La tensione era palpabile.
Nessuno dei due osava fiatare.
Io ero lì seduta alla fine del letto mentre lui, lui beh, era poggiato al muro a fissare il pavimento.Ero arrabbiata con lui.
Ero arrabbiata ma allo stesso tempo delusa, triste, infastidita dalla sua presenza qui.
Mi distruggeva il solo pensiero che io mi fossi innamorata perdutamente di lui, mi distruggeva ripensare a tutti i momenti passati insieme, mi distruggeva il fatto di essermi fottutamente fidata di lui dopo tutto ciò che mi aveva fatto.Non avevo mai capito in questi mesi se avessi fatto bene a fidarmi o no. Con lui avevo passato momenti così belli, che non sembravano nemmeno reali.
Trovarlo lì davanti a me con quella espressione corrucciata, non faceva altro che creare scompiglio ai miei pensieri di mesi e mesi.
-L'hai dato in adozione?- disse ad un certo punto.
La prima cosa che mi chiese fu se avessi dato il bambino in adozione. Voleva sapere solo questo?
-Pensi che possa dare il mio bambino in adozione?- sputai.
Alzò finalmente lo sguardo, incastrando i suoi occhi nei miei. Caos.
-Dovresti essere agli ultimi mesi ora-
-Te lo sei ricordato-
-Certo- sussurrò, provocandomi una risata amara.-Sai cosa mi delude Leclerc? Il fatto che ti presenti davanti la mia porta, e come prima cosa dopo mesi e mesi mi vieni a chiedere se ho dato il bambino in adozione. Non ho avuto scelta Charles. Fosse stato per me in pochi mesi il mio piccolo bambino sarebbe tra le mie braccia- dissi alzandomi dal letto e avvicinandomi lentamente a lui.
-Che intendi con non ho avuto scelta-Mi allontanai di nuovo, non distogliendo mai i miei occhi dai suoi.
L'unica luce che illuminava la stanza era quella dei due comodini, che lasciavo sempre accese quando mi poggiavo sul letto, e la sua sagoma non era ben definita.
-Aria che significa non ho avuto scelta- disse una seconda volta, in maniera più pretenziosa.
-Charles-
-Aria cazzo rispondimi- disse arrabbiato.
-L'ho perso- gli urlai in faccia.Ora lo sapeva.
Ora sapeva che la mia bambina o bambino non era mai arrivato al terzo mese di gravidanza, sapeva che non sarebbe mai uscito dalla mia pancia.-Quando- disse secco.
-Natale, dopo la festa-
-Cazzo-Camminava avanti e indietro per la stanza con i capelli in mano, con lo sguardo perso e la voce spezzata.
-Perchè? Perché?- mi disse.
-Ho bevuto troppo-
-É morto a causa tua-Qualcosa in me scattò.
É morto a causa tua
Non volevo mai sentire quelle parole, soprattutto dalla sua bocca.-É morto a causa mia? É morto a causa mia Leclerc? Ma tu sai perché ho bevuto troppo quella sera, mh? Charles ti ho visto infilare la gola nella bocca della tua nuova fidanzatina, dopo nemmeno due mesi che ci siamo lasciati. Cazzo Charles nemmeno il tempo di riprenderti. Evidentemente ti é importato molto della nostra relazione, dato che ci hai messo molto poco a dimenticarmi e a trovarne un altra-
-Aria non é così-
-Charles non scherzare, lo sappiamo entrambi benissimo che é proprio così. Ho vissuto nella menzogna per nove mesi Charles, mi hai fatto innamorare di te per poi gettarmi via come una busta della spazzatura. Mi hai distrutta Charles.. nonostante sapessi cosa era successo con Lance e tutti i miei trascorsi. Mi sono fidata di te, ti ho detto tutto di me, mi sono affidata a te. Mi hai ripagata solo con un inganno-Ormai non ero più in me.
Stavo gettando tutta la frustrazione, la rabbia, la delusione, la tristezza, addosso al monegasco, che era lì a fissarmi con occhi lucidi e gonfi.Io non ero in condizioni migliori.
Stavo trattenendo ovviamente le lacrime, non volevo farmi vedere vulnerabile davanti all'uomo che mi aveva portato via tutto.-Dio Charles di qualcosa-
-Cosa devo dire Aria? Cosa cazzo devo dire. Ogni cosa che uscirà da questa bocca sarà solo menzogna per te-
-Certo Charles! Pretendi che io creda alle tue parole dopotutto?-Ormai tutte le stanze del corridoio sicuramente stavano ascoltando il nostro litigio, ma non mi importava.
-Non hai mai pensato Charles, al momento in cui sarei venuta a scoprirlo?- chiesi, ma non rispose.
-Certo che no, non dovevo saperlo. Avrei continuato ad illudermi come una bambina di cinque anni per tutta la vita, sotto i tuoi occhi convinti che non sarei mai venuta a saperlo. Sei un egoista Charles, sei il ragazzo più presuntuoso che abbia mai conosciuto-
-Basta Aria- mi bloccò, provocandomi una risatina.
-Io non so Aria cosa tu davvero pensi di me, probabilmente penserai che in questi mesi me la sia spassata come un giovane adolescente. No Aria. No. Vederti salire quelle scale mobili é stata la cosa più brutta della mia vita. Sin dal primo momento, sin dal nostro primo bacio, ho capito che tu eri la donna della mia vita. Io ti ho amata Aria. Alex era lì per consolarmi, ma io ho sempre amato te-
-Mi amavi? Charles ma ti senti quando parli- ormai le lacrime scendevano, solcando le mie guance e cadendo sulla felpa.
-Aria, ascoltami. Mi dispiace. Mi dispiace per tutto io non avrei mai...-
-Charles basta- il ragazzo si bloccò confuso.
-Non ce la faccio più ad ascoltare le tue spiegazioni di merda, dove cerchi di giustificare le tue azioni. Non posso farcela più. Quindi Charles esci, va via-Se solo lo avessi avuto intorno per altri cinque minuti, sarei probabilmente scoppiata a piangere, e non mi sarei fermata, e conoscendolo sarebbe rimasto con me, ma non volevo. Non volevo.
-Aria..-
-Esci cazzo Charles- urlai.Il ragazzò mosse la mascella, era arrabbiato, era nervoso ed era lì lì per una crisi di pianto, lo potevo vedere dalle sue iridi verdi ricoperte da uno strato di lacrime e dalla sua voce spezzata.
Mi guardò per un ultima volta, prima di prendere la maniglia e uscire velocemente dalla mia camera, ma quando aprii la porta, si ritrovò davanti Lando e Carlos, il che comportò la reazione di Charles di uscire ancora più velocemente.
I due si affacciarono, e scoppiai a piangere.
Non avevamo concluso niente, era punto e a capo.Caddi a terra sulle ginocchia con le mani nel volto e le lacrime salate. Mi dimenavo tra le braccia dei due, che, intanto, erano corsi da me prendendomi e poggiandomi sul letto.
Mi ha curato il cuore quando era rotto.
Ha sistemato ogni pezzo al posto giusto non sapendo neanche quale fosse il loro posto.
È stato in grado di dare luce a quelle giornate grigie che ormai avevano perso di significato.
Quando mi chiederanno come ho fatto a ritrovare il sorriso.
L'unica cosa che potrò fare è dire il suo nome.Lo stesso nome che, quel sorriso, l'ha fatto spegnere in pochi secondi.
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Forgive you? Charles Leclerc
RomanceMesi. Giorni. Ore. Secondi. Aria contava, contava e ricontava. Non voleva che tutto ricominciasse, non dopo tutto ciò che aveva passato. Ma nulla poteva salvarla dal rivivere tutte le emozioni contrastanti di qualche mese fa, era in una barca nell'o...