mi torna alla mente la scena di lei che spazza della polvere sotto il divano. Forse farei bene a dirlo a mia madre. O forse no, sapendo quanto è pignola con la pulizia. Un po' di polvere, in fondo, non ha mai ucciso nessuno.

A proposito di mia madre, sono le dodici e ancora non è tornata. Ma che fine ha fatto? Sposto la scatola dei ricordi da sopra le mie gambe, raccolgo una foto di me adolescente furtivamente uscita dal cartone. Questo tuffo nel passato sta riaprendo tante sensazioni e immagini: alcune belle, altre dolorose. Vado in bagno, ho bisogno di prendermi una pausa da questo minestrone di emozioni che sento dentro.

Quando torno nella mia vecchia cameretta, rifugio di quelli che sono stati gli anni forse più difficili della mia vita, testimone di pomeriggi passati a studiare, a cazzeggiare, a piangere, di serate passate al telefono o a leggere un libro, mi squilla il cellulare.

«Pronto?» dico con allegria.

«Ciao, cucciola. Finalmente sono riuscito a chiamarti. Ti disturbo?»

«Non mi disturbi mai. Sono contenta di sentirti. Come sta andando là?»

«Tutto alla grande. Ma mi manchi, non vedo l'ora di vederti.»

«Anche tu, tantissimo.»

«Hai già visto tua madre?»

«No, ancora no. Per fortuna che c'era la donna delle pulizie in casa, altrimenti sarei ancora fuori ad aspettarla.»

«Ho deciso cosa possiamo fare quando... amico... locale...»

La linea diventa disturbata, non riesco più a capire cosa mi stia dicendo. Guardo il display del cellulare, il mio segnale è pieno. Probabilmente è il suo a essere scarso.

«Pronto? Mi senti?»

«Nina... segnale... ti chiamo dopo... casa.»

Mi arriva una parola ogni tre. Maledetto segnale, avevo voglia di parlare un po' più a lungo con lui.

«Pronto? Non riesco più a sentirti» provo a dire, ma mi accorgo che la linea è già caduta.

Sotto gli occhi delle nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora